venerdì 19 agosto 2016

Il castello di sabato 20 agosto



RIBERA (AG) – Castello di Poggiodiana

Detto anche castello di Poggio Diana o castello di Misilcassino, è ubicato a circa 4 km dal paese e situato su una collina a circa 200 metri d'altezza. Sviluppato su circa 3000 mq di superficie con una pianta trapezoidale e corte interna, dal lato nord svettava su uno strapiombo di oltre 300 metri, ai cui piedi scorre il fiume Verdura, ad est si scorge l'abitato di Ribera. La fortezza era chiusa saldamente da un allineamento di fabbricati interni alti circa 20 metri e rinforzata da un secondo muro di difesa. L'ingresso si apre sul lato ovest ed è protetto da due torri o piccoli bastioni a base scarpata certamente dovute al rifacimento cinquecentesco. Da un portone a sesto acuto (preceduto da una torre a pianta quadrata in apparente posizione di rivellino ma che in realta svolgeva più modeste funzioni di colombaro) si raggiungeva un secondo cortile, dove insisteva il posto di guardia con l'alloggio degli armigeri e l'armeria, e si aprivano i magazzini e la scuderia. Dal cortile, grazie a delle scale, si saliva ai piani superiori, dove i Signori alloggiavano nei vasti appartamenti. All'interno il castello presentava grandi ali edilizie (oggi totalmente in rovina) parallele ai muri di cinta e un cortile centrale a pianta quadrangolare. Sull'angolo sud-orientale del complesso cinquecentesco sorge, impiantata su un affioramento roccioso, una splendida torretta cilindrica (diametro alla base 7 mt), probabile nucleo originario del complesso fortificato. Il paramento e realizzato in opera isodoma di blocchetti di pietra arenaria locale. La torre (altezza complessiva circa 11 m, escludendo il banco di arenaria su cui la costruzione è impiantata) presenta due piani il primo dei quali, adibito originariamente a cisterna, e coperto da calotta a profilo ogivale e presenta spessori murari di due metri. II piano superiore era originariamente accessibile mediante una scaletta a caracol in muratura alloggiata in un corpo scala cilindrico esterno alla torre (diametro originario 2 m) oggi completamente scomparso di cui rimane pero 1'incavo d'alloggio nelle murature esterne della torre. Il piano elevato, caratterizzato da una modesta risega che restringe il diame­tro a m 6,60, presenta un unico locale ottagonale coperto da una bella volta ad ombrello con costoloni su mensole a piramide rovesciata. Mediante una scaletta inserita nello spessore murario si perviene alla terrazza, dalla quale aggetta ancora gran parte del coronamento a beccatelli lapidei. Il castello fu costruito nel XII secolo dai Normanni a difesa delle piccole comunità vicine e delle terre tra il Platani (Eraclea Minoa) e Triocala (Caltabellotta), e conosciuto fino al XIV secolo col nome saraceno di Misilcassino, ossia luogo di discesa a cavallo. In un primo tempo gli estesi possedimenti del contado di Sciacca, incluso il Castello, furono assegnati nel 1100 dal Conte Ruggiero Normanno alla figlia Giulietta, per poi passare ai figli di lei. Nel 1253 il Castello e le terre di Misilcassino, a cui era aggregata la baronia di Magazzolo, vennero concessi dal re Manfredi, ultimo degli Svevi, al suo parente Matteo Maletta. Federico II d'Aragona, nel 1392 concesse il Castello al Conte Guglielmo Peralta, Signore di Caltabellotta, figlio di Guglielmo I. In seguito, passò ad un nobile di Sciacca, Artale Luna, che aveva sposato Margherita Peralta, erede della Contea di Caltabellotta. L'investitura del castello passò quindi al figlio di questi, Antonio de Luna in data 10 novembre 1453, in virtù del regio privilegio concessogli dal re Alfonso il Magnanimo. Il 7 novembre 1510 Giovan Vincenzo de Luna, sposato con Diana Moncada, signore delle terre comprese fra Caltabellotta ed i fiumi Verdura e Magazzolo (Isburo), ebbe la investitura del feudo Misilcassin. Il Conte Luna, attratto dal clima mite e dalla bellezza incomparabile dei luoghi, annualmente, nel periodo invernale, scendeva dal suo castello di Caltabellotta in quello di Misilcassino, che ribattezzò «castello di Poggio