domenica 6 maggio 2012

ll castello di domenica 6 maggio




RIVA LIGURE (IM) – Torrione Antibarbaresco

Riva Ligure è stato nel sedicesimo secolo, assieme a Santo Stefano al Mare, allora noto come “Piano della Foce”, il centro abitato maggiormente assalito dai pirati barbareschi. Il paese, nella seconda metà del '500, venne abbandonato proprio a causa di cinque incursioni consecutive dei predoni del mare che rapirono gli abitanti ed incendiarono molte case. I Rivesi, che dipendevano dai signori di Taggia, non possedevano risorse sufficienti ad allestire le indispensabili difese, nonostante ciò erano obbligati a contribuire alla costruzione delle mura difensive del vicino capoluogo. È così che il rifiuto di questo sostegno portò all’esonero di Riva da tale onere, purché si costruisse una fortificazione sul posto, presso la linea di costa, a difesa dell’abitato e dell’approdo. Si era nel 1546, ma ancora due anni dopo non si era fatto nulla: a Riva si cercava solo di non pagare la tassa per le mura di Taggia. Negli anni seguenti Riva venne più volte attaccata: un presidio militare divenne ormai necessario. Dal primo gennaio 1559 venne concesso l’introito di una tassa sulla scrittura dei documenti nell’abitato di Triora e, dopo un anno, il torrione antibarbaresco, per la lentezza dei lavori, venne innalzato per poco più di un metro. Il forte, a pianta quadrata, fu completato solo alcuni anni più tardi. Era una struttura adatta all'osservazione del mare ed al posizionamento di artiglieria pesante. Un'altra sua funzione era quella di ospitare una parte di popolazione che non riuscisse a fuggire verso l'entroterra in caso di attacchi pirateschi. Oggi il possente torrione, di proprietà privata, conserva tutte le denotazioni dell'epoca: a nord-est una garitta, alla base una scarpa per respingere i tiri delle armi e con funzione di deterrenza per gli assalitori, ed un ingresso principale fortemente sopraelevato.

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