giovedì 18 agosto 2016

Il castello di venerdì 19 agosto






GROPPARELLO (PC) – Castello di Veggiola

Veggiola è una frazione della Val Riglio nel comune di Gropparello, dal quale dista circa 3,5 km. Il Castello nel ‘300, durante la lotta anti-viscontea condotta da Alberto Scoto, fu uno dei centri maggiormente ostile al duca Galeazzo Visconti. Il feudatario dell’epoca, Galluccino Fulgosio, ospitò nel suo castello parecchi fuoriusciti guelfi da Piacenza tra i quali le cronache ricordano il temerario Guglielmo Ripaltone, distintosi per le sue incursioni notturne alle mura della città di Piacenza e del castello di Montechiaro, durante le quali catturava numerosi soldati del “nemico” addetti alla vigilanza; catturato venne impiccato nel marzo del 1314 a Piacenza. Nel 1315, al fine di porre fine alle feroci contese in atto tra i Guelfi e i Ghibellini locali, Galluccino concluse un accordo parziale di pace con Galeazzo Visconti. La tregua era destinata a durare qualche anno ma le continue violazioni da ambo le parti provocò una nuova ripresa delle ostilità nel 1322. In questo contesto il Duca ordinò di “portare sterminio nei luoghi tenuti e posseduti dai ribelli (i Guelfi)”. Le operazioni di rappresaglia, comandate da Oberto del Cairo, Bernabò Landi e Bernardo Anguissola, si rivolsero contro il castello di Veggiola, tenuto da Bardello Fulgosio, che venne saccheggiarono ampiamente. Dopo un mese l’operazione venne ripetuta direttamente dalle milizie viscontee che infersero un altro durissimo colpo al castello. Nel 1385 morì Bianca Fulgosio, signore dei castelli di Veggiola, Gropparello, Fiorenzuola d’Arda e Groppo Ducale senza lasciare discendenti maschi; le subentrarono i nipoti. Nel Maggio 1515, quando i francesi s’impadronirono di Piacenza,  il castello di Veggiola e altre proprietà dei Fulgosi ospitava  “diversi soldati spagnoli…con molti altri fuoriusciti e banditi… essi soldati sono usciti  dal castello  e hanno arrecato danni grandissimi ai proprietari  delle campagne e abitanti delle ville vicine (i borghi rurali) commettendo omicidi, rapine, incendi  e altri nefandi eccessi e di più, fatti alcuni uomini prigionieri, li condussero al castello obligandoli a pagar e grosse somme per il riscatto. Tali nefandità furono commesse come risulta con intelligenza dei signori Fulgosi nemici acerrimi dello conte Giacomo Anguissola di Montesanto“. L'attuale fisionomia della costruzione (un bell’edificio affiancato da un solido mastio rettangolare) è il frutto di numerose trasformazioni che ne fecero una dimora signorile, ma è ancora riconoscibile, sul fronte anteriore, il portale antico sovrastato dagli incastri del ponte. All’interno sono presenti vari ambienti con soffitti lignei a cassettoni e una ampia sala con camino decorato dallo stemma dei Barattieri. La realizzazione del loggiato principale è collocabile nella seconda metà del XVII secolo. Fu Gian Francesco della Veggiola, che verso il 1550 commissionò il progetto del castello all'architetto e ingegnere imperiale Domenico Gianelli di Siena. La costruzione fortificata conserva memoria del fondatore nell'epigrafe in latino sulla facciata. Con rogito del 14 settembre 1563 Bernardo della Veggiola vendette, per 36.000 lire, la quasi totalità della proprietà a Francesco Visconti dei marchesi di Brignano che nel 1566 divenne proprietario di tutto il castello. La vedova del Visconti vendette tutto, l’8 agosto 1572, a Ludovico Casati. Nel 1633 il castello passò ai conti Paveri Fontana. Dopo un periodo controverso (cause legali) nel 1696 i Barattieri ottennero conferma dell’investitura su Veggiola nella persona del conte Carlo Francesco. I Barattieri della Veggiola si estinsero nella prima metà del ‘700 con il conte Paolo, il quale nominava erede universale il nipote Fabio Petrucci. Ai discendenti del Petrucci il castello restò fino al 1850 circa quando la contessa Bianca, moglie del marchese Emilio Malvezzi Campeggi, alienò il bene. In epoche più recenti ne furono proprietari i fratelli Ghirardelli, i signori Gasperini e, infine, l’avv. Vincenzo Cairo che ne promosse importanti restauri. L’edificio è stato recentemente oggetto di un accurato restauro alle strutture portanti ed a tutte le coperture. L’immobile, per il suo valore storico, è sotto la tutela della Soprintendenza per i beni ambientali ed architettonici dell’Emilia. Una curiosità: il castello fu negli anni '60 scenario per un film di guerra con Rock Hudson e la Koscina ," I lupi attaccano in branco".



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