MELENDUGNO (LE) - Torre di Roca Vecchia
Agli inizi del XIV secolo, Gualtieri di Brienne, conte di Lecce, ricostruì Roca facendone una città fortificata, attratto dalla felicità della sua posizione geografica, e la chiamò Roche, da cui Roca, a cui apparteneva anche la Torre di Maradico, altro nome della Torre Roca Vecchia, così chiamata a causa delle paludi che ancora oggi la circondano, rendendola una zona poco salubre. Ma nel 1480 la sua popolazione venne messa in fuga dalle incursioni turche. In quell'anno infatti il sultano Maometto II, dopo aver conquistato Costantinopoli (1453) e sottomesso tutta la Penisola Balcanica, inviò una spedizione che sbarcò sulla costa orientale del Salento. Roca Vecchia fu saccheggiata e usata dai Turchi come base operativa per sferrare attacchi alla città di Otranto e ad altri centri salentini. La città, liberata nel 1481, divenne successivamente covo di pirati, tanto che nel 1544 Ferrante Loffredo, governatore della provincia di Terra d'Otranto, dette l'ordine di raderla al suolo. La Torre di Guardia, che sorge un un isolotto poco distante dalle rovine del vecchio castello di Roca, venne costruita nel 1568 dal maestro Tommaso Garrapa, quando la città medievale era già in rovina. E' a base quadrata e a forma troncopiramidale, tipica del periodo del vicereame spagnolo. Comunica a nord con Torre San Foca e a sud con Torre dell'Orso e nel 1576 Antonio Tamiano, procuratore dell'Università di Roca, la munì di un moschetto da una libbra, ricevuto dal sindaco di Lecce. Nel 1639, il torriero Agostino Lopes a causa dell’età avanzata, rinunciò alla sua carica in favore di Carlo Viglialovos figlio di Giovanni, un milite del Castello di Lecce: “Lo spagnolo Agostino Lopes, caporale della torre di Roca vecchia, non potendo più attendere al servizio della torre, per la sua età di circa 80 anni, il 1° maggio 1639 rinuncia alla sua carica in favore di Carlo Viglialovos, figlio del fu Giovanni già milite del R. Castello di Lecce. Carlo è abile al servizio, essendo stato per molti mesi istruito da Agostino.” (Cosi, 1989). La torre è indicata in tutta la cartografia antica a partire dal XVI secolo, inizialmente coi nomi di “Torre di punta Rocca Vecchia” o “Torre de Voga” ed è presente negli Elenchi del Vicerè del 1569. Essa rimase attiva per circa due secoli. All’inizio del XIX secolo fu censita in cattivo stato e nel 1842 risultava abbandonata perché diroccata. Il rudere è stato recentemente oggetto di importanti interventi di consolidamento. Molto simile per caratteristiche alle vicine Torre dell’Orso e Torre San Foca anche dal punto di vista dei materiali adottati, la sua struttura troncopiramidale a pianta quadrata, ospita al piano terra una grande cisterna un tempo utilizzata per la raccolta dell’acqua. Il primo piano è costituito dal vano abitabile e vi era anche un camino. L’ingresso era raggiungibile con scale a pioli mobili. Sono crollati, del piano agibile lato monte nord, parte del tetto e due pareti adiacenti. Rimangono tuttora tracce del coronamento di caditoie a filo dei paramenti e una finestra originale. In lato mare, sono distinguibili i barbacani in controscarpa. Il materiale calcareo che la costituisce è pesantemente deteriorato ma il recente intervento di restauro ha fortunatamente messo in sicurezza la struttura. Altri link di approfondimento: https://www.visitmelendugno.com/dettaglio/punti-interesse/storia-e-cultura/torre-di-roca-vecchia/, https://www.cortedelsalento.net/salento-dintorni/salento-medievale-scopri-il-castello-di-roca-vecchia, https://www.youtube.com/watch?v=DHR9ylTRoto (video di Coste del Sud), https://www.youtube.com/watch?v=-5-pcFPDhqE (dal minuto 6:50, video di TeleRamaNews)
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Roca_Vecchia, https://www.torredellorso.com/le-marine/roca-vecchia/, https://torricostieredelsalento.com/torre-roca-vecchia/
Foto: la prima è presa da https://www.portobadiscoedintorni.it/torri-saracene-e-varie/, la seconda è presa da https://www.cortedelsalento.net/salento-dintorni/salento-medievale-scopri-il-castello-di-roca-vecchia
Nessun commento:
Posta un commento