Diana» in onore della moglie. E Diana Moncada lo prediligeva a tal punto che era veramente felice di trascorrervi alcuni mesi dell'anno. Un luogo del Castello, tuttora conosciuto col nome di «piano della Signora», ricorda la signora Moncada, bella ed intelligente oltre che coraggiosa. La signora infatti, quando il marito s'allontanava per correre in aiuto dei suoi amici vicini o lontani, non tornava a Caltabellotta, ma rimaneva nel castello e di notte ispezionava le sentinelle poste sulle mura. "Dati i tempi, non c'era sicurezza personale contro le scorrerie dei Turchi e dei pirati africani e due passaggi segreti portavano direttamente dall'appartamento del signore del castello all'aperto: il primo al greto del fiume, l'altro a monte. [...] Una notte d'inverno il silenzio fu rotto dall’echeggiare dei rintocchi della campana: segnale d'allarme. Il castello veniva attaccato ma Diana Moncada non corse ad uno dei passaggi segreti, affrontò arditamente gli assalitori e li costrinse a ritirarsi con perdite" (da Nicolò Inglese, Storia di Ribera, Agrigento, Tipografia Vescovile Padri Vocazionisti, 1966). Si pensa che il castello possa essere stato abbandonato alla fine del Seicento, forse in seguito a danni eventualmente subiti a causa del sisma del 1693, che lo avrebbe danneggiato irrimediabilmente. Fin qui lo studio, ma tornando alle nostre considerazioni possiamo dire che negli anni scorsi si era sempre sentito parlare di questo castello, solamente e giustamente, in termini di abbandono e di degrado; varie petizioni sono state rivolte da diverse organizzazioni culturali sia verso le istituzioni che verso gli organismi di tutela, i quali peraltro non erano mai potuti intervenire in quanto la struttura è di proprietà privata. Per la verità neanche il Comune di Ribera, nel cui territorio sorge il castello e ne costituisce anche il suo emblema, si era mai occupato più di tanto per acquisirlo in qualche modo considerando che la struttura è stata oggetto di un passaggio di proprietà fra privati negli ultimi venti anni e pare a cifre non folli. Tale Riccardo Scrott con residenza nel padovano - oggi scomparso - assieme a gente della zona, l’hanno acquistato alcuni anni fa lasciandolo però nel colpevole abbandono. Tuttavia a seguito del recepimento da parte della Regione Siciliana del DPR 368/94 la Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento aveva potuto iniziare le procedure per sostituirsi ai proprietari inadempienti, procedure che sono state avviate e che oggi hanno portato al restauro del castello. Esiste un forte legame tra gli abitanti di Ribera ed il Castello di Poggiodiana. La torre merlata è infatti raffigurata nello stemma del Comune che ha la seguente descrizione: « D'azzurro, al monte di tre cime di verde su cui sorge una torre d'oro, merlata alla ghibellina, mattonata, aperta e finestrata di nero sinistrata da un sole raggiante, pure d'oro. Motto: ALLAVAM-SIGNAT-ALBA». La radio cittadina porta il nome di Radio Torre Ribera (sempre in onore della torre del castello) ed in passato è anche esistita una emittente televisiva denominata Tele Torre Ribera. Altri link consigliati: http://www.cilibertoribera.it/indexPOGGIODIANA%20La%20Storia%20del%20Castello.htm, http://www.caltabellotta.net/feudi/feudi10.htm (ricco di fotografie), video di Turismo Favara e Ribera https://www.youtube.com/watch?v=XEaBw5UomM0, video di totocastelliribera https://www.youtube.com/watch?v=RhmM-b6rJxk

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Poggiodiana, scheda del Dott. Andrea Orlando su http://www.icastelli.it/castle-1234809061-castello_di_misilcassim_o_poggio_diana-it.php, http://www.comune.ribera.ag.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/256, testo di Giuseppe Rizzuti su http://www.caltabellotta.com/monumenti/poggiodiana.asp

Foto: la prima è presa da http://www.icastelli.it/castle-1234809061-castello_di_misilcassim_o_poggio_diana-it.php, la seconda è presa da https://s.iha.com/00127475766/Ribera-Castello-di-poggiodiana-a-ribera.jpeg

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