giovedì 25 febbraio 2016

Il castello di giovedì 25 febbraio






CIVITELLA IN VAL DI CHIANA (AR) - Rocca longobarda

Già popolata in epoca romana, Civitella divenne roccaforte longobarda e vi fu costruito il castello che tutt'oggi è visibile. Nell'XI secolo il feudo di Civitella passò sotto il Vescovo di Arezzo, che la designò quale capoluogo del Viscontado della Valdambra. Fu all'epoca che il centro venne ribattezzato "Civitella del Vescovo". Nel XIII secolo il territorio comunale fu messo a dura prova, prima dalla battaglia di Pieve al Toppo fra Siena e Arezzo (ricordata da Dante nel XIII canto dell'Inferno: «Lano, sì non furo accorte le gambe tue alle giostre del Toppo»), vinta da quest'ultima, poi la stessa Civitella fu distrutta. Nel 1272 il Vescovo aretino Guglielmino degli Ubertini la ricostruì, ma dopo la sconfitta aretina a Campaldino (1289), Civitella fu presa da Firenze. Nel 1311 tornò ad Arezzo e proprio a Civitella fu stipulata la pace tra il vescovo Ildebrandino Guidi di Romena e l'imperatore Enrico VII di Lussemburgo, che garantì alcuni anni di relativa pace. Dopo un "tira e molla" tra Arezzo e Firenze, Civitella entrò definitivamente a far parte del territorio di quest'ultima del 1348, divenendo sede di Podesteria. Nel 1554 fu assediata da Siena, ma venne difesa con successo da Paolo da Castello, capitano di ventura a servizio di Cosimo I de' Medici. Nel 1774 la cittadina assunse grande importanza per la rivalutazione, voluta dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena, dell'antica "strada dei mercanti", che collegava i centri chianini e valdambrini per il commercio del grano. Gli anni del regno d'Italia condussero un'epoca di pace, ma questa fu violentemente turbata dalla Seconda guerra mondiale. La rocca longobarda, da secoli simbolo di Civitella, fu distrutta da un bombardamento alleato. Ma, soprattutto, Civitella fu sconvolta da una delle più sanguinose stragi che la storia italiana ricordi: si tratta del tristemente noto eccidio di Civitella. Costruita su un preesistente insediamento di epoca etrusco-romana, la rocca di Civitella era già usata in epoca longobarda come forte posto a controllo del territorio grazie alla sua posizione strategica. A partire dall’XI secolo dovevano già sorgere sul luogo strutture di una certa importanza, a presidio dei vescovi-conti aretini. Nel 1182 doveva già aver assunto l’aspetto di palazzo torrione. Nel 1248 il vescovo di Arezzo Guglielmino degli Ubertini (1219-1289) la scelse come dimora. Pur essendo di famiglia ghibellina, il vescovo entrò in contrasto con la città di Arezzo, si ritirò a Civitella mettendosi a capo di una fazione Guelfa. Pur resistendo alle truppe senesi, Guglielmino non riuscì ad evitare l’assalto dei ghibellini aretini nel 1265, che distrussero la rocca di Civitella. Guglielmino tornò ad Arezzo e ne prese il controllo, intanto però la rocca venne ricostruita e grazie alla sua opera vennero potenziate le mura. I solai vennero sostituiti da volte a crociera, fu creato il cortile antistante con la scala d’accesso al primo piano e costruita la cinta muraria che separava il cassero dal resto. Tra il 1284 e il 1285 fu ancora teatro di assedio da parte degli aretini. La faziosità di quel periodo portò il grande vescovo a cambiare alleati: negli anni 80 del duecento, infatti, Guglielmino si schierò dalla parte dei Ghibellini e, grazie all’aiuto di Buonoconte da Montefeltro, il suo esercito nel 1288 sconfisse i senesi a Pieve al Toppo. L’anno successivo però non riuscì ad arrestare i fiorentini che sconfissero le truppe aretine nella famigerata “battaglia di Campaldino”, dove Guglielmino stesso perse la vita. All’epoca di Guido Tarlati (inizi del XIV secolo), la rocca aveva due ingressi: quello principale dentro il paese e l’altro sul fronte nord, collegato al mastio tramite una galleria. All’interno della rocca si addossavano alle mura la residenza della guarnigione e dei servi, le stalle e la piazza d’arme. Il torrione era coperto da un grande tetto a padiglione e il palazzo aveva all’esterno due ordini di balconate che circondavano l’intero edificio. Sulla destra si trovano i resti di un altro torrione di dimensioni maggiori ma molto danneggiato ed in gran parte crollato. I danni più notevoli alle superstiti strutture medievali furono portati al termine dell’ultimo conflitto mondiale, dopo la rappresaglia tedesca del 1944. Oltre al castello è possibile ammirare la cinta muraria potenziata dal Vescovo Guglielmino degli Ubertini della seconda metà del XIII secolo. La cinta venne arricchita da numerosi baluardi, visibili ancora oggi percorrendo la moderna strada di circonvallazione. Un’ulteriore cinta venne eretta all’interno delle mura castellane per dividere la rocca dal resto dell’insediamento. Il Castello, trasformato dalla Wehrmacht in quartier generale durante l'occupazione nazista, fu semidistrutto durante un bombardamento alleato nel 1944 e mai ricostruito. Altri link suggeriti: http://www.castellitoscani.com/italian/civitella.htm, http://www.civichiana.it/default.asp?cnt_id=710&cnt_idpadre=709&tipodoc=1, https://www.youtube.com/watch?v=4AsnQzYSmkQ (video di DRONIRC), http://www.toscanaviva.com/Civitella_in_Val_di_Chiana/rocca_di_civitella.htm

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Civitella_in_Val_di_Chiana, http://www.civichiana.it/default.asp?cnt_id=747&cnt_idpadre=737&tipodoc=1

Foto: la prima è di Aldo Innocenti su http://www.fototoscana.it/fototeca/fg0384.jpg, la seconda è del mio amico Giuseppe Fabbri su https://www.facebook.com/photo.php?fbid=849747675136322&set=pcb.849747801802976&type=3&theater

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