mercoledì 22 ottobre 2014

Il castello di martedì 21 ottobre





CHATILLON (AO) – Castello Passérin d'Entrèves (o castello di Chatillon)

Collocato in pieno centro del paese, a ridosso della chiesa parrocchiale, e immerso in un bel parco, l’edificio si presenta ai visitatori con una lunga ed interessante storia che pare risalga all'epoca romana, poiché il nome stesso di Châtillon, che trae origine da "castrum" (castello), indica una località in cui sorgeva un accampamento. Nel luogo in cui si eleva l'attuale castello, doveva quindi esserci una fortezza romana. Dopo essere passato tra le mani di diverse famiglie nobiliari, alla fine del XIV secolo il castello divenne proprietà dei Visconti di Aosta, in seguito divenuti Signori di Challant. Nel 1400 Jean de Challant lo fece ingrandire. Di quest'epoca rimangono ancora la sala dell'archivio con il soffitto in legno e gli affreschi delle pareti, simili a quelli del castello di Fénis. Nel 1435, François di Challant, si fece autorizzare dai Savoia a fare testamento a favore delle figlie. Catherine ne divenne dunque l'erede, ma gli altri membri della famiglia richiesero nuovamente l'intervento del Duca di Savoia che, allora, nominò nuovo erede Jacques de Challant, nipote di Jean, e dichiarò ribelli Catherine e il suo sposo Pierre d'Introd. I due, decisi a resistere, fortificarono il castello di Châtillon, ma poco dopo dovettero arrendersi all'esercito di Jacques, che demolì le mura di cinta e danneggiò seriamente il maniero. Da Jacques il castello passò a Louis che lo restaurò completamente. Nel 1502 Philibert di Challant fece decorare l’interno della cappella tutt’ora esistente e nel 1678 Georges de Challant vi fece rappresentare l’effigie della Sacra Sindone sull’arcata di vetro, a ricordo di una sosta della reliquia durante il trasferimento da Chambéry a Torino dove si trova ancora oggi. Durante le invasioni francesi del 1691 e del 1704 le truppe si installarono nell’edificio con conseguenze disastrose sia per la costruzione sia per gli alberi del parco e nel 1717 Paolina Solaro di Govone, moglie di Georges-François, intraprese la terza ricostruzione del castello. Modificato e ampliato, non solo cambiò il suo aspetto esterno ma divenne anche molto più confortevole. A Paolina si deve anche la realizzazione del viale dei tigli e del giardino alla francese. Nel 1770 la Contea passò a François-Maurice che morì un anno dopo la nascita del suo unico figlio Jules-Hyacinthe. Quest'ultimo ne divenne quindi l'erede universale sotto la tutela della madre Gabriella Canalis di Cumiana; ma il 2 maggio 1802, all'età di sette anni, anche l'ultimo dei discendenti dei Challant morì. Nel 1814, dopo 18 anni di vedovanza, Gabriella sposò Aimé Passerin d'Entrèves, discendente di una famiglia originaria di Firenze che, verso il 1400, a causa delle lotte fra Guelfi e Ghibellini, si era stabilita sulle montagne della Valtournenche. Nel 1841, dopo la morte della moglie, Aimé ereditò tutto il patrimonio degli Challant. I suoi discendenti fecero eseguire altri lavori: la demolizione della torre esagonale situata all'ingresso e del ponte levatoio, sostituiti con l'edificio del custode, la serra e le stalle. Fecero inoltre costruire una torretta finestrata per illuminare la grande scalinata che conduce al piano superiore e delimitarono il parco con una recinzione. L'ultimo Passerin d'Entrèves che abitò il castello di Châtillon fu Ettore-Onorio, nato a Torino nel 1914. È possibile visitare solamente il parco in quanto il castello, abitato in alcuni periodi dell'anno, è di proprietà privata. Il castello è uno dei più antichi della Valle d’Aosta, malgrado conservi poco dell'aspetto originario di castello medievale e nulla delle strutture preesistenti sul promontorio. Si presenta come un complesso compatto di pianta rettangolare, con due torri che sporgono a ponente e un ulteriore struttura a levante, detta torre orientale, per la foresteria e la cappella. Per approfondire, consiglio la visita del seguente link: http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_Passerin_d’Entrèves_(Châtillon)
Foto: di Jacques Bottel su www.flickr.com e di Patafisik su http://it.wikipedia.org  

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