lunedì 25 maggio 2020

Il castello di lunedì 25 maggio



ATRI (TE) - Palazzo Ducale Acquaviva

E' dotato di robustissime mura a larghe pietre provenienti dalla spogliazione delle mura megalitiche della città. La facciata, presenta un aspetto austero. Fu costruito nel 1395 e fino al 1760 fu la residenza degli Acquaviva d'Aragona, duchi di Atri. Dal 1917 vi è ospitato il Municipio. Noto per il suo caratteristico torrione medievale, dà nome alla piazza antistante (Piazza Acquaviva, ex Piazza Marconi). Sorse su edifici di età romana (utilizzando anche materiali del Teatro Romano), a loro volta rielaborati per il Palazzo del Capitano Regio durante il governo di Federico II (XIII secolo). Fu in possesso del Regio Demanio sotto gli Angioini e gli Aragonesi. Fu la sede del potere civile e militare, vi dimorarono prima il Capitano Regio, quello ducale e poi la stessa famiglia ducale. Riedificato dal Conte Antonio Acquaviva sul finire del Trecento, l'edificio venne ristrutturato nella metà del Cinquecento, e divenne sede municipale nell'Ottocento. La torretta caratteristica è frutto di una ricostruzione del primo Novecento, seguendo lo stile medievale. Il palazzo conserva all'interno, tra le altre cose, qualche copertura a sarcofago e una Natività affrescata del XVI secolo; la pittura è posta all'ingresso della gradinata per i sotterranei, dove pare si trovassero le carceri e la stanza della tortura. Gli stipiti in legno massello delle porte ducali, e quel che resta degli arredi, furono portati via dalle famiglie Sorricchio e Pretaroli, proprietari del palazzo nel XVIII-XIX secolo. La facciata in grosse e squadrate pietre di travertino, è massiccia e imponente, con finestre che spiccano dal risalto della trabeazione. Il portone di accentuate proporzioni è rialzato da una lieve gradinata, l'imponente struttura fu distrutta nel 1707 dagli austriaci di Carlo III di Borbone, durante le battaglie contro gli Spagnoli per recuperare il Regno. Costoro spogliarono il palazzo degli arredi originari, insieme al Palazzo Ducale di Giulianova, il duca Giovan Girolamo II, che era al comando della guarnigione della fortezza di Pescara, fu privato del titolo di duca di Atri, perse il palazzo e i poteri, esiliato a Roma dove morì nel 1709. Gli affreschi andarono distrutti e le tele di celebri pittori, come Tiziano ed il Veronese, che aveva un fratello frate in Atri, finirono in Germania, nei Musei di Kassel e di Monaco. All’interno si apre un vasto cortile quadrangolare, ornato da un largo loggiato di ispirazione romanico-gotica, come mostrano i poderosi e bassi pilastri e la curvatura degli archi tendenti a tutto sesto. L’effetto gotico appare nei quattro archi acuti e nelle slanciate finestre del primo piano. Il salone ducale di rappresentanza (oggi sala del Consiglio Comunale) era ornato con i ritratti di duchi, spiccavano tra di essi le due opere di Tiziano, con le immagini delle principali imprese della famiglia. La cappella ducale di San Liberatore, posta accanto nella piazza, aveva le immagini di 10 papi, di 10 cardinali, del Beato Rodolfo martire e del cugino S. Luigi Gonzaga. Gli affreschi di Giacomo Farelli che ornavano le sale, con i ritratti dei duchi degli Acquaviva, andarono distrutti nei primi anni del Novecento, per disinteresse del Regno d'Italia (il Ministero per i Beni Culturali), e della famiglia Pretaroli. Di interesse nella sala consiliare gli affreschi di F. De Felici (1883) con la Disfida di Barletta, in un'altra sala ci sono affreschi sulla disputa degli Ebrei, Cristiani e Musulmani, con paesaggi dei Balcani e del Bosforo. Si conserva inoltre il ritratto della duchessa Isabella Acquaviva d'Aragona, morta nel 1755, e il tondo di Diana cacciatrice, in stile tardo barocco, affresco che avrebbe ispirato la bottega di Francesco Grue, famiglia di illustri ceramisti della vicina Castelli. Oggi poche immagini pittoriche sopravvivono alla distruzione austriaca del 1707. Le uniche che sono sfuggite alla furia asburgica furono ritoccate e restaurate durante il XIX sec. ad opera dei nuovi proprietari: i Pretaroli. Tuttavia, recentemente sono stati riportati alla luce alcuni splendidi affreschi di vita campestre dei duchi ed è stata restaurata e rinnovata la Chiostra del cortile, dove si tengono, soprattutto d’estate, incontri e concerti di musica