mercoledì 11 maggio 2011

Il castello di mercoledì 11 maggio



ARTEGNA (UD) - Castello Savorgnan

Nel periodo longobardo l'arimannia di Artegna fu un baluardo di difesa di primaria importanza per la zona, ricordato anche da Paolo Diacono nella Historia Longobardorum. Vi fu appunto costruito un complesso fortificato che era composto da un castello superiore, distrutto poi dai gemonesi nel 1381, e da un castello inferiore, che altro non è se non quello che ancor oggi si vede. Accanto al non più esistente castello superiore, nell'anno 1005, fu edificata la chiesetta di San Martino, eretta con molta probabilità sulle rovine di un tempio longobardo. Verso la fine del XIII secolo i signori d'Artegna si trasferirono nella nuova costruzione del castello inferiore, a causa delle cattive condizioni del vetusto castello superiore. Agli inizi del Trecento, Enrico II, conte di Gorizia, si impossessò del feudo, che venne poi occupato dalle truppe patriarcali di Gemona. Le lotte tra arteniesi e gemonesi per il possesso del castello continuarono e nel 1387 venne distrutto quasi del tutto. Riedificato nel 1410 e nel 1418, per ordine del patriarca Lodovico di Teck, passò ai Savorgnano della Bandiera, subendo nel 1499 l'assalto dei Turchi.
I Savorgnano mantennero il possesso del castello fino al XVIII secolo, quando cioè iniziarono le dominazioni straniere dei Francesi e degli Austro-ungarici. Questi ultimi contribuirono alla crescita socioculturale di Artegna con l''introduzione dell'obbligo scolastico, fatto singolare e determinante in quella regione. Per ciò che concerne le infrastrutture, quei tedeschi danubiani migliorano un po' tutta la rete dei collegamenti stradali, preparando così il futuro sviluppo dell'industria. Finalmente con l'annessione del Friuli e della Venezia Giulia al Regno d'Italia (1866, IV Guerra d'Indipendenza), anche Artegna seguì il corso della storia italiana. ll castello, ricostruito dopo il terremoto del 1976, è quanto resta del fortilizio che fino al XIV secolo occupava la sommità del colle, cingendolo con le sue mura. Appartiene al primitivo edificio – e forse al nucleo più antico – la torre, cosiddetta “longobarda”, che era posta in prossimità della porta d'ingresso. Per il resto, l'edificio ha subìto nel corso del tempo diversi rimaneggiamenti. Ha una pianta articolata composta da un corpo centrale, la domus, a cui si addossano le torri. Il maniero non è ancora pienamente recuperato e perciò non è visitabile.

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