martedì 30 settembre 2014

Il castello di martedì 30 settembre






LANGHIRANO (PR) - Castello Rossi di Torrechiara (di Mimmo Ciurlia)

E' senz'altro il castello più spettacolare, più strutturato e anche più frequentato della provincia parmense. Sorge sulle colline di Torrechiara a 278 m. di altezza, vicino a Langhirano, a circa 18 km da Parma. La sua posizione elevata gli permette di  dominare perfettamente la vallata dove scorre il torrente Parma, punto di incontro tra la città e la montagna poco distante. È considerato un esempio tra i meglio conservati di architettura dei castelli in Italia poiché unisce elementi del medioevo a quelli del  Rinascimento italiano. Il castello fu fatto costruire dal conte Pier Maria II de' Rossi fra il 1448 e il 1460, sulle rovine di una precedente casaforte del 1259, di cui rimane una sezione del portico nel lato ovest del cortile interno. Fin dall'inizio doveva servire non solo come struttura difensiva ma anche come dimora isolata del Conte e della sua amante, Bianca Pellegrini di Arluno. Pier Maria II, a soli 15 anni, fu obbligato a sposare Antonia Torelli, figlia dei Signori di Montechiarugolo, per legare le due famiglie confinanti e istituire così un accordo di non belligeranza. Tuttavia a Milano si innamorò perdutamente di Bianca Pellegrini, una dama di corte della duchessa Visconti. Dopo diversi anni di matrimonio e dopo aver avuto dieci figli da Antonia Torelli, quest'ultima si ritirò nel convento di San Paolo a Parma, lasciando la possibilità a Pier Maria di avvicinare Bianca a San Secondo, precisamente a Roccabianca, dove lo stesso cavaliere le fece  costruire un castello e nel 1448 edificò per l'amata anche il castello di Torrechiara. Il maniero, a pianta rettangolare, era originariamente difeso da tre cerchia di mura: la prima circondava la collina su cui sorge, la seconda proteggeva il borgo e la terza riparava il castello vero e proprio. Per superare ogni cerchio di mura era necessario passare attraverso un ponte levatoio, di cui è possibile intuire la presenza dalle scanalature sul muro sotto cui si passa per accedere al castello. Vi erano in origine anche due fossati, uno a protezione del borgo, l'altro del castello, l'unico visibile ancora oggi. Il fossato è sempre stato asciutto per specifica richiesta di Pier Maria II de' Rossi affinché chiunque avesse tentato la scalata al castello potesse costituire un facile bersaglio delle guardie e non si potesse nascondere nell'acqua. Le mura erano inoltre costruite su alte scarpate in modo da rendere difficile la scalata ai nemici e resistere meglio ai proiettili delle prime armi da fuoco in dotazione ai soldati. Altro sistema di sicurezza perfettamente conservatosi è costituito dalle quattro torri quadrate collegate fra di loro da una doppia cinta di mura un tempo merlate e poi coperte dal tetto, che circoscrivono il cortile interno o Corte d'Onore. La torre di San Nicomede si trova sopra l'omonima cappella dove pare vi siano le tombe di Pier Maria Rossi e Bianca Pellegrini. Da qui si può osservare tutta la valle del Parma verso Langhirano. A Ovest guarda invece la torre del Giglio, così chiamata perché vi si trova lo stemma di Bianca Pellegrini. La torre che guarda ad est è invece detta torre della Camera d'Oro perché lì è situata la stanza omonima. A Nord si trova la torre più alta, il mastio, detta torre del Leone, dallo stemma nobiliare della famiglia dei Rossi. Da queste torri, grazie a feritoie e caditoie, potevano essere lanciati detriti e acqua bollente. Inoltre, sembra che le altezze delle torri e delle cortine murarie nascondano relazioni proporzionali, rapportabili alle armonie musicali, ispirate alla geometria pitagorica e ai concetti filosofici che influenzarono l'arte del