venerdì 13 maggio 2016

Il castello di sabato 14 maggio






CASTELL’AZZARA (GR) – Rocca Aldobrandeschi in frazione Selvena

Conosciuto sin dai tempi degli Etruschi e dei Romani che ne sfruttavano le ricche miniere di cinabro, il paese di Selvena ha avuto un importante ruolo durante l'età medievale. Il castello che vi sorge, l'imponente fortezza aldobrandesca risalente al IX secolo (ricordato sin dall’anno 833), è stata teatro di continue contese, battaglie e lunghissimi assedi. Il castello, ritenuto inespugnabile, ha avuto il suo ultimo castellano nel XV secolo, il conte Giacomo Aldobrandeschi autore di un testamento che impose ai selvignani «di offrire in perpetuo la notte del giorno quattordicesimo d'agosto un cero votivo del valore di 200 denari senesi alla Madonna assunta in cielo», tradizione che venne col tempo abbandonata. Il castello, detto anche Rocca Silvana, era un antico possedimento dell'abbazia di San Salvatore al Monte Amiata. Nei secoli successivi divenne proprietà della famiglia Aldobrandeschi, assumendo un ruolo strategico per il controllo e lo sfruttamento delle vicine miniere di cinabro e mercurio ed entrando nelle mire espansionistiche di Siena, sotto la cui giurisdizione passò attorno alla metà del XIV secolo. Tuttavia, il dominio senese non fu molto lungo, in quanto gli Orsini di Pitigliano riuscirono ad inglobare la fortificazione nella loro contea nei primi anni del XV secolo. La rocca entrò a far parte del Granducato di Toscana attorno alla metà del XVII secolo, assieme a tutti gli altri territori della Contea degli Orsini che, proprio in quest'epoca, scompariva definitivamente dallo scenario politico. Da allora, la fortificazione fu gradualmente dismessa, andando incontro ad un lungo ed inesorabile declino che si è protratto fino agli ultimi anni del XX secolo, quando una serie di campagne di scavo e di interventi di restauro hanno permesso il recupero degli imponenti ruderi che testimoniano, ancora oggi, l'importanza della rocca nei secoli passati. La Rocca Silvana si trova sulla vetta di un monte, dal quale si domina la vasta area circostante. Nella parte bassa si estendeva il borgo, di cui rimangono le strutture murarie dei vari edifici, mentre nell'area sommitale si trova il palazzo signorile, a pianta quadrangolare, disposto su due livelli, presso il quale vi sono i resti di una cisterna per la raccolta e la distribuzione dell'acqua. Ancora oggi è facilmente riconoscibile l'andamento della doppia cinta muraria, la prima racchiudeva l'abitato e la seconda interna a protezione del palazzo feudale, con una forma semi trapezoidale. Al vertice orientale della seconda cerchia, in corrispondenza della porta principale, si erge una splendida torre di forma pentagonale che aveva la funzione di cassero. Detta torre sembra sia stata aggiunta alla fortificazione per aumentarne le difese subito dopo l'assedio del Barbarossa. Ancora oggi è riscontrabile la qualità della costruzione, tutta eseguita con pietre a filaretto, testimonianza della ricchezza dei proprietari del castello. Questo lato della fortificazione è anche l'unico non difeso naturalmente dal dirupo e le mura formano qui il vertice del loro andamento trapezoidale, creando quasi un rivellino a maggior difesa dell'ingresso. L'aspetto ricorda quello della prua di una nave. Subito a lato della torre, quasi al centro del secondo recinto, sorgono i resti del palazzo del signore, uno dei più alti esempi di dimora signorile duecentesca che possiamo trovare in Toscana fuori dalle grandi città comunali. Tutto attorno si trovano vari resti di altri edifici tra i quali si può individuare la cisterna e la cappella. Il complesso rimase in uso fino a tutto il XVII secolo e  poi iniziò la sua lenta rovina, in quanto dopo l'esaurimento delle miniere circostanti quella che fu la sua forza, la sua posizione di nido d'aquila difficilmente attaccabile e di conseguenza anche mal raggiungibile, divenne la sua condanna. Fino a prima del 1997 era rischioso avventurarsi fra questi resti avvolti dalla vegetazione per pericoli di crolli, la recente opera di restauro ha fermato il degrado, anche se non è possibile poter godere liberamente dei suoi risultati [i lavori alla torre del mastio e le mura che la circondano sono completati, come quelli al palazzo signorile e molte altre aree dell'area residenziale, liberate dalla vegetazione al punto che sono tornate alla luce le pavimentazioni originarie in cotto]. Ancora nel  2007 Selvena era visibile solo dall'esterno, da sotto le mura del mastio e dalle varie prospettive offerte dalla strada panoramica che porta a Sovana o Roccalbegna, nonostante il completamento dei restauri e la realizzazione di un'area di accoglienza visitatori. Qui potete trovare la storia dettagliata della fortificazione: http://selvena.altervista.org/doc/storia_selvena_rocca_silvana_aldobrandeschi.html (e navigando nel sito tante altre informazioni utili). Altri link suggeriti: http://www.fortezze.it/rocca_silvana_it.html, http://iltirreno.gelocal.it/regione/2014/06/08/news/selvena-ogni-mattone-di-quella-rocca-racconta-una-storia-1.9387476, http://www.monte-amiata.eu/italiano/amiata-cultura-cc-rocca-silvana.asp, http://roccasilvana-maremma.blogspot.it/. Ecco inoltre un interessantissimo video di Amiatavideo: https://www.youtube.com/watch?v=flgtJWObCWI



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