GENOVA - Castello del Capitano nel quartiere Pegli
Villa Durazzo-Pallavicini è una storica dimora nobiliare situata a Pegli, quartiere di Genova. L’edificio, oggi di proprietà del comune di Genova è sede del più importante museo archeologico ligure. ll complesso formato dalla villa e dal parco storico naturale fu realizzato tra il 1840 e il 1846 per volere di Ignazio Alessandro Pallavicini che affidò la progettazione ad uno scenografo locale. La villa, in stile neoclassico, edificata in posizione dominante sulla collina di San Martino, alle spalle di Pegli, è il risultato del rifacimento del palazzo di villeggiatura settecentesco appartenuto a Giovanni Battista Grimaldi, doge della Repubblica di Genova dal 1752 al 1754 dal quale la proprietà passò per via ereditaria ad altri esponenti della famiglia. Il rifacimento voluto da Ignazio Pallavicini, in forme neoclassiche è rielaborato nell’ottica del romanticismo, in linea con il pensiero artistico e culturale dell’epoca, si inquadrava nel contesto del rinnovamento urbanistico di Pegli, che di lì a poco, grazie anche alla costruzione della ferrovia Genova-Voltri, si sarebbe affermata come centro turistico di rinomanza europea. Il pezzo forte del complesso è sicuramente il parco che è composto da un itinerario esoterico-massonico, articolandolo su una struttura scenografica melodrammatica, composta da un prologo, un antefatto, tre atti di quattro scene ciascuno e un esodo finale. Il parco è considerato uno delle più alte espressioni del giardino romantico ottocentesco. Il percorso, molto articolato, prevede un viaggio attraverso ambientazioni neoclassiche, neogotiche, cineseggianti e rustiche, inserite in una vegetazione di piante esotiche e mediterranee, punteggiata da individui monumentali. Il secondo atto, dedicato alla rimembranza della storia è caratterizzato dalla messa in scena di un feudo medievale che contiene il Castello e il Mausoleo del Capitano, recentemente restaurati e nuovamente resi visitabili. Sulla vetta del parco di Villa Durazzo Pallavicini trova collocazione l'antico castello, il cui prospetto principale appariva, già in origine, parzialmente nascosto da una fitta vegetazione. L'edificio, dovendo offrire la sensazione di essere un'opera difensiva, venne realizzato con forme piuttosto tozze e compatte suggerendo all'osservatore forza e solidità. L'impianto del castello appare di forma quadrata e di altezza non trascurabile terminante con un terrazzamento perimetralmente cinto da merlatura guelfa. Anche la centrale torre cilindrica che si innalza al di sopra del bastione è munita alla sommità di un merlatura ghibellina lungo tutto il perimetro. L'antico castello era accessibile al pubblico. L'attuale degrado dell'edificio e di tutta la parte alta del parco impedisce l'avvicinamento e l'ingresso dei visitatori alla struttura. Un ponte levatoio, stereotipo del castello medioevale, conduceva ad una porta sormontata da un arco a sesto acuto. Attraversata la soglia, il visitatore poteva accedere ad una sala circolare, sviluppata su gran parte della superficie dell'edificio, con volta a sesto acuto e membrature. Otto piccoli ambienti di servizio circondano la stanza centrale. Tre dei quattro vani più ampi simulano le funzioni di: armeria, cucina e servizi igienici. L'ultima stanza ospita invece la scala d'accesso al piano superiore. La poca luce filtrante dalle finestrelle con vetrature colorate unita alle tinte brune dei finti mattoni delle pareti e della volta, suggerivano all'osservatore la sensazione di essere entrati in un castello feudale. Anche l'arredamento degli interni, oggi scomparso, contribuiva a giocare con l'ambientazione temporale del castello. Erano visibili: seggioloni in cuoio con borchie in ottone, trofei, elmi, corazze, bracciali, gambali in ferro, lance e spade arrugginite dal tempo. La scala a chiocciola collocata nell'apposito vano scale permetteva al visitatore di accedere alla terrazza superiore attraverso la quale si poteva raggiungere l'ambiente circolare voltato a cupola semicircolare e ricavato all'interno della torre. Questo vano, dalle dimensioni ridotte rispetto alla sottostante sala, era probabilmente decorata con maggiore cura e raffinatezza ricorrendo a tinte blu e oro. Oltre alle fini mosaicature a pavimento ed alle altre decorazioni a parete, spiccavano un tempo le ricercate vetrate sapientemente scelte al fine di poter offrire vivaci effetti cromatici a chi si fosse soffermato ad ammirare il panorama costiero attraverso gli otto finestroni perimetrali. "Torrenti di fuoco" e "luci dorate" erano i temi dominanti rispetto alle tinte riscontrabili quali: verde, azzurro, violetto e argento. Una seconda scala a chiocciola, posta questa volta in posizione esterna, conduceva il visitatore alla sommità della torretta al centro della quale spicca un'alta asta destinata a sorreggere la bandiera del castello. Il supporto metallico serviva anche da parafulmine per l'edificio. Altri link suggeriti: http://www.pegliese.it/Pegli/pegli_cart_ville_vp_castello.html, https://www.youtube.com/watch?v=u_523kKf21w (video di Genova Quotidiana),
Fonti: http://patrimoniodasalvare.altervista.org/villa-durazzo-pallavicini-pegli-ge/, https://www.pegli.com/villapallavicini/parco_2.php
Foto: la prima è di Faber1893 su https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Villa_Durazzo-_Pallavicini,_Il_Castello_del_Capitano_a_Genova_Pegli,_Italia.jpg, la seconda è presa da https://www.viaggiatricecuriosa.it/2020/09/01/parco-villa-durazzo-pallavicini-genova-pegli/castello-del-capitano/
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