venerdì 29 luglio 2022

Il castello di venerdì 29 luglio

                                       

POGGIO TORRIANA (RN) - Palazzo Marcosanti in frazione Poggio Berni

Palazzo Marcosanti è un complesso fortilizio di fine XIII secolo, appartenuto ai Malatesta e successivamente allo Stato Pontificio. Storicamente è noto come Tomba di Poggio Berni poiché nel Medioevo il termine Tomba indicava una costruzione fortificata eretta in genere su un'altura o comunque in luogo idoneo alla difesa. La sua origine malatestiana, è attestata nel Trecento, da alcuni documenti con attribuzione ai beni Malatestiani e da un fregio, in cotto, rappresentante la tipica scacchiera malatestiana ad ornamento di un arco a sesto acuto che dà sul cortile interno. La struttura è stata protagonista di una serie di passaggi di proprietà che hanno interessato molte storiche famiglie. A partire dai Malatesta, la fortezza svolse un ruolo importante nella politica delle alleanze familiari assumendo, spesso, il carattere di bene personale andato in dote alle figlie dei Signori che lo hanno posseduto. Nel 1418 la Tomba di Poggio Berni è tra i beni elencati come dote di Laura, detta Parisina, figlia di Andrea Malatesta signore di Cesena, andata in sposa a Nicolò III Marchese d'Este; Parisina venne uccisa nel 1425, sospettata di corrispondenza amorosa con Ugo suo coetaneo e figlio naturale del marito. Due anni più tardi il bene tornò ai Malatesta come appannaggio dotale di Margherita d´Este figlia di Nicolò III e sposa di Roberto Galeotto Malatesta. Dopo un possesso temporaneo di Violante da Montefeltro, vedova del signore di Cesena Novello Malatesta, la Tumba Podii Ibernorum fu acquistata dal cardinale Stefano Nardini che nel 1473 la donò al nipote il Conte Cristoforo Nardini da Forlì che aveva sposato Contessina Malatesta, figlia naturale di Sigismondo. Nei successivi tre secoli, il Papato entrò più volte in possesso del Castello succedendo ai Nardini e alla casata dei Montefeltro. A Cristoforo Nardini, morto nella battaglia di Colle Val d´Elsa del 1479, succedette il figlio naturale Pietro che si macchiò di varie scelleratezze e neanche la sua morte bastò a placare l'ira di Papa Innocenzo VIII che con Bolla Papale del 12 dicembre 1489 fece imprigionare a vita tutti i membri della famiglia. Dopo tre anni, il 23 maggio 1492, la segregazione dei Nardini venne commutata con la donazione alla Camera Apostolica di quasi tutti i loro beni fra i quali spiccavano il Fortilitium e la vasta tenuta di Poggio Berni con tutti i diritti di giurisdizione già concessi a questo possedimento da privilegi papali ed imperiali. Il 16 luglio 1492 Innocenzo VIII cedette il fortilizio di Poggio Berni a Giovanni della Rovere d´Aragona, padre di Francesco Maria, il futuro Duca di Urbino. Nel settembre 1493 il bene passò ai Doria che sei mesi più tardi lo cedettero a Guidubaldo I, ultimo duca d'Urbino di casa Montefeltro, marito di Elisabetta Gonzaga. Nel 1557 Guidubaldo II Duca d'Urbino cedette Castello e tenuta al Conte Orazio I di Carpegna. Nemmeno un anno dopo, il 28 settembre 1558, questi lo cedette al cardinale di Urbino, Giulio della Rovere, che temporaneamente riuscì a ottenerne il ritorno ai beni della sua famiglia. Il Castello di Poggio Berni, con la sua tenuta, mantenne la connotazione di bene personale legato all'appannaggio della dote anche in un solenne atto pubblico, messo a punto dopo lunghe trattative, fra la Curia romana, Francesco Maria II della Rovere Duca d'Urbino ed il Granducato di Toscana. Nell'importante convenzione, stipulata il 30 aprile 1624, i beni allodiali e l'eredità dell'ultimo Duca d'Urbino furono attribuiti alla nipote Vittoria della Rovere, sposata ancora bambina a Ferdinando II de Medici, figlio del Granduca di