Rinascimento. Dopo il 1575 gli Sforza di Santa Fiora trasformarono la geometria del maniero: fecero costruire le due ampie logge panoramiche affacciate sul torrente Parma, abbassarono le mura difensive, allargarono porte e finestre, trasformarono gli spalti in frutteti e giardini pensili, accentuando la funzione residenziale del castello. Lasciato l'esterno rivestito di mattoni, tipico dell'architettura castellare dell'Italia centrale, si raggiunge l'interno, ricchissimo di sale affrescate a grottesche (stile divenuto poi in uso comune tra la fine del XV secolo e l'inizio del XVI secolo), principalmente a temi naturalistici, fantastici. I nomi delle sale richiamano il tema principale dell'affresco. Al piano terreno si trova l'Oratorio di San Nicomede, costruito in un ambiente a pianta quadrata; occupa il pianterreno dell'omonima torre a cui si accede dal portico della corte attraverso un portone di legno. La volta dell'oratorio fu affrescata da Cesare Baglione (1525-1590) con immagini simili a quelle della stanza del Vespro, del Meriggio e dell'Aurora. Secondo le cronache Bianca Pellegrini e Pier Maria Rossi, che qui si sarebbero fatti seppellire, assistevano alle funzioni da una piccola tribuna lignea (ora al Museo del Castello Sforzesco di Milano). Gli unici arredi risalenti al '400 provengono dall'oratorio stesso e sono custoditi all'interno del Museo del Castello Sforzesco di Milano. All'interno quindi troviamo:
- Sala di Giove. Affrescata da Cesare Baglione (fine XVI sec.) con la figura del padre degli dei sulla volta e motivi a grottesche, putti, cartigli, architetture fantastiche. Alle pareti, altre decorazioni naturalistiche del XVIII sec.
- Sala del pergolato. Cesare Baglione affrescò nella volta un pergolato e alle pareti figure femminili, a cui si sono sovrapposti paesaggi con uccelli del XVIII sec.
- Sala dei paesaggi. Decorazioni paesaggistiche entro ovati, con raffigurazioni di castelli, e grottesche alle pareti.
- Sala della Vittoria. Una Vittoria vola al centro della volta in uno squarcio di cielo. Le altre raffigurazioni sono strutturate entro motivi architettonici collegati da festoni.
- Sala degli Angeli. Al centro della volta, l'arma degli Sforza, e alle vele angeli che si affacciano da balaustre. Nelle lunette, uccelli con stemmi degli Sforza di S.Fiora e famiglie collegate.
- Sala del Velario. Un velario dipinto nella volta si raccorda con i peducci angolari a filari di serti. Nelle vele e nelle pareti, altri motivi a grottesche.
- Salone degli Stemmi. Volte e lunette a grottesche e stemmi di papi, sovrani e nobili legati ai Rossi e agli Sforza di S.Fiora. Nella volta,riquadri con angeli.
- Salone dei Giocolieri. Così detta dall'affresco di Baglione nel quale dei nudi su leoni si prodigano in acrobatici esercizi fino a formare una specie di piramide umana. Fregio con scene di battaglia e figure femminili. Monocromi con architetture e grottesche su tutte le pareti.
- La Camera d'Oro. La più famosa stanza all'interno del castello, occupa l'intero primo piano della torre omonima, quella di nord-est. Era la camera da  letto di Pier Maria Rossi, che la fece affrescare dal pittore Benedetto Bembo (1420 ca.-1495) nel 1452. La stanza doveva avere anche funzioni di studiolo privato come sembrerebbe essere dimostrato dalla diversa decorazione presente nella parte   dell'angolo a nord- est. Sulle pareti sono dipinte figure storiche e mitologiche con cui Pier Maria condivideva valori e virtù: Sansone ed Ercole, simboli della forza fisica, e Virgilio e Terenzio, simboli dell'importanza della cultura e dell'intelletto. La camera era così chiamata in virtù della decorazione a foglie d'oro che ricopriva le formelle in cotto che rivestono interamente la stanza. La decorazione non è oggi più