domenica 1 novembre 2020

Il castello di domenica 1 novembre




ISCHIA (NA) - Castello Aragonese

Sorge su un'isola tidale di roccia trachitica, posto sul versante orientale dell'isola d'Ischia, collegato per mezzo di un ponte in muratura lungo 220 m all'antico Borgo di Celsa, conosciuto come Ischia Ponte. L'isolotto su cui è stato edificato il castello deriva da un'eruzione sinattica avvenuta oltre 300.000 anni fa. Raggiunge un'altezza di 113 metri sul livello del mare e ricopre una superficie di circa 56000 mq. Geologicamente è una bolla di magma che si è andata consolidando nel corso di fenomeni eruttivi e viene definita "cupola di ristagno". Al castello si accede attraverso un traforo, scavato nella roccia e voluto verso la metà del Quattrocento da Alfonso V d'Aragona. Prima di allora l'accesso era possibile solo via mare attraverso una scala situata sul lato nord dell'isolotto. Il traforo è lungo 400 metri e il percorso è illuminato da alti lucernari che al tempo fungevano anche da "piombatoi" attraverso i quali si lasciava cadere olio bollente, pietre e altri materiali sugli eventuali nemici. Il tratto successivo è una mulattiera che si snoda in salita all'aperto e conduce fino alla sommità dell'isola. Da questa strada si diramano sentieri minori che portano ai vari edifici e giardini. Dagli anni settanta del Novecento è anche in funzione un ascensore, il cui percorso è ricavato nella roccia e che raggiunge i 60 metri sul livello del mare. La costruzione del primo castello risale al 474 a.C. sotto il nome di Castrum Gironis, ovvero "castello di Girone", in onore del suo fondatore. In quell'anno, infatti, il greco Gerone I detto il tiranno di Siracusa prestò aiuto con la propria flotta ai Cumani nella guerra contro i Tirreni, contribuendo alla loro sconfitta al largo delle acque di Lacco Ameno. Debitori di tale intervento, i Cumani decisero allora di ricompensare l'alleato cedendogli l'intera isola. La fortezza venne poi occupata dai Partenopei, ma nel 315 a.C: i Romani riuscirono a strappar loro il controllo dell'isola e vi fondarono la colonia di Aenaria. Il Castello venne utilizzato come fortino difensivo e vi furono edificate anche alcune abitazioni ed alte torri per sorvegliare il movimento delle navi nemiche. Nei secoli successivi la fortezza di Gerone fu radicalmente trasformata, in modo da fungere da rifugio sicuro per la popolazione contro i saccheggi di Visigoti, Vandali, Ostrogoti, Arabi, Normanni (1134-1194), Svevi (1194-1265) e Angioini (1265-1282). L'eruzione dell'Arso del 1301 fornì un notevole incentivo allo sviluppo dell'insediamento urbano: distrutta la città di Geronda, che sorgeva nella zona in cui nel ventunesimo secolo vegeta la pineta, gli Ischitani si rifugiarono nel castello che garantiva maggiore tranquillità e sicurezza, dando vita ad un vero e proprio rifugio in cui vivere. Si deve agli Aragonesi la moderna fisionomia del castello: un solido a forma quadrangolare, con mura fornite di quattro torri. Partendo dal vecchio maschio di età angioina, nel 1441 Alfonso V d'Aragona diede vita ad una struttura che ricalcava quella del Maschio Angioino di Napoli. Il sovrano fece costruire un ponte di legno che congiungeva l'isolotto all'isola maggiore (che sarebbe stato successivamente sostituito da uno in pietra), mentre fino alla metà del XV secolo l'unico strumento di accesso al castello era costituito da una scala esterna di cui si può ancora intravedere qualche rudere dal mare, dal lato che dà sull'isola di Vivara. Furono inoltre realizzate poderose mura e fortificazioni (come i cosiddetti piombatoi, ossia fessure da cui venivano lanciati acqua bollente, piombo fuso, pietre e proiettili sull'eventuale invasore) dentro le quali quasi tutto il popolo d'Ischia trovava rifugio e protezione durante le incursioni dei pirati. All'interno dell'edificio erano posti gli alloggi reali e quelli riservati ai cortigiani, alla truppa e ai servi. Ai piedi del castello fu invece posta una casamatta, adibita a quartiere della guarnigione addetta alle manovre del ponte levatoio. Il periodo di massimo splendore della struttura si ebbe alla fine del XVI secolo: al tempo il castello ospitava 1892 famiglie, il convento delle clarisse, l'abbazia dei monaci basiliani di Grecia, il vescovo con il capitolo ed il seminario, il principe con la guarnigione. Vi erano 13 chiese tra cui la cattedrale, dove il 27 dicembre 1509 furono celebrate le nozze tra Fernando Francesco d'Avalos, marchese di Pescara e condottiero delle truppe imperiali di Carlo V, e la poetessa Vittoria Colonna. Il soggiorno di Vittoria Colonna nel castello, dal 1501 al 1536, coincise con un momento culturalmente assai felice per l'intera isola: la poetessa fu infatti circondata dai migliori artisti e letterati del secolo, tra cui Michelangelo Buonarroti, Ludovico Ariosto, Jacopo Sannazaro, Giovanni Pontano, Bernardo Tasso, Annibale Caro l'Aretino e molti altri. Nel ‘600 una terribile pestilenza colpì il Castello, compreso Carlo Gaetano Calosirto, ossia San Giovanni della Croce, patrono di Ischia che però guarì miracolosamente. Nella seconda metà del Settecento, cessato il pericolo dei pirati, la gente cominciò ad abbandonare il castello, in cerca di una più comoda dimora nei vari comuni dell'isola per poter curare meglio le attività economiche principali: la coltivazione della terra e la pesca. Nel 1799 con la nascita della Repubblica Partenopea il Castello divenne carcere politico, quindi nel 1809 le truppe inglesi assediarono l'isolotto, sotto il comando francese, e lo cannoneggiarono fino a distruggerlo quasi completamente. Nel 1823 Fernando I, re delle Due Sicilie ed esponente della dinastia borbonica, allontanò gli ultimi 30 abitanti, riconvertì la fortezza a luogo di pena per gli ergastolani e trasformò le stanze in alloggi per le guardie carcerarie. Il castello divenne, a partire dal 1851, prigione per i cospiratori contro il Regno delle Due Sicilie, tra i quali Carlo Poerio, Luigi Settembrini, Michele Pironti e Pasquale Battistessa. Nel 1860, con l'invasione di Giuseppe Garibaldi, Ischia fu annessa al Regno d'Italia e il carcere politico fu soppresso. L'8 giugno 1912 l'amministrazione del demanio, con trattativa privata, pose il castello aragonese in vendita all'asta. Fu un avvocato ischitano, Nicola Ernesto Mattera, ad acquistarlo e farne la propria dimora, avviando una lenta e graduale opera di restauro. Nel 1967 il Castello fu dichiarato dallo Stato italiano suolo non edificabile perché monumento nazionale. Il castello è aperto al pubblico ed è una meta turistica. Il Castello è tutt’oggi un monumento nazionale autofinanziantesi tramite il costo del biglietto d’ingresso e senza ricorrere a finanziamenti pubblici. Gli edifici ricoprono una parte minima della superficie dell'isolotto, che è per lo più occupato da ruderi, da orti e vigneti. Le fitte costruzioni ritratte nelle stampe settecentesche sono state in buona parte distrutte dagli eventi bellici che hanno interessato l'isola sotto la dominazione francese nei primi dell'Ottocento e, in seguito, dall'incuria e dall'abbandono fino all'acquisto dell'isola, come detto, da parte dei Mattera. All’interno del castello è ancora visibile il cimitero delle monache Clarisse, l’annesso cimitero sotterraneo (XVI secolo) presenta, a ridosso delle pareti, sedili in pietra su cui venivano adagiati, in posizione seduta e a tronco eretto, i corpi senza vita delle suore affinché mummificassero. La carne si decomponeva lentamente e i liquidi venivano raccolti in appositi vasi situati sotto i sedili, finché gli scheletri non venivano raccolti in un ossario. Ogni giorno le monache vi si recavano in preghiera e meditavano sulla morte e sulla durata effimera della vita terrena. In questo castello, nel 1952, sono state girate alcune scene del film statunitense "Il corsaro dell'isola verde" con Burt Lancaster. A partire dagli anni settanta il castello è stato palcoscenico di numerose mostre dedicate ad artisti di fama internazionale come Giorgio Morandi, Giacomo Manzù, Filippo de Pisis, Giorgio de Chirico, Pablo Picasso, Salvador Dalì e Aligi Sassu. Annualmente è anche cornice del Festival di musica arti e spettacolo. Indiscutibili dominanti nell'immagine del Castello sono le sagome della residenza reale, denominata Maschio (che non si visita), e posta sul punto più alto del versante nord orientale, e della cupola della Chiesa dell'Immacolata, contrappunto centrale di tutto l'isolotto. Efficace mediazione tra i costoni rocciosi e la parte edificata è la cinta bastionata che si avvolge intorno al Castello per 3/4 del suo perimetro caratterizzandone fortemente l'insieme. Il Castello Aragonese fa parte della serie filatelica "Castelli d'Italia" e il suo francobollo valeva 100 lire. In questo sito potete approfondire ampiamente l'argomento: https://castelloaragoneseischia.com/. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=4Yk8m9B7QvY (video di ArtisticaMente), https://www.youtube.com/watch?v=XQxEwgAm8sc (video di miki ferro), https://www.youtube.com/watch?v=n1hMGQ0V7ng (video di Andrey Lobachev), https://www.youtube.com/watch?v=C1yQvAoyg30 (video di CH Drone)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_Aragonese_(Ischia), https://www.infoischia.com/castello-aragonese/, https://www.alicost.it/blog/il-castello-aragonese-di-ischia-storia-e-orari-di-visita/, https://www.ischia.it/il-castello-aragonese, https://castlesintheworld.wordpress.com/2015/03/16/castello-aragonese-di-ischia/

Foto: la prima è presa da https://www.marina10.it/il-castello-aragonese/, la seconda è presa da https://castlesintheworld.wordpress.com/2015/03/16/castello-aragonese-di-ischia/. Infine, la terza è presa da https://napoli.repubblica.it/cronaca/2017/07/07/news/ischia_nasce_il_vino_del_castello_aragonese-170226602/

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