lunedì 14 giugno 2021

Il castello di lunedì 14 giugno

 



CASTRONOVO DI SICILIA (PA) - Castello

L’antico nome “Crastus” si trasformò, per la trasposizione della lettera “r”, in Castrus, e quindi Kassaro Kars-nub per gli Arabi, fino a divenire Castrum per i Normanni. Furono proprio i Normanni che sconfissero gli Arabi con il conte Ruggero, a rafforzare le mura della città costruendo due castelli. Ruggero fece erigere una cappella dedicata a San Giorgio, sulle cui vestigia sorse successivamente la chiesa di San Vitale. Sorsero anche i due nuovi borghi di Rabto e di Rakbiat, detto poi di S. Maria Bagnara; da questo nucleo sorse la nuova Castronovo. Durante il periodo della guerra del Vespro, Castronovo assunse un ruolo fondamentale. Federico II d’Aragona, battuti gli Angioini a Caccamo, a Corleone ed a Sciacca, nel 1302 costituì il suo quartier generale a Castronovo, iniziando le lunghe trattative che dovevano portare alla pace di Caltabellotta, sancita il 24 agosto del 1302, concludendo così la lunga guerra del Vespro durata ben vent’anni. Castronovo divenne la sede principale di Federico. Durante la guerra del Baronaggio a Castronovo il 10 luglio 1391 nella chiesa di San Pietro, sulle sponde del fiume Platani, venne convocata la prima seduta del Parlamento del Regno Siciliano, per iniziativa di Manfredi Chiaramonte che aveva preso l’impegno con il legato del Papa Bonifacio IX di fare cessare le discordie interne alla Sicilia. Gli abitanti di Castronovo, nel corso dei secoli, si sono dimostrati gente forte e temeraria al punto di dover riacquistare per ben quattro volte il titolo di città demaniale, con notevoli sacrifici per non subire l’umiliazione del declassamento a città feudale. Il 10 luglio 1401 l’Università di Castronovo si diede un proprio statuto successivamente sanzionato dal re Martino. In esso erano introdotti i primi elementi del nostro Diritto Amministrativo in un regolamento municipale. Castronovo dal 1587 al 1812 fu capoluogo di Comarca ed alla sua giurisdizione appartenevano sette casali e ventisei feudi. L’insediamento medievale si trovava sul colle di San Vitale (750 m), una cresta rocciosa fortemente allungata in senso nord-sud, che sovrasta la parte del Platani nonché l’odierno paese. Quest’ultimo si è sviluppato, secondo un impianto ortogonale, lungo un asse stradale principalmente orientato verso il castello. Si tratta sicuramente dell’antica strada di collegamento con il castello, preesistente all’abitato moderno. Sulla sommità del colle sussistono i ruderi del castello e di diverse chiese. Si segnala in particolare la chiesa di San Giorgio (localmente chiamata del Giudice Giusto) a tre absidi decorate con affreschi di tradizione bizantina (staccati e ricollocati in una chiesa del centro abitato). Un altro sito di grande interesse archeologico nelle immediate vicinanze di Castronovo è la montagna del Cassar che conserva i resti di un insediamento fortificato di età bizantina. La linea fortificata, adattandosi alle asperità della roccia del colle di San Vitale, assume un contorno irregolare in particolare nell’area settentrionale, fortemente allungata e stretta. All’interno di questa cinta, sussistono le vestigia di una torre cilindrica (6,50 m di diametro) e una cisterna rettangolare (7,50 x 3,80 m) scavata in parte nella roccia e coperta da volta. I muri sono costruiti con pietre calcaree di piccole e medie dimensioni, rinzeppate da frammenti di tegola e legate con abbondante malta. I muri presentano modesto spessore (da 0.70 a 1 m), giustificato probabilmente dalla naturale imprendibilità del sito. Solo il lato sud era protetto da un muro più spesso, rinforzato in seguito da una scarpa, nonché da un presumibile ponte levatoio (posto più a valle, lungo l’attuale strada di accesso) che isolava totalmente il colle. Il pessimo stato di conservazione delle vestigia non permette di datare