MANFREDONIA (FG) – Castello svevo-angioino (di Mimmo Ciurlia)
Il castello di Manfredonia non è il frutto di un progetto
unitario concepito fin dalla sua origine così come oggi ci appare, ma è il risultato
di trasformazioni, ampliamenti e rifacimenti avvenuti in epoche diverse. Una documentazione
ufficiale circa l'inizio della costruzione della fortezza non è disponibile: è
molto probabile che sia stato Manfredi, figlio di Federico II e di Bianca
Lancia, ad ideare e avviare i lavori e poi, in seguito alla sua prematura
scomparsa nel 1266 nella battaglia di Benevento e al successivo passaggio del
governo del Mezzogiorno agli Angioini, i lavori siano stati ripresi da Carlo I
d'Angiò, come attestano i documenti della Cancelleria angioina. Infatti, i
primi documenti che parlano del Castello di Manfredonia provengono proprio
dalla Cancelleria angioina e risalgono all'aprile del 1279. In essi si fa
riferimento al reclutamento di manodopera specializzata per l'inizio dei
lavori. Certo non è da escludere l'ipotesi che gli angioini abbiano usufruito
di strutture preesistenti, riferibili a Manfredi, e che le abbiano poi inserite
in un progetto più organico e definitivo. Il castello di Manfredonia si connota sotto il
profilo architettonico per un'impronta di chiara marca sveva caratterizzata
dalla estrema regolarità geometrica e dalla linearità delle strutture, elementi
questi che lo accomunano ad analoghi modelli difensivi realizzati dagli Svevi. Si
pensa che originariamente la struttura consistesse esclusivamente in uno spazio
quadrilatero racchiuso da una cinta muraria raccordata da cinque torri a pianta
quadrata, di cui quattro poste agli angoli e la quinta ubicata presumibilmente
nei pressi della porta principale di Nord-est. Tale primitivo impianto non
corrisponde più alla realtà attuale in quanto della quinta torre restano solo
poche tracce, mentre le altre, ad eccezione di quella posta a Sud-est, hanno
cambiato la loro struttura formale. Infatti, l'opera di inglobamento avvenuta
in epoca successiva, ha trasformato le precedenti strutture quadrangolari in
torrioni a pianta cilindrica. Le prime trasformazioni risalgono all'incirca al
1442, quando gli aragonesi, dotarono il complesso di una cinta muraria che
inglobava la struttura preesistente nell'ambito di un più vasto progetto
di fortificazione delle zone costiere. A queste mura venne data una leggera
inclinazione a scarpa tale da renderle più rispondenti alle mutate esigenze
dell'arte difensiva conseguenti all'uso dell'artiglieria. Agli angoli di questa
nuova cortina muraria vennero posti quattro torrioni cilindrici casamattati,
questa volta più bassi di quelli del recinto interno, più idonei alle nuove
tecniche di difesa. La costruzione del grosso bastione posto ad Ovest del
Castello, denominato dell'"Avanzata" o dell'"Annunziata",
segnò per l'edificio un'altra tappa nella storia della sua edificazione. Con
esso l'immagine del castello risulta finalmente essere rispondente alla realtà
attuale. Esso, forse in seguito all'assedio del maresciallo Lautrec (1528), venne
sottoposto a lavori che ne determinarono la forma pentagonale che ancora oggi
conserva. Il portone principale venne aperto sul lato nord-ovest e dotato di
ponte levatoio nonché di un fossato di protezione. Nel 1620, tuttavia, il
castello fu costretto a capitolare sotto l'attacco dei turchi, fatto che mise
in evidenza la debolezza dell’edificio: la mancanza di sufficiente artiglieria
e la totale assenza di parapetti protettivi atti a garantire l'incolumità dei
difensori. Perso oramai il suo originario significato di fortezza difensiva, il
castello assunse nel corso del XVIII secolo la funzione di comune caserma mentre
il torrione Ovest del circuito interno venne adibito a prigione. Alcune
iscrizioni di detenuti, incise sulle pareti delle torri interne (cisterna e
magazzino d'artiglieria), documentano per il 1600 l'uso delle stesse come
prigioni. Gli interventi operati in tale periodo furono diretti a rendere più
funzionale la struttura per i nuovi scopi a cui era destinata. Fu ceduto nel
1815 dal Corpo Reale del Genio Militare. Durante il regno dei Borboni e in
epoca successiva fino al 1884 il castello venne tenuto in efficienza in quanto
Manfredonia venne qualificata "Piazza Forte". Dal 1888 fino al 1901,
anno in cui l'edificio fu acquistato dal Comune di Manfredonia, appartenne all'Orfanotrofio Militare di Napoli. Nel 1968, con D.P.R.
del 21 giugno n. 952, il castello fu donato dal Comune allo Stato con
l'impegno, da parte di quest'ultimo, di istituire al suo interno un Museo
Archeologico per conservare i reperti provenienti dal territorio circostante.
Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Manfredonia
http://www.comune.manfredonia.fg.it/aast/castello.htm
http://www.sanleonardodisiponto.it/sapere-e-visitare/70-il-castello-di-manfredonia.html
http://www.comune.manfredonia.fg.it/aast/castello.htm
http://www.sanleonardodisiponto.it/sapere-e-visitare/70-il-castello-di-manfredonia.html
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