martedì 3 dicembre 2019

Il castello di martedì 3 dicembre



TERLIZZI (BA) - Torre Normanna

Dopo la dominazione bizantina, a partire dall'XI, secolo Terlizzi rientrò nella sfera d'influenza di Giovinazzo, sotto il dominio del normanno conte Amico, artefice delle fortificazioni in entrambe le città (e a Terlizzi, del poderoso castello con tre torri, ripreso nello stemma cittadino), all'epoca ancora identificata come castellum. Ma fu nel 1123 che Terlizzi acquisì il titolo di città (come testimonia una stele affissa alla Torre Maggiore del Castello normanno, unica superstite della struttura, in gran parte crollato tra XVIII e XIX secolo). Nel Duecento fu capoluogo di contea infeudata alla famiglia Tuzziaco; in seguito fu dominio di Federico Wrunfort. Nel 1230 l'imperatore Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero Germanico vinse la lotta contro il papa Gregorio IX. Subito dopo la vittoria Federico riconobbe tutte le città che lo avevano affiancato negli scontri contro il pontefice, tra cui Terlizzi. Lui, essendo anche un poeta, per ringraziare Terlizzi la agevolò nel commercio e le scrisse anche una frase di benevolenza cioè "Terlitium inter spinas lilium" ovvero "Terlizzi un giglio fiorito fra rovi spinosi". Nel 1361 divenne signore di Terlizzi Guglielmo Sanseverino, per eredità di uno zio. Tale famiglia detenne la signoria fino al 1407, quando Ottavio/Ottaviano Sanseverino, che era anche signore di Parabita e di Cellino, venne privato di tutti i possedimenti per ribellione a re Ladislao di Durazzo. Subito dopo venne investito della signoria di Terlizzi (assieme ad altri feudi) Francesco Orsini, conte e poi duca di Gravina. Nel 1532, però, il suo discendente Ferdinando Orsini, 5º duca di Gravina, perse definitivamente la signoria di Terlizzi, che passò ai Grimaldi principi di Monaco marchesi di Campagna che l'amministrarono fino al 1641. Dal 1607 fu amministrata dai baroni de Gemmis di Castel Foce, luogotenenti del feudo. Dai Grimaldi passò ai Giudice Caracciolo duchi di Giovinazzo e principi di Cellamare, fino a quando, morta Donna Eleonora Giudice Caracciolo senza figli né eredi diretti nel 1770, tutti i corpi feudali furono devoluti alla Regia Corte. Messa all'asta nel 1778 dalla Regia Camera della Sommaria per ordine del Re Francesco I di Borbone, i cittadini terlizzesi, tra cui il Barone letterato Ferrante de Gemmis, per non far nuovamente ricadere la città sotto la servitù feudale del probabile acquirente il duca Carafa di Andria, promossero il riscatto feudale versando 90.000 ducati alla regia corte nel 1779 e Terlizzi divenne città demaniale. Tale somma però, non essendo nella disponibilità dell'università di Terlizzi, fu prestata dal barone Gennaro Rossi di Napoli il quale aveva ipotecato a sé tutti i corpi feudali di Terlizzi compreso il castello, fu rimborsata nell'arco di oltre un secolo e mezzo con molte difficoltà e vicissitudini giudiziarie chiusesi addirittura nel 1930. La Torre è il simbolo della città. Possente e ultima testimonianza dell'antico Castello normanno, dall'alto dei suoi 31 metri, domina lo scenario circostante. La torre, sormontata da un'edicola campanaria (progettata nel 1833 insieme all'orologio dall’architetto Giovanni Lo Spoto), mostra sulla facciata orientale un orologio avente un diametro di 3.45 metri. Edificato dal Conte Amico nel 1075, oggi di questo castello rimane ben poco, se non la torre e l'insieme delle strutture che ne delimitano ancora la forma originale; le due torri che facevano parte del complesso sono scomparse così come le mura e le fortificazioni. Al massimo del suo splendore il castello arrivò a superare per dimensioni quelli di Giovinazzo e Molfetta; l'edificio ospitò lo stesso conte Amico, Federico II di Svevia, Ferdinando I di Aragona, e fu il fulcro, il punto di incontro dei mercanti della zona, un crocevia e una sosta obbligatoria per i viaggiatori. Dalla seconda metà del XVII alla prima metà del XX secolo il sontuoso Palazzo adiacente alla Torre, costruito sui resti del Castello, fu di proprietà del ramo cadetto dei Baroni de Gemmis. Il Palazzo fu abitato nel XIX e nella prima metà del XX secolo dallo scrittore giuridico Cav. Michele de Gemmis (1799-1871), quindi dal figlio, Cavaliere Tommaso de Gemmis (1854-1942). Il Palazzo è oggi sede di abitazioni. Durante il fascismo la torre, che ospitava già l'odierno orologio, venne privata delle lancette in oro di cui disponeva il macchinario, molto probabilmente per fonderle in lingotti per poi venderli e investire il ricavato nel sostenimento della seconda guerra mondiale. La torre vanta un orologio che trova pochi eguali in tutta Europa, con i suoi 3,45 metri di diametro. Per questa ragione, viene denominata anche "Torre dell'orologio". Altri link suggeriti: https://www.terlizzilive.it/multimedia/8062/455384/video/detail (video), http://www.itc.cnr.it/ba/sc/TRL/TRL0012.html

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Terlizzi, http://www.italiavirtualtour.it/dettaglio.php?id=1568 (da cliccare per effettuare una visita virtuale del sito), https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_normanno_(Terlizzi), https://www.comune.terlizzi.ba.it/zf/index.php/musei-monumenti/index/dettaglio-museo/museo/27

Foto: la prima è presa da http://www.italiavirtualtour.it/dettaglio.php?id=1568, la seconda è presa da http://www.baritoday.it/eventi/estate-terlizzi-sonorita-brasiliane-concerti-pinacoteca-9-settembre-2016.html

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