lunedì 13 gennaio 2020

Il castello di lunedì 13 gennaio




PALERMO - Castello di Maredolce

L'edificio, situato nel quartiere Brancaccio della città e impropriamente detto "castello", fu edificato nel 1071, e faceva parte di un "qasr", ovvero una cittadella fortificata situata alle falde di monte Grifone, probabilmente racchiusa entro una cinta di mura, che oltre al palazzo comprendeva un hammam e una peschiera. L'edificio fu una delle residenze del re normanno Ruggero II, che secondo il primo riferimento testuale sull'esistenza dell'edificio, il "Chronicon sive Annales" di Romualdo Salernitano avrebbe riadattato ai suoi scopi un palazzo preesistente, appartenuto all'emiro kalbita Jaʿfar nel X secolo durante la fase più prospera dell'Emirato di Sicilia. Nell'arco dei secoli il castello subì dai Normanni e dagli Svevi delle modifiche e fu trasformato in fortezza. Estinta la dinastia normanna, il castello appartenne al demanio regio fino a quando, nel 1328, Federico II d’Aragona lo cedette all’Ordine dei Cavalieri Teutonici della Magione, che lo trasformarono in ospedale, utilizzando le acque termali a fini terapeutici. Nella prima metà del XV secolo fu concesso in enfiteusi alla potente famiglia dei Beccadelli di Bologna cui appartenne fino alla fine del XVI secolo, che vi impiantò un’azienda agricola. Nel secolo XVII passato in proprietà del duca di Castelluccio Francesco Agraz, mantenne la stessa funzione, fin quando tra il 1777 e il 1778 si ridusse a caseggiato agricolo opportunamente adattato a tale scopo dall’architetto Emanuele Cardona. Negli anni successivi l’edificio cadde in abbandono, le sue strutture andarono in rovina, e tutto il complesso cadde nell’oblio al punto che fu utilizzato come ricovero di animali meritandosi l’appellativo di “Castellaccio”. Nel 1992 la Regione Siciliana ha acquisito per esproprio l'edificio e iniziato i lavori di restauro tramite la soprintendenza nel 2007. A dispetto dei restauri curati dalla Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Palermo, ancora nel 2016 alcuni locali adiacenti al Castello risultavano occupati e abitati abusivamente, impedendo la corretta fruizione del bene, che non è visitabile se non in rare occasioni particolari. Il palazzo, per volere di Ruggero II, venne circondato da un lago artificiale, che lo cingeva su tre lati, ed era immerso in un grande parco, dove Ruggero II si dilettava nella caccia. Il bacino, che aveva al centro un'isola di circa due ettari di estensione, venne ottenuto grazie a una diga composta da blocchi di tufo, che interrompeva il corso della sorgente del monte Grifone. Nel XVI secolo la sorgente si prosciugò, e la peschiera divenne una fertile area agricola, ancora oggi esistente. Il palazzo, che originariamente doveva svilupparsi, con due elevazioni, intorno ad una vasta corte a “L”, con portici coperti da volte a crociera (di cui restano solamente delle tracce), presenta un impianto di forma rettangolare con una rientranza nell’angolo est, che ne spezza la linearità dell’andamento. I prospetti sono scanditi da una serie di archi a “rincasso”, alcuni dei quali rinvenuti in seguito ai lavori di restauro, con finestre di esplicita derivazione islamica disposte liberamente. Il prospetto principale del complesso è quello di nordovest, l’unico che non era bagnato dalle acque del lago, dove si aprono quattro varchi che consentono l’accesso nell’edificio, il primo immette nell’Aula Regia, il secondo nella Cappella palatina, il terzo all’interno del grande cortile mentre l’ultimo ingresso è tamponato. In questa parte del castello, che oggi troviamo in miglior stato di conservazione, si trovavano gli spazi destinati alla rappresentanza, mentre gli ambienti privati erano disposti lungo i lati meridionale, orientale ed occidentale. Una simile distribuzione degli spazi è stata assimilata e confrontata con quella dei “ribat” dell’architettura islamica, veri e propri conventi fortificati che ospitavano i combattenti della fede musulmana. L'edificio possiede al centro un cortile molto spazioso, dotato in origine di un portico con volte a crociera, del quale rimane solo qualche traccia. L'esterno è formato da blocchi di tufo con arcate a sesto acuto. La struttura dell'adiacente ḥammām è dal XIX secolo inglobata in una palazzina, ed è riconoscibile con difficoltà. All’esterno del palazzo molti storici citano la presenza di un complesso termale, ciò conferma che l’antica” Portae Thermarum” (Porta Termini), aveva preso questo nome , non per la città di Termini, ma per le terme di Maredolce, che si trovavano distanti qualche miglio dalla città. Il parco intorno al palazzo ed alla peschiera era un giardino caratterizzato da numerose specie arboree (in particolare agrumi ed altri alberi da frutto) corsi d'acqua ed animali esotici, secondo il modello dei giardini islamici africani e spagnoli dell'epoca, ed in particolare simili ai giardini Agdal di Marrakesh, caratterizzati da frutteti ed acqua. L'acqua, vitale per le piante e simbolo di purificazione e rinascita, costituiva l'elemento centrale in un giardino concepito come una riproduzione del paradiso coranico. In principio vi era un lago artificiale, (da qui deriva il nome Maredolce) che purtroppo nei secoli si è prosciugato. Sono ancora presenti tracce di numerosi sentieri in terra battuta sui quali i precedenti proprietari erano soliti fare lunghe passeggiate. La chiesa dei Santi Filippo e Giacomo o Cappella Palatina a Maredolce è menzionata nel 1274 in un diploma contenuto nel tabulario della Cappella Palatina oggi custodita presso la sede della "Catena" e "Gancia". E' un ambiente di forma rettangolare ad una sola navata coperto da due volte a crociera, con transetto sormontato da cupola semisferica, luogo di culto dedicato ai santi Filippo e Giacomo. Altri link: https://www.rainews.it/tgr/sicilia/video/2019/05/sic-castello-maredolce-ambiente-e061c0f7-1479-4d53-bad0-98ec5acaf537.html (video), https://www.youtube.com/watch?v=9hENtRYj4BE (video di Gasman0049), http://www.ilportaledelsud.org/maredolce.htm, https://www.youtube.com/watch?v=dJ8GKmkErhA (video di Giuseppe Catanzaro), https://www.youtube.com/watch?v=vNXhd3i_ZQM (video)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Maredolce, https://www.palermoviva.it/il-castello-della-favara/, https://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Luoghi-della-Cultura/visualizza_asset.html?id=154008&pagename=57

Foto: la prima è presa da https://www.balarm.it/eventi/la-visita-guidata-al-castello-di-maredolce-il-maestoso-forte-di-brancaccio-tra-emiri-e-normanni-107543, la seconda è presa da http://www.ilportaledelsud.org/maredolce.htm

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