martedì 8 giugno 2021

Il castello di martedì 8 giugno


ARPAIA (BN) - Castello

Arpaia, piccolo centro della Valle Caudina situato al limite della provincia di Caserta, domina con la sua posizione strategica la storica Gola delle Forche Caudine, luogo della pesante umiliazione inflitta dai Sanniti ai Romani. Questo piccolo centro, posto ai piedi dei Monti Meridionali del Partenio, dove declinano dolcemente nel fondovalle dei Suessolani, è dominato dalle rovine di un Castello-Fortezza che si erge su un largo terrazzo roccioso le cui radici si perdono tra il secolo VIII ed il secolo XII. Tale fortilizio, sorto a guardia della Via Appia, dal Passo di Arpaia, si immetteva nella Valle Caudina che per molti secoli fu terra di feudi e di conquiste. Se consideriamo poi, che questa cittadella è stata quasi sempre un luogo di confine tra il Sannio e la Piana della Campania, ci si convince che vi dovette essere un presidio ben fortificato. Si presume siano stati prima i Sanniti e poi i Romani a fortificare l'altura, costruendovi rocche e salde difese che nel corso dei secoli hanno cambiato padrone ed aspetto. Questi imponenti manufatti, con le robuste murazioni, fanno pensare che si tratti di una delle più grandi opere di fortificazione esistenti nel Sannio. Sulla sinistra del poderoso fortilizio, prospiciente al paese, la murazione della cortina è preceduta da un fossato, protetto da una controscarpa e da una muraglia semicircolare con assetti in pietra calcarea. Sulla destra, il muro protettivo va a collegarsi con la più estrema murazione di difesa che si sviluppa su un vasto perimetro che va dal lato prospiciente al Castello di Arienzo (http://castelliere.blogspot.com/2021/01/il-castello-di-mercoledi-27-gennaio.html) a quello che si affaccia sul Valloncello. Questi ciclopici manufatti costituiscono la prima cinta difensiva, che il nemico avrebbe dovuto espugnare. Tra questi poderosi avanzi e la cinta difensiva della cortina, si apriva una grande scarpata, animata da piccole postazioni di vedetta, come tanti fortini, capaci di controllare l’entrata e l’uscita dal castello. Il sistema difensivo completava la sua funzione protettiva sul Vallone San Berardo e sul Valloncello, con una murazione alta circa cinque metri e con un fossato. La muraglia descrive un semicerchio verso la gola del Monte Parature e prosegue inerpicandosi sulle masse rocciose del Burrone che si affaccia sulla zona di S. Fortunato. Sulla sinistra dell’impostazione planimetrica, in terza posizione, tra la prima e la seconda cinta muraria, spicca, arditamente impostata, una struttura a guisa di mastio, capace di controllare il versante del Monte Tairano, quello di piana Maggiore e il Monte Olivella. Seguendo la direttrice del mastio, al centro della poderosa fortificazione, all’altezza di alcuni metri, si apre l’ingresso principale, protetto da due rivellini, entro i quali si azionava un ponte levatoio. Dal rivellino di destra, la murazione, seguendo un tracciato quasi poligonale, va a degradare sui dirupi rocciosi, sfruttando il vantaggio della difesa naturale. Al centro della complessa planimetria castellana, si ha motivo di scorgere imponenti masse murarie, molte delle quali sono ancora interrate. Le cose che sono attualmente rilevabili del Castello-Fortezza sono la complessa planimetria e gli elementi portanti dei vari alloggiamenti, a tratti intervallati, e la cortina che ci porta verso un nucleo centrale, dove è chiaramente leggibile il parametro abitativo. Su questo reperto, alto alcuni metri, si sviluppano strutture di rinforzo e archi a pieno centro in pietra calcarea, listati con mattoni facciavista. A destra di questo nucleo è rilevabile una botola di sgranamento, con un arco ribassato, eseguito a liste di mattoni, che si immette in ambienti interrati non ancora esplorati. Alcuni di questi reperti murari sono animati nel loro interno da canali di gronda, formati da due copponi poligonali in terracotta smaltata, usati certamente per far confluire le acque piovane nelle cisterne sotterranee. Infatti, al centro delle tante barriere difensive, poi, è sorto gradualmente, attraverso i secoli, il Castello, che dalle forme più rudimentali passa dal X secolo in poi a migliorare notevolmente tutto il sistema difensivo, in maniera che lo stesso Castello ed il villaggio appaiono legati l’uno all’altro. Non si può parlare di Castello senza pensare al villaggio che orbitava attorno ad esso. E la cittadella medioevale di Arpaia, come tutti gli altri borghi di questo periodo, si sviluppò, ai piedi del Monte Castello, tra la Via Appia ed il Pianoro denominato Corte dei Cavalieri. Come per le popolazioni pre-romane e romane, così i Longobardi ed i Franchi costruirono nell’Alto Medioevo i loro insediamenti, soprattutto nelle zone di alte e medie colline. Questo sviluppo si determinò con un processo in parte spontaneo ed in parte pilotato, facendo nascere prima zone di appoggio provvisorie, come ripari per pastori e carbonai che salivano in montagna in estate. Poi svilupparono piccoli insediamenti ed in seguito costruirono rocche e castelli, per meglio controllare il passaggio e il territorio nelle zone vallive, conquistando anche, lungo la fascia pedemontana ricchi boschi e terreni coltivabili. La creazione di nuovi villaggi coincise con l’abbandono del vecchio castello, posto in cima alla montagna che ancora oggi conserva la denominazione di "Monte Castello". Le vicende belliche che si determinarono in questa zona e i terremoti, provocarono danni gravissimi alle abitazioni e alle strutture difensive ed indussero le comunità che vivevano nei villaggi superstiti a circondarsi di fortificazioni e di mura. Da questo momento si cominciò a parlare di "castrum", termine che coincise col rinascere di una coscienza politica e con il proposito di difendersi dagli attacchi nemici. Nel VII secolo, sotto il Ducato Longobardo di Benevento, fu certamente un’area di contesa e la videro protagonista tra le lotte di scissione del Principato di Salerno dal Ducato Beneventano. Così i Longobardi, per difesa contro gli attacchi Greci e Saraceni, fondarono, riattarono e fortificarono villaggi e presidi di grande interesse strategico con il loro sistema difensivo, costituito da una murazione quadrilatera. Infatti la planimetria dell’antica cittadella di Arpaia, presenta una forma quadrilatera trapezoidale, con una cinta urbica di fortificazione, modellata sul sistema delle fondazioni urbane scaturita dagli esempi delle Bastides Francesi che si differenziavano dalle costruzioni militari, perché avevano perso la fosca minaccia legata ai nomi dei tiranni.

Fonti: testo di Lorenzo Di Fabrizio "Arpaia Longobarda", (1999) su http://www.comune.arpaia.bn.it/c062005/zf/index.php/storia-comune, http://www.coreportal.it/parcopartenioapp/arpaia/,

Foto: la prima è presa da http://www.comune.arpaia.bn.it/zf/index.php/storia-comune, la seconda è presa da http://www.coreportal.it/parcopartenioapp/arpaia/

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