venerdì 17 maggio 2024

Il castello di venerdì 17 maggio



CANTALICE (RI) - Torrione del Cassero

L'abitato sembra esser sorto intorno al XII secolo dalla fusione del Castello di Rocca di Sopra, della piccola Rocca della Valle e della Rocca di Sotto, elementi urbanistici disposti, come bene esprimono i nomi, lungo il declivio collinare che scende fino alle propaggini della piana reatina. Posto sul confine tra Umbria e Abruzzo, Cantalice vive coronato dalla superba mole del Terminillo (m. 2213), cuore di quel campus tetricus degli antichi Sabini. Sei porte si aprivano nell'inaccessibile castello che con S. Rufina e Lugnano, nella seconda metà dei XIII secolo appartenevano al Regno di Napoli. Il centro appare isolato ed inespugnabile grazie alla scabrosità del colle dove sorge il paese ed alle case serrate tra loro fino al punto più alto dominato dal Torre del Cassero. L’insediamento era articolato nella rocca, di cui oggi resta la torre con cisterna interna, più volte risistemata come dimostra la forma in parte cilindrica, in parte rettangolare, che dominava dal ripido sperone l’accesso alla montagne e il villaggio che si era formato a poco a poco, ai piedi della struttura fortificata. La Torre originariamente era di forma quadrangolare anche se alcuni restauri del passato le hanno dato una forma ibrida con un lato cilindrico. Nel 1304 il comune di Cantalice stipulò alleanza con quello di Rieti, alleanza che però si dimostrò poco solida nel tempo. Proprio per difendersi dalle angherie dei vari feudatari Cantalice concorse al progetto di Carlo II di creare una nuova città che, in onore del suo primogenito Roberto, Duca di Calabria, si sarebbe chiamata Cittaducale. Il quartiere di Santa Croce fu infatti realizzato dai Cantaliciani e dai Lugnanesi. Nel 1457 l'alleanza tra Cantalice, Cittaducale e gli Aragonesi portò allo scontro con Rieti. I giochi di politica internazionale del tempo portarono Cantalice sotto il Papato. Con il trattato di Terracina del Luglio 1443 il Papa concedeva al Re di Napoli, a titolo di Vicariato, il governo di Terracina e Benevento e in cambio il Papa otteneva Cittaducale, Cantalice, Accumoli e Leonessa. Questa situazione durò solo quattro anni poiché Niccolò V, per le spese della guerra delle Marche dovette ricederle il 20 marzo 1447 al Regno di Napoli. Nel 1485 Cantalice rafforzò l'alleanza con Cittaducale contro gli Aquilani che avevano fatto alleanza col Papato. La contrapposizione al Papato nasceva dalla consapevolezza che sottomettersi allo Stato della Chiesa significava sottomettersi a Rieti. Come era facile prevedere alla fine del 1485 si ebbero le prime avvisaglie di quello che nel Marzo '86 divenne una vera e propria guerra. La pace si sarebbe raggiunta solo l'11 Ottobre quando la città de l'Aquila innalzò la bandiera aragonese. Il 24 Giugno 1502 Papa Alessandro VI, per richiesta di Cantalice, formava la diocesi autonoma di Cittaducale: il distacco da Rieti poteva dirsi completo. Il Viceré stesso Ferdinando Alvarez di Toledo, Duca d'Alba, inviò un robusto esercito di oltre 7.000 uomini, comandati da Ascanio della Cornia; quando giunse l'assedio era stato già tolto. Il Vicerè avuto notizie del felice esito della guerra e della ritirata dei Reatini, per onorare l'ordine e la fedeltà dei Cantaliciani li esentò per venticinque anni dai pagamenti fiscali. Perché restasse memoria di quanto accaduto, ordinò che intorno all'arma fosse scritto il motto "FORTIS CANTALICA FIDES" e fosse inserita un'aquila nello stemma, che da allora si presenta così ordinato: scudo coronato con torre di oro in campo azzurro, ai cui lati è il leone rampante e l'elce ramoso, al di sopra l'aquila spiegante il volo e sotto il motto suddetto. Con Margherita d'Austria nel 1571 Cantalice ebbe un periodo di pace. Con il XVII secolo iniziò per Cantalice, come per tanti altri territori italiani, un periodo di decadenza, che culminò nel 1655 con le lotte intestine delle famiglie cantaliciane (Lancia, Tavani, Marritto, Carbuglia). Lo scompiglio generale aumentò per le continue incursioni delle bande brigantesche che si andavano diffondendo nel territorio perché si pagasse loro e non al regio tesoriere il fisco. Una di queste bande fu guidata da Giuliano Micheli cantaliciano. Nel Febbraio 1703 un terribile terremoto danneggiò gravemente l'abitato. Passata la parentesi del dominio Farnese un periodo di benessere si ebbe dopo il ritorno nel Regno di Napoli. Dopo i fatti dei Marzo 1821 e la sconfitta di G. Pepe ricomparvero i briganti. La pandemia di colera degli anni 40 portò ulteriori dannose conseguenze, e i nuovi confini fra Stato Pontificio e Regno delle due Sicilie spezzava l'unità territoriale di Cantalice. Cantaliciani figurarono sia nelle truppe garibaldine quanto nell'esercito regolare. Altri link di approfondimento: https://www.rietilife.com/2024/01/14/cantalice-ecco-il-progetto-di-riqualificazione-del-centro-storico/, https://www.visititaly.it/info/953923-torre-del-cassero-cantalice.aspx, https://www.youtube.com/watch?v=mz-2tT-TWXI (video di Skylab Studios)

Fonti: testo del Prof. Gianfranco Formichetti su https://comune.cantalice.ri.it/contenuti/381325/storia-comune, http://www.prolococantalice.it/Wordpress/?page_id=53, https://gattidelborgo.wixsite.com/gattidelborgo/cantalice-

Foto: la prima è di Andrea Di Palermo su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/302158, la seconda è presa da https://www.e-borghi.com/it/borgo/Rieti/626/cantalice

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