martedì 11 ottobre 2022

Il castello di martedì 11 ottobre



ROCCASTRADA (GR) - Castello di Sassoforte

Si trova sull'omonimo massiccio che domina a nord-ovest l'abitato di Sassofortino e quello di Roccatederighi, nella parte occidentale del territorio comunale di Roccastrada. Il Castello di Sassoforte apparteneva, come gran parte dei castelli maremmani, ai Conti Aldobrandeschi. La più antica citazione è del 1076 e riguarda la donazione di un oratorio (S. Margherita e S. Lucia in Sassoforte) e di altri beni fatta dal Conte Ildebrando Aldobrandeschi alla Chiesa di Montemassi. Gli Aldobrandeschi sono poi ricordati anche nel 1221, quando fu riconfermato dall’imperatore Federico II "il dominio e i diritti" sui loro vassalli fra i quali è citato Uguccione da Sassoforte degli Ardengheschi, che era un suo protetto. In seguito gli Ardengheschi, signori di Sassoforte, dopo la morte di Federico II, cercarono di affrancarsi dal dominio degli Aldobrandeschi, seguendo una politica opportunistica e sottomettendosi nel 1254 a Siena, fautrice ancora di una politica ghibellina, impegnandosi a combattere contro gli Aldobrandeschi guelfi, detentori del castello di Montemassi, ove Uguccione fu poi imprigionato e da cui fu liberato ad opera dei senesi. Passata Siena in mano guelfa (1270), Sassoforte entrò ripetutamente in contrasto con la potente città, a causa del conflitto tra gli stessi signori di Sassoforte e gli uomini di Roccatederighi, comunità all’epoca soggetta al dominio senese. Così durante i primi decenni del Trecento si compì la sottomissione del castello al comune di Siena: nel 1316 Ghinozzo e Longarello da Sassoforte cercarono un accordo con il comune di Siena che non impedisse loro di condurre le proprie ostilità contro gli Aldobrandeschi di Santa Fiora. Nel 1328 il condottiero Guidoriccio da Fogliano cinse d’assedio il castello di Sassoforte che in breve capitolò e fu ricondotto a più miti pretese. Della sconfitta ne approfittarono nuovamente gli Aldobrandeschi che, per le passate turbolenze e scorrerie subite, dopo aver condotto in catene a Santa Fiora, Ghinozzo - ultimo Conte di Sassoforte - ne ritennero il castello, che fu poi venduto a Siena per 5.500 fiorini d'oro nel 1330. Questa, temendo la posizione strategica della rocca, ordinò che fossero distrutte le mura ed il cassero mentre le terre furono concesse in enfiteusi agli abitanti al prezzo di 600 lire annue. Nel castello, sebbene distrutte le fortificazioni, continuarono a vivere un consistente numero di persone in condizioni sempre più disagiate. Gli abitanti, decimati dalla povertà e dalla peste, si ridussero a solo 50 persone nel 1353; la rocca, o quel che ne rimaneva, passò quindi in mano ai Salimbeni nel 1368 ma l’inarrestabile degrado continuò finchè, nel marzo 1438, il borgo venne declassato a contado e gli abitanti confluirono nel nuovo abitato di Sassofortino. Su Sassoforte scese l’oblio dei secoli e la vegetazione ne prese possesso. I resti di questo insediamento fortificato si estendono per l'intera circonferenza di una piattaforma riolitica, alla sommità del monte Sassoforte. Le mura, le torri, il cassero, sono costruiti in filarotti di riolite con una buona tecnica e particolari architettonici di notevole fattura. La doppia cortina muraria doveva essere senza dubbio imponente, anche se in più punti andava semplicemente ad integrare gli affioranti massi di riolite, o addirittura erano gli strapiombi del pianoro a provvedere alla difesa di Sassoforte. Il recinto di mura più esterno racchiudeva il borgo, che conserva ancora i resti di alcune case ed elementi tipici della vita quotidiana in un villaggio medievale, come macine e vasche per la raccolta dell’acqua. La cinta muraria interna