presente perché all'inizio del XX secolo l'allora proprietario, Pietro Cacciaguerra, asportò l'oro e disperse tutti gli arredi originali. Sulle formelle sono presenti cinque motivi diversi: arabeschi intrecciati su uno sfondo di tralci di mirto, pianta sacra a Venere, dea dell'amore, creano un disegno a scacchiera lungo le pareti. A questi vengono alternati gli stemmi di Pier Maria (il leone rampante) e di Bianca (un castello sull'acqua tra due bordoni da pellegrino),   una formella con due cuori sovrapposti sormontati dal motto in latino "digne et in aeternum" e un'altra dov'è rappresentata una M in stile gotico (lettera che per la grafica può ricordare le lettere M e B sovrapposte) con un nastro con la scritta "nunc et semper", a celebrazione dell'amore di Bianca e Pier Maria. La decorazione della volta è considerata una delle più eleganti e complete rappresentazioni quattrocentesche dell'amor cortese ed è  piuttosto insolita, poiché nelle stanze da letto dell'epoca si trovano quasi esclusivamente decorazioni di tipo religioso. Nelle quattro vele della volta a crociera è raffigurata Bianca, identificabile per la veste, il bastone, la conchiglia e le chiavi da pellegrina, per creare un gioco allusivo con il suo cognome, che attraversa uno ad uno tutti i luoghi in cui sorgono castelli del feudo rossiano in cerca dell'amato. Ognuna delle rocche e dei borghi è identificata con il nome, e ricreata con particolari realistici sia per quanto riguarda le strutture sia per l'ambientazione geografica. Nelle lunette laterali viene celebrato l'incontro dei due amanti attraverso quattro scene: nella lunetta est i due si ritrovano colpiti dai dardi di un Cupido bendato, simbolo dell'amore cieco; nella lunetta sud, secondo un rituale cavalleresco, Pier Maria dona la sua spada a Bianca, in segno di assoluta sottomissione; nella lunetta ovest Bianca fa dono all'amato di una corona d'alloro, simbolo di fedeltà e di elevazione morale. Nella lunetta nord, l'ultima del ciclo, vengono rappresentati Bianca e Pier Maria affiancati dai rispettivi castelli di Roccabianca e San  Secondo, con al centro il Castello di Torrechiara, il loro nido d'amore. Dalla stanza si accede ad una loggia panoramica, realizzata fra il XVI e il XVII secolo, aperta sulla valle sottostante. La leggenda vuole che nel castello di Torrechiara, durante le notti di plenilunio, in cui la nebbia avvolge l'edificio, appaia il fantasma di una bellissima duchessa, murata viva dal marito, che vaga nella torre del maniero offrendo baci appassionati agli uomini che la incontrano. La bellissima duchessa non smetterà di andare al castello finché non ritroverà suo marito. Il castello inoltre, è stato location nel 1937 degli esterni del film storico "Condottieri" di Luis Trenker ispirato alla figura del soldato di ventura e condottiero Giovanni dalle Bande Nere e usato come set cinematografico di film come "Ladyhawke" di Richard Donner interpretato da Michelle Pfeiffer. Dal 1911 il castello di Torrechiara è un monumento nazionale tutelato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è aperto al pubblico ed è inserito nel circuito dell'Associazione dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza. Il maniero ha riportato danni in seguito al sisma del 23 dicembre 2008. Dopo una parziale chiusura al pubblico è stato completamente  riaperto il 27 febbraio 2010.

Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Torrechiara
http://turismo.parma.it/page.asp?IDCategoria=260&IDSezione=1094&ID=34643
http://www.icastelli.it/castle-1235754714-castello_di_torrechiara-it.php

Foto: una cartolina della mia collezione, oltre ad una immagine di Claudio Pedrazzi presa da http://www.panoramio.com

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