venerdì 26 giugno 2015

Il castello di venerdì 26 giugno






NOICATTARO (BA) - Palazzo Ducale

Il centro storico del paese sorge in prossimità della diramazione della Via Traiana che congiungeva Brindisi e Benevento, proseguendo poi sino a Roma sul tracciato della Via Appia. Forse era la Via Minucia o, secondo l'interpretazione di alcuni autori, la mulattiera ("mulis vectabilis via") citata nelle opere di Strabone, Orazio e Cicerone; un'antica via peuceta che in epoca romana finì per coincidere con il tratto interno della via Traiana, quella diramazione che dopo la biforcazione di Bitonto si dirigeva verso Egnazia e Brindisi attraversando il territorio degli attuali centri di Modugno, Ceglie del Campo, Capurso, Noicàttaro, Rutigliano e Conversano. Il paese attuale nasce tra l'XI e il XII secolo come piccolo villaggio ("Locus Noa") cinto da mura e protetto da una torre feudale e da una chiesa, attorno alla quale si disponevano le abitazioni. Le prime tracce di "Noa" negli antichi documenti risalgono al X secolo ed è difficile pensare che il nuovo villaggio non abbia fornito rifugio agli abitanti degli insediamenti preesistenti sulla costa ed anche della vicinissima "Azetium", tutti distrutti dai predoni saraceni dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente. Per quanto Azetium sia ritenuta la progenitrice dell'attuale comune di Rutigliano, essa sorgeva in prossimità di Noicàttaro, in contrada Castiello, sul ciglio del torrente Lama Giotta, ed era contornata da una possente cinta muraria circolare le cui tracce si distinguono tuttora nelle mappe satellitari. È possibile rintracciare testimonianze riguardo al primo Signore di Noa, Goffredo di Conversano, un normanno nipote di Roberto il Guiscardo. Cornelio de Vulcano fu il primo conte di Noa. Nel Medio Evo Noja aveva già una struttura fortificata con castello circondato da fossato e da mura entro le quali nel XII-XIII secolo era una sorta di splendida chiesa in stile romanico pugliese, dedicata alla Madonna della Pace. Noja, però, documentatamente, fu accomunata per parecchio tempo alle sorti di altri feudi più importanti, finchè nel 1592 il feudo fu acquistato dai Carafa, ramo della Stadera, che mantennero il titolo di duchi di Noja fino alle leggi eversive della feudalità del 1806. Il titolo nominale di conte di Noja passò alla famiglia spagnola Perez Navarrete e alla discendente famiglia Longo de Bellis di Napoli. Sebbene l'originaria fisionomia del castello di Noja sia andata perduta con il frazionamento della proprietà e le pesanti manomissioni succedutesi, di esso sono visibili soprattutto il portale principale, su piazza Umberto, sovrastato dallo stemma araldico ducale quadripartito che riporta le insegne delle famiglie Castriota-Skanderberg, Carafa, Pappacoda e Mendoza, e quello di accesso al fossato. Entrando nell'atrio a sinistra sorge l'edificio del corpo di guardia e a destra l'abitazione del castellano, che conserva alcuni affreschi e l'imboccatura dei cunicoli che consentivano l'abbandono dell'edificio in caso di pericolo. Il portale di fronte dà accesso a un atrio e allo scalone che conduce agli originari appartamenti ducali. Da qui si può raggiungere i resti di un bastione difensivo e un residuo dei giardini pensili. Alle spalle di questo edificio si trova l'antica torre normanna di Noja, ormai mozzata. Attorno al perimetro originario del castello sono visibili ampi tratti dell'imponente fossato di epoca normanna, sul quale si affacciano balconate dalle colonne scandite dallo stemma della famiglia Carafa. Nel Palazzo Ducale, che si trova in piazza Umberto, nacque Don Giovanni Carafa VII ( 1715-1798) Duca di Noja, annoverato come “Gentiluomo di camera di S.M. e Colonnello dell’Infanteria". Costruito sul vecchio fossato del castello e collegato agli appartamenti ducali da passaggi sotterranei ancora visibili e dai giardini pensili, Palazzo Capruzzi è stato riconosciuto come un'ala del palazzo ducale fatta edificare alla fine del Seicento. Nonostante il cattivo stato di conservazione, la mole simmetrica dell'immobile è caratterizzata da balconate in pietra e da festoni barocchi che incorniciano porte e finestre. Dispone di un portale seicentesco nei pressi del quale si trova lo stemma appartenente alla famiglia di una delle mogli dei duchi. Altri link per approfondire: http://www.noicattaroweb.it/attualita/5779-giovanni-battista-carafa-vii-duca-di-noja-dimenticato-da-tutti.html, http://www.nojainpuglia.it/Spigolature/S_capitolo01.htm
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Noicattaro,
http://rete.comuni-italiani.it/wiki/Noic%C3%A0ttaro/Palazzo_Ducale, http://www.comune.noicattaro.bari.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idSezione=16741&idArea=17060&idCat=17061&ID=17061&TipoElemento=categoria



Foto: entrambe di Vito Di Benedetto su https://it.wikipedia.org/wiki/File:Porta-cast-e-fregio-comu.jpg e su https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/f/fe/Palazzo_Ducale_-_Noicattaro.jpg

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