racchiudeva invece gli edifici più importanti: una grande chiesa romanica, forse anticamente dedicata alle sante Margherita e Lucia (della quale rimane ben visibile soltanto l’area del presbiterio), una struttura che probabilmente va identificata come sede del Palazzo di Giustizia e il cassero. Verso nord-ovest si trova il cassero, un'alta costruzione provvista ancora della porta di accesso (molto stretta, circa un metro) con mensola decorata a motivo vegetale. Sopra questa, si notano due beccatelli che sostenevano l'apparato difensivo a sporgere. Nei resti degli ambienti interni si riconoscono ancora porte e feritoie, è identificabile anche una cisterna per la raccolta delle acque (che in questa zona sgorgano copiose), si ipotizza che qui fosse localizzata la dimora padronale. Davanti alle mura si trova una costruzione rettangolare corredata da belle finestrelle ogivali ed innesti di volta. Tutti i particolari denotano una grande cura, maestria e raffinatezza tanto da individuare un edificio di uso non comune, di dimensioni notevoli e dotato di strutture non frequenti nella zona e certamente fra le più notevoli del comprensorio, a testimonianza della potenza raggiunta dai signori di Sassoforte. Data la sua posizione fra il cassero e l'area abitata, probabilmente era adibito a palazzo pubblico di giustizia. La visita a Sassoforte è particolarmente suggestiva per i castagneti secolari che si debbono attraversare salendo a piedi sul monte, per la sensazione di graduale scoperta che danno i vari piani della terrazza riolitica, per le viste panoramiche verso il mare e l'entroterra davvero eccezionali. Il 10 luglio 2006 ebbe inizio la prima di una serie di campagne di scavo archeologico nel castello di Sassoforte. Le campagne venivano realizzate, con cadenza solitamente annuale, grazie all’impegno congiunto del Comune di Roccastrada, dell’Università di Siena e della Comunità Montana Colline Metallifere Grossetane. L'obiettivo era quello di passare attraverso le fasi di indagine e consolidamento per giungere alla fruizione consapevole, in sicurezza, del castello. Dopo alcune stagioni, gli scavi sono stati abbandonati. Una leggenda narra della “Storia d’amore a Sassoforte”, dove nel XII secolo, sotto un castagno, oggi millenario, si dice che si incontrassero due giovani innamorati, Fredi, giovane degli Ardengheschi, signori di Roccatederighi, e la figlia di Peppone, feroce signore di Sassoforte. La rivalità delle due famiglie fece finire tragicamente la storia d’amore, in quanto Fredi fu ucciso dai fratelli dell’amata. Nella folta boscaglia presente fra Sassoforte e Roccatederighi, oltre al castagno dell’amore si narra che vi sia un blocco di riolite, detto il Sasso di Fredi. Altri link suggeriti: https://www.visittuscany.com/it/attrazioni/il-castello-di-sassoforte/, https://www.youtube.com/watch?v=El-51wEa8yY (video di BOBGASTV), https://www.youtube.com/watch?v=0gpldFrskVo (video di terra aria), https://www.youtube.com/watch?v=QAr_M36PqKo (video di Sara into the Woods)

Fonti: https://castellitoscani.com/sassoforte/, https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Sassoforte, https://www.comune.roccastrada.gr.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/castello-di-sassoforte-48586-1-c3a9df0ba10afa5766192de5d0c33b94, https://www.maremmanews.it/post/oggi-parliamo-di-il-castello-di-sassoforte-tra-lotte-e-leggenda, http://wikimapia.org/18182859/it/Castello-di-Sassoforte

Foto: la prima è presa da https://fondoambiente.it/luoghi/sassoforte?ldc, la seconda è di LigaDue su https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Sassoforte#/media/File:SassoforteCastelloSassofortinoRoccastrada07.jpg

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