con certezza il castello e di individuare eventuali ampliamenti o modifiche. Solo la chiesa del Giudice Giusto, con le sue particolarità architettoniche e stilistiche trova confronti con chiese castrali del XII secolo (Castellaccio di Monreale, Caronia, Segesta). Alcuni saggi archeologici, effettuati nel 1985, hanno restituito soltanto ceramica databile a partire dal XIV secolo. Le ricerche archeologiche in corso da parte della Soprintendenza BB.CC.AA. di Palermo potranno dare risposte più precise. Quando Martino I re di Sicilia morì in Sardegna nel 1409, nel tentativo di sedare le ribellioni contro gli Aragonesi, ne prese posto, sino alla morte avvenuta l’anno successivo, il padre, Martino il Vecchio re d’Aragona.
Il Regno di Sicilia da decenni addietro era tormentato dagli scontri feudali. In quei frangenti la personalità di rilievo impostasi a condizionare la monarchia era quella di Bernardo Cabrera, gran giustiziere del regno ed ex comandante dell’esercito aragonese giunto in Sicilia nel 1392.Era stato proprio costui a prelevare Bianca, figlia di re Carlo III, dalla Navarra per condurla nell’Isola come moglie di Martino I il Giovane (a cui l’anno precedente era morta l’altra moglie Maria).La regina Bianca era stata delegata dai due Martini per l’esercizio del governo isolano, ma alla morte di Martino il Vecchio sorsero nuovamente aspri scontri. Infatti l’anziano Cabrera, cui nell’interregno spettava il governo, ambiva al trono e pensava di sposare la regina vedova (che le cronache tramandano fosse molto bella e dotata di talento politico). La regina nel 1411 si era rifugiata presso il barone Matteo Moncada nel castello di Castronovo di Sicilia (che risale all’undicesimo secolo) sul Colle San Vitale: da lì aveva promesso l’amnistia ai ribelli se avessero sospeso le loro azioni e avessero riconosciuto la sua autorità. Quando Cabrera la incontrò in un convento catanese e le manifestò le sue intenzioni fu immediatamente scacciato da lei che esclamò: «Ah, vecchio depravato!». La regina quindi si rifugiò a Siracusa, Cabrera cinse d’assedio la città, ma lei riuscì comunque a scappare grazie ai suoi partigiani che la preferivano come reggente. Diretta a Palermo, dove avrebbe atteso dall’Aragona i nuovi consiglieri di governo, sostò una seconda volta a Castronovo. I partigiani di Cabrera a Palermo, dove l’aspettavano, erano stati allontanati con le armi prima che la regina la raggiungesse. Tuttavia il vecchio spagnolo tentò un ultimo colpo di mano notturno cercando di catturare Bianca dopo aver simulato una ritirata: non ci riuscì per poco, la regina avvisata scappò direttamente in camicia da notte su una nave diretta a Catania. E Cabrera trovando il letto vuoto e tiepido ci rimase moltissimo male. Si tramanda che avesse detto: «Ho perso la pernice, ma mi è rimasto il nido!», e che in preda ad uno sconvolgimento mentale dopo essersi tolto i vestiti si gettasse sul letto rotolandovisi ed annusandolo come i cani da caccia. Alla fine il ribelle Bernardo Cabrera fu preso prigioniero e tra l’altro sospeso nudo dentro una rete per due giorni al muro di un castello dove tutti potessero vederlo. Altri link suggeriti:https://www.vivasicilia.com/castello-di-castronovo-di-sicilia/, https://www.youtube.com/watch?v=gGtUGetDlsQ (video di Danilo Caruso), https://www.sicilmedtv.it/castello-di-castronovo/,

Fonti: https://www.associazioneculturalekassar.it/il-territorio-di-castronovo-di-sicilia/le-origini-di-castronovo-di-sicilia/, https://www.icastelli.it/it/sicilia/palermo/castronuovo-di-sicilia/castello-di-castronovo, testo di Danilo Caruso su http://danilocaruso.blogspot.com/2011/04/la-regina-bianca-castronovo-di-sicilia.html

Foto: la prima è di fabiogattuso su https://mapio.net/pic/p-12223079/, la seconda è presa da https://www.vivasicilia.com/castello-di-castronovo-di-sicilia/

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