venerdì 6 novembre 2015

Il castello di sabato 7 novembre






ALCARA LI FUSI (ME) - Castello

L'insediamento prese probabilmente, dai Saraceni, il nome arabo di Akaret (con il significato di "fortezza"). Non sembra improbabile che gli arabi dopo la difficile conquista di questa zona dei Nebrodi, (una delle ultime conquistate, dopo quasi un secolo dallo sbarco nell'isola) abbiano previsto una rete di fortificazioni di controllo del territorio. Comunque il primo vero riferimento storico dell'esistenza di Alcara è dato da un documento del 1096, un diploma del Conte Ruggero, redatto in lingua greca che indica Alcara, come possesso del vescovo di Messina e che così recita: "....diedi anche il castello di Alcara, presso Demenna, con i suoi possedimenti....". Il periodo normanno dovette essere quello più importante per l'insediamento e dovrebbe essere meglio studiato. Da notare che il quartiere più vecchio del paese, sorto ai piedi del castel Turio (oggi una torre su di uno sperone roccioso, malamente ricostruita di recente su un rudere preesistente) prende il nome di Motta che è da riferirsi al modello tipico delle fortificazioni normanne e francesi che prevedevano una torre detta donjon (mastio) circondato da una cinta muraria detta motte. È quindi probabile che a dare una struttura urbana ad un insediamento forse, precedentemente, di carattere sparso fu proprio il periodo normanno. Tuttavia non sembra possibile, al momento, ricostruire l'andamento delle mura della "Motta" se non per brevi tratti. Nel 1359 sotto il regno di Federico IV d’Aragona la fortificazione e i possedimenti furono assegnati a Vinciguerra d’Aragona. Il Castello di Alcara li Fusi sorge ai margini di un quartiere di origine medievale, denominato Motta, in posizione preminente nel centro urbano, raggiungibile dai vicoli che si dipartono dalla via D. Cusmano. I collegamenti carrabili sono frutto di sistemazioni recenti. La torre superstite è attualmente isolata su un alto affioramento roccioso, ma verosimilmente faceva parte di un complesso più esteso, del quale rimane oggi solo la contigua chiesa della Trinità. Il complesso fortificato è sorto presumibilmente a presidio dell'abitato e della via di comunicazione per l'entroterra costituita dalla vallata del Rosmarino. Il castello è attestato fin dal XII secolo. Nel 1081, la località, citata come Acharet, venne concessa alla diocesi di Troina. Nel 1396, Federico Aragona, figlio di Vinciguerra, era capitano della terra e del castrum di Alcara. Nel 1490, il 6 ottobre un terremoto danneggiò pesantemente il castello, facendo crollare un'aquila in pietra che era posta all'entrata. Tra il 1980 ed il 1983 la Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Messina ha eseguito lavori di restauro, consolidamento e parziale ricostruzione in seguito al terremoto del 1968. I resti più evidenti dell'antico Castel Turio (Taurianum castrum) sono costituiti da un'unica torre, a pianta quadrangolare, che svetta su di uno spuntone di roccia e domina l'abitato di Alcara e la valle del Rosmarino. L'edificio presenta un volume stereometrico e ben definito che però è frutto dei restauri eseguiti; infatti le immagini precedenti mostrano che la torre era poco più di un rudere. La torre è stata realizzata con tecniche costruttive povere e materiali reperibili in loco. La struttura, infatti, è costituita da blocchi irregolari e ciottoli legati con malta. I prospetti sono semplici e non mostrano alcuna particolarità. In asse ai lati più lunghi sono presenti piccole aperture di accesso. Non sono presenti coperture, solai, scale e pavimenti. Altro link suggerito: http://www.messinaweb.eu/territorio/i-castelli/item/637-castello-di-alcara-li-fusi.html,

Fonti: scheda del Dr Andrea Orlando su http://www.icastelli.it/castle-1234881740-castello_di_alcara_li_fusi-it.php,  https://it.wikipedia.org/wiki/Alcara_Li_Fusi

Foto: entrambe di emilianosicilia, su http://www.panoramio.com/photo/34190448 e su http://www.panoramio.com/photo/34206060

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