domenica 3 giugno 2012

Il castello di domenica 3 giugno




RIANO (RM) – Castello Cesi-Ruspoli

Nel primo documento storico che riguarda il castello di Riano, risalente al 1151, si afferma che esso apparteneva a Guido Bobones, figlio di Leone, discendente da una famiglia antenata dei Borboni e degli Orsini. Non vi sono notizie di chi lo abbia fatto costruire. Il 7 aprile 1159, la famiglia Roncioni, nelle persone di Giovanni e Berardo, trasferì il proprio possesso a papa Adriano IV, che lo cedette ai monaci benedettini di San Paolo fuori le mura. La Bolla di Innocenzo III (1203) e quella di Onorio III (1218) confermano che una parte di Riano era ancora di proprietà della Chiesa. Il 9 novembre 1259 i monaci acquistarono dalla famiglia Venozzi e Pezzati anche l’altra parte del territorio rianese. Il nuovo possesso fu motivo di contesa poiché il principe Stefano Colonna, signore di Castelnuovo di Porto, non riuscendo a definire pacificamente i confini tra le sue terre e quelle di Riano, tra il 1316 e il 1338 assediò il castello e lo espugnò, distruggendolo in buona parte e saccheggiandolo. I monaci si rivolsero alla Curia e al re di Napoli, Roberto, per la restituzione, che ottennero nel 1369, grazie all'intervento di Carlo IV, imperatore di Germania; successivamente il castello fu oggetto di contesa fra gli stessi monaci e il Capitolo Vaticano; nel 1435 papa Eugenio IV lo assegnò ai monaci e ciò fu confermato anche dal suo successore, Paolo IV. La discordia tra i Colonna e i benedettini di San Paolo si concluse dopo 179 anni, cioè quando nel 1491 si riuscirono a definire i confini del territorio di Riano. Nel 1500 il Monastero riedificò il Castello inglobandovi la superstite torre di pianta rettangolare, dove chiaramente si legge la struttura medioevale, e riedificò le case circostanti. Forse a quest’epoca risale la planimetria attuale del castello, che si presenta a base quadrata con tre torri angolari circolari, oltre a quella preesistente. I monaci, non trovandosi in buone condizioni finanziarie, nel 1521 cedettero prima i diritti e i redditi del borgo e del castello al principe macedone Costantino Comneno e poi, dal 1527, appartenne alla famiglia Caddi che ne fu proprietaria per 33 anni. Da questa fase storica ebbe inizio un nuovo periodo per il castello di Riano, in quanto tutti i proprietari vi lasciarono qualche traccia. Il 22 dicembre 1570 ne acquistò una parte il cardinale Pier Donato Cesi e un mese dopo un'altra parte del feudo fu comprata dal prelato Grazio Massimo. L'8 maggio del 1572 i monaci cedettero alla famiglia Cesi tutti i diritti sul territorio di Riano, che li mantenne per 140 anni. Durante il loro possesso, avvenne la trasformazione del castello con l’aggiunta di finestre rinascimentali aperte lungo le murature perimetrali, mentre due salette interne vennero decorate con grottesche e paesaggi degli Zuccari e altri interessantissimi elementi. Nel 1710 i Cesi cedettero il feudo a don Francesco Maria Ruspoli, che lo tenne per oltre un secolo, eseguendovi alcune opere quali la fonte di acqua fresca, il muraglione di cinta e l'allargamento della porta di accesso al castello. La famiglia Ruspoli lo vendette nel 1819 alla famiglia Boncompagni Ludovisi, principi di Piombino, che conservarono il feudo fino a quando il principe Chiesa di San Giorgio don Francesco non ne cedette una parte all'Ente Maremma, che fu venduta a lotti privati e lo stesso nel 1935 donò il castello al Comune di Riano. Si entra nel maniero per un portone prospiciente la piazza, mentre una scala, con gradini di mattoni murati a coltello, porta ai piani superiori. Al primo piano c'è una sala centrale con grandi finestre mentre su una parete si aprono varchi che portano ad altre camere per alloggiare. Al piano terreno vi è la cappella per le funzioni religiose; seguono le scuderie, altri ambienti per dispense e magazzini e la cisterna per raccogliere l'acqua piovana discendente dai tetti. Ai piedi della torre che si trova a destra della piazza, una camera con finestra protetta da una robusta inferriata serviva da prigione. Attorno al castello, sul lato nord, un alto muraglione, con sopra uno sterrato, dove si schierava la milizia per la difesa, restaurato dal Genio Civile nel 1958. Attualmente il castello è sede degli uffici comunali.

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