mercoledì 26 gennaio 2022

Il castello di martedì 25 gennaio





 
COGOLETO (GE) - Torri

Il centro storico di Cogoleto non fa pensare al suo passato di borgo marinaro fortificato, formato com'è da una doppia fila di case entro in cui si sviluppano le vie Rati e Colombo. Le trasformazioni intervenute hanno reso difficile la lettura dell'antico presidio di cui restano, in parte riconoscibili, soltanto alcune torri, assorbite nel tessuto edilizio urbano fino a diventare un complemento dei fabbricati a cui sono addossate, apparentemente senza una propria individualità. Una dettagliata rappresentazione di Cogoleto visto dal mare risalente alla seconda metà del Seicento rileva la presenza dell'impianto militare. Era formato da tre elementi principali. A levante del centro abitato, il Castello aveva forma rettangolare con due torrette poste alle estremità del lato maggiore rivolto verso il mare. Con la Chiesa di Santa Maria e con l'Oratorio di san Lorenzo, costituiva presidio unico perimetrato da mura. A partire dal Castello si snodava per tutta la lunghezza del paese a monte delle case una linea di sei - otto torri baluardo edificate in momenti diversi. Le torri, distanziate tra loro di circa 60 metri, si levavano di poco rispetto agli edifici antistanti in modo da permettere di osservare bene senza essere individuati. Il terzo elemento era lo stesso paese. Le preminenti esigenze connesse alla produzione della calce e alla sua distribuzione commerciale con il trasporto marittimo, avevano determinato l'assetto del centro su due file di edifici. La prima fila, ubicata direttamente "in scia gea" (oggi identificabili nelle costruzioni adiacenti la via Aurelia), era costituita da fornaci per la cottura della calce, da qualche antica casa per abitazione, ma soprattutto, da fabbricati a destinazione commerciale e marinara di appoggio al naviglio, al carico e agli equipaggi. Edifici non rinserrabili all'interno di mura perché‚ funzionali alle attività di carico-scarico delle merci e al rimessaggio del naviglio, tirato a secco fino a fianco delle case nella stagione invernale. La seconda fila era costituita da edifici residenziali (oggi identificabili in quelli posti sul lato a nord delle vie interne) collegati tra loro in sequenza lineare. Gli edifici, (di altezza non superiore a due piani), per esigenze difensive erano uniti con mura anche nei rari distacchi, allo scopo di assicurare la totale contiguità della ostruzione rispetto alle retrostanti torri. Cogoleto ha avuto la necessità di dotarsi di queste strutture per difendersi dalle incursioni saracene e dei pirati i quali non davano, di regola, luogo ad assedi, in quanto i tempi di permanenza a terra erano limitati alle possibilità di organizzare la difesa e il contrattacco. Giocavano a favore dei pirati le comunicazioni stradali, che erano di difficile se non impossibile transito, ma i vascelli della Repubblica si potevano riavvicinare e quindi precludere la via di fuga. Le torri erano perciò organizzate per una resistenza breve ma efficace, che in primo luogo si doveva preoccupare di disporre di buoni e resistenti serramenti e tante pietre da tirare in testa a chi avesse tentato di scalare le mura. Le caditoie o piombatoie in alto, a corona delle torri, erano (come i gattoni) in uso a quell'epoca e servivano per gettare olio bollente o paglia infuocata sugli eventuali assalitori. I gattoni, invece, erano praticamente usati quali sostegni a provvisorie paratie di difesa contro frecce e dardi lanciati dal nemico. Costruita nei primi decenni del Settecento, Torre Parasco è forse quella che più ha mantenuto le sue sembianze originarie, infatti si notano ancora i "gattoni" che la coronano. Ad essa in seguito fu poi accorpato il bastione che scendeva sino al mare per fungere da rocca difensiva sul limitare di quel territorio paludoso che era attraversato dal Rio Rumaro e dal Rio Arrestra, ma sul quale vi era l'antico tracciato che portava a Varazze dopo essere disceso da Sciarborasca sino alla rocca stessa. La si può vedere in via Parasco, nei pressi dell'arena cinematografica all'aperto. Situata in via Mazzini (fronte a piazza Europa), la Torre Solaro storicamente si chiamava Torre Giare perché in quella zona erano presenti numerose fornaci e case. I Solaro la fecero probabilmente costruire e comunque la mantennero per oltre duecento anni. Oggi la facciata ovest è stata assorbita dalla nuove abitazioni. La Torre Ansaldo prende il nome dalla famiglia cogoletese che, con il permesso della Repubblica, la fece costruire presso la propria abitazione nei primi decenni del '500 e ne mantenne la proprietà sicuramente fino al 1735. Costituiva il primo baluardo difensivo esterno al Castello-Fortezza di Cogoleto. Oggi si trova tra via Rati e via G. Pestalardo. Una delle più antiche e molto simile alla Torre Solaro, la Torre Isolata è così chiamata perché era una delle poche torri isolate nella campagna cogoletese e tale è rimasta fino ai primi decenni di questo secolo. Oggi è nota come Torre del dottor Chiappe, visibile da via Mazzini. La Torre Genovese, cinquecentesca, ripete esemplarmente il modello dell'epoca, munita di caditoie o piombatoi che delimitava l'oppido nei pressi del Rio Capuzzola. In origine doveva avere solo le sporgenze dei "gattoni" poi tramutati in caditoie; sia questa torre che quella di via G. Pestalardo dovevano essere uguali e forse diedero nome al primitivo rione dei "binelli" in seguito diviso per la creazione della contrada "Giuggiola". Oggi la si può vedere in piazza Martiri della Libertà, nei pressi delle Poste Italiane.

Fonte: http://www.cogoletoinfo.it/cultura/itinerari/torri/torri.htm

Foto: 1) Torre Parasco (da http://www.latorrecogoleto.it/); 2) Torre Solaro (di senet su https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Cogoleto-torreSolaro.JPG); 3) Torre Ansaldo (da http://www.cogoletoinfo.it/cultura/itinerari/torri/torre1.jpg); 4) Torre Isolata (da http://www.cogoletoinfo.it/cultura/itinerari/torri/torre2.jpg); 5) Torre Genovese (da https://www.cogoletostoria.it/wp/edifici-importanti/)

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