mercoledì 3 giugno 2015

Il castello di mercoledì 3 giugno






CORZANO (BS) – Castello Avogadro (oggi Bentini) in frazione Meano

Il borgo di Meano nel 1493 risultava assegnato al vicariato di Pompiano, di ragione di Luigi Avogadro, ed abitato da 200 anime (Medin 1886). Dal '600 Meano viene indicato come terra esente, e con un abitato avente: 25 fuochi e 600 anime, sotto la giurisdizione dei signori Avogadro (Da Lezze 1610); nel 1733 sembra ascritto alla quadra di Orzinuovi (Mazzoldi 1966). Nel 1764 è elencata tra le comunità feudali, privilegiate e nello stesso anno vi erano 192 anime. Nel 1766 è citato tra le terre esenti del Territorio bresciano (Elenco comuni Territorio di Brescia, 1766). Il castello venne edificato intorno alla fine del '400 dalla nobile famiglia bresciana degli Avogadro, del ramo dei patrizi veneti, e attorno ad esso è poi sorto l'intero abitato del quale si contraddistinguono una serie di cascinali di servizio posti in continuo dialogo con l’importante sistema idrico di rogge e risorgive, che rendono il borgo uno straordinario esempio di gioiello urbanistico medioevale della bassa padana. Probabilmente il progetto dell’edificio fu del celebre Pietro Avogadro citato in molti testi storici "padre della patria" per il ruolo ricoperto in servizio di Brescia e della Serenissima durante le tante battaglie svolte sul nostro territorio, contro l’esercito milanese dei Visconti. Il castello venne negli anni utilizzato esclusivamente come dimora di campagna e villino di caccia. A scopo difensivo fu dotato di un fossato con tanto di ponte levatoio. Fu quasi certamente residenza di una importante figura della storia cittadina: Luigi Antonio Avogadro condannato a morte da Gastone di Foix. Del castello principale non sono rimasti che due lati, quello verso la strada a monte e quello a sera verso il parco. I muri, fatti di mattoni rossi scoperti creano un simpatico effetto cromatico nel verde della campagna circostante. La facciata tra le due torri è ornata da una bella cornice con fregi in cotto. All'estremo del lato di monte vi è un rivellino con portone che un tempo era chiuso con un ponte levatoio, e tutto intorno vi girava un fossato alimentato da una delle tante roggie che percorrono il territorio di Corzano. All'interno un ampio cortile termina nel lato verso ovest con un portico a cinque arcate a tutto sesto, sostenuto da colonne in pietra bianca e capitelli fogliati. Su due colonne sono ancora visibili gli stemmi dei due casati principali proprietari del castello: il primo, in fascia doppiomerlato, porta le iniziali di Luigi Avogadro, il secondo partito, riporta l'aquila dei Martinengo. Sopra il portico è pregevole il loggiato cinquecentesco composto da undici archi e colonne, che termina sulla scala scoperta, che scende al piano terra nel cortile. Nei locali interni ampi e originali saloni con soffittature lignee a cassettoni, rendono vivace l'ambiente grazie alle loro decorazioni. La parte più pregevole è senza dubbio la sala al pianterreno. Le volte affrescate con scene di vita quotidiana da Floriano Ferramola nel 500, si alternano a stemmi dei casati Avogadro - Martinengo. Nell'Ottocento il castello fu acquistato dalla famiglia Bozzi, di origini pavesi, che restaurò parte dei locali interni e le bellissime cornici in cotto dei finestroni esterni. Attualmente appartiene alla famiglia Terenzi ereditaria dei Beni. L’immobile è di proprietà privata ma occasionalmente utilizzato dall’amministrazione comunale grazie alla sensibilità dei proprietari, per l'organizzazione di eventi culturali svolti nel giardino del castello.

Fonti: http://www.comuniterrebasse.it/edifici-storici.html?id=63, http://it.wikipedia.org/wiki/Meano_%28Corzano%29

Foto: di photo studio su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/393500 e da http://www.pianurasostenibile.org/bin/il_borgo_di_meano.html

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