Toscana; Castello e tenuta sono ricordati con particolare considerazione fra i beni dotali di Vittoria e proprio in virtù del loro prestigio restano ai De Medici nonostante la lontananza dagli altri domini del Granducato in Romagna. Nel 1738, con l'estinzione della casa Medicea, l'intera proprietà passò ai Lorena i quali però la cedettero nel momento in cui assursero all'Impero d'Austria; nel 1763 Francesco di Lorena, marito dell'Imperatrice Maria Teresa d'Austria, cedette infatti la proprietà alla Camera Apostolica. Nel 1778, a distanza di 15 anni, il bene passò alla famiglia dei Principi Albani che vi restarono per oltre un secolo; a seguito di questo passaggio l'edificio prese il nome di Palazzo Albani. Il 3 ottobre 1889 il Principe Cesare Albani di Milano cedette il palazzo e relativa tenuta all'Avv. Paolo Marcosanti. L'antica tenuta man mano si smembrò. Durante la seconda guerra mondiale l'edificio subì ingenti danni e nell'immediato dopoguerra i Marcosanti alienarono il palazzo e la tenuta smembrando la proprietà. Il degrado del complesso monumentale si stava avvicinando alla irreversibilità, quando, nel 1974, l’attuale proprietà iniziò e completò, per quanto ancora possibile, il recupero ed il restauro scientifico del Palazzo restituendogli dignità nell’utilizzo e il fascino della dimora nobiliare che richiama suggestive memorie storiche. Oggi il nobile edificio viene affittato per feste matrimoniali. L'edificio consiste in un corpo principale rettangolare, che delimita per tutto il lato sud-est, e per breve tratto del lato nord-est, una corte agricola. Gli altri edifici che definiscono sui due lati la corte, anch’essa rettangolare sono invece assai più recenti; però essi potrebbero ricalcare, almeno in parte un tracciato previsto per lo sviluppo del precedente edificio. Il quarto lato è chiuso solo da un muro. Il corpo più antico, interamente in mattoni e di altezza relativamente cospicua, presenta la parte frontale munita di barbacane (che continua ad intervalli sul lato nord-est) e di portale archiacuto che si ripete sia verso l’interno, con qualche piccola variante: in mattoni con sopraccigli a motivo geometrico di dadi quest’ultimo, in pietra ma con motivo a losanghette in cotto il primo. Sulla parte ovest il recinto murale, che limita il cortile, presenta numerose feritoie, ora murate dall’esterno. Sul lato settentrionale, staccata, abbiamo una cappella ben conservata. Di particolare interesse sono due portali ogivali risalenti agli inizi del sec. XIV, uno in pietra d'Istria e l'altro, che dà sul cortile interno, in cotto. Quest'ultimo presenta un archivolto ornato dal motivo araldico della scacchiera malatestiana. Altri link per approfondimento: https://www.youtube.com/watch?v=ugOO75iJwT0 (video di PediaCLIPS), https://www.youtube.com/watch?v=UF954NxmbKo (video di Drone GABBYFLY), https://www.youtube.com/watch?v=4_k9H3V4hXI (video di Luca Nicosanti).

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Marcosanti, https://castellomarcosanti.it/il-castello/, https://www.riviera.rimini.it/situr/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/ville-dimore-teatri-storici/palazzo-marcosanti.html, https://www.visititaly.it/info/959377-palazzo-marcosanti-poggio-torriana.aspx, https://www.icastelli.it/it/emilia-romagna/rimini/poggio-berni/castello-marcosanti, https://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/0800161920A

Foto: la prima è presa da https://www.icastelli.it/it/emilia-romagna/rimini/poggio-berni/castello-marcosanti, la seconda è del mio amico (e inviato speciale del blog) Claudio Vagaggini su https://www.facebook.com/CastelliRoccheFortificazioniItalia/photos/a.10157791360875345/10156102873015345

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