venerdì 3 luglio 2015

Il castello di venerdì 3 luglio






RIONERO IN VULTURE (PZ) - Castello normanno in frazione Monticchio Sgarroni

Le origini di Monticchio sono piuttosto incerte. Tra i primi popoli che vi si insediarono furono i Normanni, che si stabilirono nel castello locale (castrum Monticuli), probabilmente costruito prima del loro arrivo, in località San Vito, nei pressi di Monticchio Sgarroni. Tra il X ed XIII secolo, l'area vide stanziarsi alcuni ordini monastici. Intorno al X secolo appaiono a Monticchio i Monaci basiliani, sfuggiti alle lotte iconoclaste, provocate nel 726 dal decreto contro il culto delle immagini emanato da Leone III Isaurico, si erano rifugiati nella zona adriatica dell'Italia meridionale, tra cui nel Vulture ove trovarono un confortevole riparo. I religiosi fondarono uno dei centri monastici di maggiore rilievo, tanto da attirare l'attenzione di Papi e Imperatori nel corso dei secoli. Un altro gruppo clericale che si trasferì a Monticchio fu quello dei Benedettini, insediatisi nella zona per osteggiare l'influsso della Chiesa di Bisanzio, lasciando testimonianze storico-religiose molto importanti. Con l'arrivo degli Svevi nel Vulture, Federico II lasciò la sua impronta anche a Monticchio, dato che la Badia di S. Ippolito presenta alcune fasi costruttive in stile svevo. Inoltre l'imperatore svevo trascorse nei boschi di Monticchio i suoi momenti di svago praticando la caccia con il falcone (hobby che svolgeva sovente anche a Melfi, Castel Lagopesole e Palazzo San Gervasio). Nel corso dei secoli, la località non registrò avvenimenti eclatanti e, con il progredire degli anni, divenne una zona sempre più povera e depressa. Durante il brigantaggio, Monticchio divenne un punto strategico per i briganti, che lo resero un ottimo rifugio per nascondersi dalle truppe sabaude. Come per l'Abbazia di Sant'Ippolito, anche del castello sono rimaste alcune tracce, anche a causa dei numerosi terremoti che tormentarono il Vulture, tra cui quello del 5 dicembre 1456. Situato nella località di San Vito, presso Monticchio Sgarroni, su una collina a più di settecento metri e adiacente alla masseria San Vito, si ritiene che la sua edificazione risalga prima dell'arrivo dei normanni nel Vulture, a dimostrazione che si tratti di uno dei castelli più antichi della zona, di fatto gli scavi, non ancora portati a completamento, hanno evidenziato tre diverse fasi di costruzione del castello, databili dal I al XIV secolo. Giustino Fortunato sostenne che nel 957 la struttura fu data in donazione da Tandolfo, principe di Conza, ai benedettini della Badia di Monticchio. In epoca medievale, fu sempre oggetto di conquista di vari feudatari della zona. Nel 1072, Abelardo, figlio primogenito del conte normanno Umfredo d'Altavilla, dopo aver battuto presso Troia le bande facenti capo a Roberto il Guiscardo, si spinse fin sull'Ofanto per occupare il Castello di Monticchio, nonché tutto il Vulture e la valle di Vitalba nei pressi dell'odierna Atella. Successivamente Roberto il Guiscardo riconquistò il Castello. Del castello vero e proprio, solo tre ambienti sono oggi visibili, a pianta pseudoquadrata, ricoperti da rovi e querce. Al di sopra della struttura muraria emergente si conserva un arco acuto ghierato del XII secolo, successivamente rinforzato da una muratura di sostegno esterna, di età angioina.


Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Monticchio_(Rionero_in_Vulture), http://web.tiscali.it/gasolinepub/vulture/rionero/monumenti.htm,

Foto: entrambe di Francesco Paolo di Tuccio nel gruppo Facebook "CASTELLI - ROCCHE - FORTEZZE in Italia" https://www.facebook.com/pages/CASTELLI-ROCCHE-FORTEZZE-in-Italia/308856780344?fref=ts

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