classica, antica e corale. Collegato al palazzo vi è uno splendido giardino ornato da piante secolari, accessibile dall’esterno o dallo stesso palazzo attraverso un porticato, al disotto del quale è presenta l’antica cisterna romana, i cui resti, furono scoperti nel 1700 da Nicola Sorricchio. Questa stessa cisterna è collegata con altre stanze con volte a crociera presenti al disotto di tutto il palazzo ducale. Si tratta delle ex scuderie, attualmente visitabili solo in parte a seguito di un recente restauro. Nel Palazzo Ducale, durante l’amministrazione dell’avvocato Verna, furono chiusi i “trabocchetti”, utilizzati dai duchi per la condanna degli avversari. Il malcapitato camminava a ritroso e una volta azionata la leva si sarebbe ritrovato nelle stanze sotterranee, affidato agli aguzzini. I duchi, come altri potenti dell’epoca, avevano il privilegio dello “ius primae noctis”. La sposa doveva passare la prima notte di nozze con il duca, altrimenti lo sposo passava i guai. Si racconta che due sposi per evitare l’assurdo privilegio del despota, celebrate le nozze, se ne andarono subito da Atri. Dopo un po’ di tempo però, il richiamo del paese natio, fece tornare i coniugi nella città degli Acquaviva. Il duca che non aveva dimenticato il fatto, invitò a pranzo lo sposo di allora e lo fece torturare dagli aguzzini. Allo “ius primae noctis” è legata pure la storia del Beato Nicola, leggendaria figura di cavaliere molto abile nel conquistare il cuore delle fanciulle. La promessa sposa fu insidiata dal duca, grazie all’espediente del privilegio della prima notte, e perse la verginità. Per la vergogna si tolse la vita, buttandosi in mezzo ai calanchi e Nicola, turbato dall’episodio, divenne asceta, vivendo all’ombra della Cattedrale, sul cui sagrato sarebbe morto. Il giorno seguente fu trovato miracolosamente all’interno. Le porte si erano aperte da sole e fu decretata la tumulazione nella cisterna romana, prima del trasferimento nella prima campata della navata destra della Cattedrale, al tempo del Vescovo Matteo Giudici. Il culto, circondato da troppa leggenda, fu soppresso e il sarcofago ligneo (XVII sec.) portato nella sacrestia capitolare. Il rito della Porta Santa, oggi magnifico e solenne, ha solo il vago ricordo del Beato Nicola che si riaccende nel cuore e nella mente degli atriani non più ragazzini. Il palazzo ducale, oltre agli uffici comunali, ha il Museo didattico degli strumenti medioevali e rinascimentali, inaugurato il 12 agosto 2000 e promosso da Gian Piero e Antonio Catelli. Il corridoio superiore conserva i bronzetti di Giuseppe Antonelli, insigne scultore atriano con volti e tradizioni della prima metà del XX secolo di Atri. Tra questi il coro dei fratini di S. Francesco, grandi cultori dell’arte ceciliana e promotori della splendida schola-cantorum che portò in Atri la tradizione del Tota Pulchra di P. Alessandro Borroni, composto nel 1894 in occasione del VI° centenario della traslazione della S. Casa di Nazareth a Loreto. Ad Atri fu facile eseguirlo perché erano (e sono) ottime le voci. Dal corridoio sono visibili le tracce dell’antica cappella, dove sicuramente maturò la vocazione gesuitica e missionaria del Beato Rodolfo Acquaviva. Ugo Assogna, erede artistico e allievo di Peppino Antonelli, ha realizzato il busto, benedetto dall’Arcivescovo Vincenzo D’Addario il 28 giugno 2004 e collocato nell’atrio del palazzo, sede estiva di tante manifestazioni culturali e musicali. Altri link: https://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Luoghi-della-Cultura/visualizza_asset.html?id=153917&pagename=57, https://www.youtube.com/watch?v=rtJk2BebWS4 (video di Bell'Italia).

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Atri#Palazzo_dei_Duchi_Acquaviva, http://www.visitatri.it/palazzo-ducale/, https://abruzzoturismo.it/it/palazzo-dei-duchi-dacquaviva-atri-te, testo di Santino Verna su http://www.indialogo.info/index.php?option=com_content&view=article&id=660:il-palazzo-ducale&catid=12&Itemid=105

Foto: la prima è presa da https://www.tripadvisor.it/LocationPhotoDirectLink-g1078174-d10718012-i219992440-Centro_Storico-Atri_Province_of_Teramo_Abruzzo.html, la seconda è di Lamberto Zannotti su https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Atri_(PE)_Il_palazzo_comunale_-_panoramio.jpg

Nessun commento: