JENNE (RM) – Castello (o Rocca)
L’anno della fondazione di Jenne
è “sepolto tra le caligine dei secoli” e l’origine del nome è di incerta
derivazione etimologica: Genna, (forse per significare paese freddo), o
dal latino Janua, (porta, ingresso nella valle di Nerone) o addirittura
Gheenna (inferno). La storia di Jenne si intreccia con quella dell’Abbazia
di Subiaco, il nome dell’abitato compare infatti per la prima volta il 31
ottobre 1051 nel “Regesto Sublacense”, con il quale Papa Leone IX confermò
l’esistenza di alcune proprietà tra cui anche il “fondo” di Jenne. Nel 1052
venne fortificata con delle mura ed un castello, ne fa fede una lapide
marmorea con cui l’Abate Umberto fece scolpire i nomi dei
castelli del Monastero di S.Scolastica, tra essi Jenne (Genna)
che non è detta più “fondo” ma “Castello”. Intorno all’anno 1079 il
“Castello di Jenne”, posto a dominio di tutta la valle dell’Alto Aniene, fu
oggetto di contesa fra esponenti della famiglia di Ildemondo dei Conti di
Tuscolo ed il Monastero di Santa Scolastica. Ciò indusse l’allora abate del
paese, tale padre Giovanni, a provvedere alla costruzione di una torre, di
nuove fortificazioni e all’edificazione sul monte Porcario di un altro castello
con funzioni esclusive di guardia e di difesa di Jenne. Successivamente, ma
siamo nel XII secolo, il castello fu reso sempre più sicuro e confortevole al
punto da ospitare la famiglia di Filippo II di Marano. Nel 1113 l' abate
Giovanni concesse in feudo Jenne al suo congiunto Crescenzo, vescovo di Alatri,
in seguito, un familiare di questi, lo diede agli " Nomines di Trevi".
Nel 1116 una sentenza condannò i seniores trebenses a restituire Jenne all'
Abbazia.Il feudo fu dato nuovamente all' abate Simone, nel 1176 a Filippo di Marano,
primo signore di Jenne, proavo di Rinaldo II, futuro Papa Alessandro IV (
1254-1261). Il grande Pontefice, nipote per via materna di Gregorio IX, aveva
già diritti feudali sul castello di Jenne, e nella qualità di padre e figlio di
Jenne, concesse nel settembre del 1260 grandi indulgenze a quanti visitavano la
cappella di Santa Maria in Arce, dentro la Rocca. Papa Alessandro IV morì, i
beni della famiglia furono divisi fra Rinaldo III e Giovanni Gavignano: Jenne
toccò a Rinaldo III. Nel 1300 i figli di Rinaldo cedettero Jenne al Cardinale
Francesco Caetani, questo segnò la decadenza della famiglia dei Conti di Segni
e l'inizio della Signoria di Pietro Conte di Caserta, nipote di Papa Caetani. In
seguito la popolazione di Jenne passò un lungo periodo di terrore allorchè un
abate di nome Alemaro, detto “il crudele”, si impadronì del paese ponendo la
sua residenza nella rocca dalla quale spadroneggiava da vero tiranno. Si
racconta che arrivò a far impiccare dieci monaci di S.Scolastica a lui
sospetti, ma dopo questa ennesima angheria nel 1338 fu obbligato a dimettersi. Nel
1639 Papa Umberto VIII Barberini concesse "in perpetuo" la proprietà
del paese all' Abbazia di Santa Scolastica. Sotto il pontificato di Benedetto
IX Lambertini il governo del luogo fu assunto direttamente dalla Sacra
Congregazione del Buon Governo con sede a Roma. Allungato su di uno sperone
roccioso dei monti Simbruini il castello di Jenne non conserva più nulla delle
forme medievali; ha una pianta quadrangolare con tre torrioni posti agli angoli
di forma e struttura rinascimentale, può essere considerato un palazzo
residenziale con funzioni difensive e alquanto dimesse.
Fonti: http://www.jenneproloco.it/1/storia_e_tradizioni_108821.html,
http://www.escursioniciociaria.com/ita/jenne,
testo “Rocche e castelli del Lazio” a cura di Anna Claudia Cenciarini e
Maurizio Giaccaglia,
Foto: una cartolina della mia collezione e poi da http://www.escursioniciociaria.com/ita/jenne
e da www.jenneparrocchia.it
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