mercoledì 12 gennaio 2022

Il castello di mercoledì 12 gennaio


 
CAVRIGLIA (AR) - Castello di Montegonzi

Montegonzi il cui toponimo ha origini longobarde (dal nome della famiglia Gonzi), fu feudo dei Conti Guidi come confermano i diplomi imperiali di Arrigo VI del 1191 e Federico II del 1248; il borgo cinto di mura nel corso del Duecento si sviluppò attorno al castello. Nel 1314 divenne proprietà della famiglia Ricasoli, anch'essa di origine longobarda, che era proprietaria di vasti possedimenti nel territorio circostante. Dopo la definitiva vittoria di Firenze guelfa sui ghibellini di Arezzo e delle famiglie del contado che a quella parte facevano riferimento, il Castello fu acquistato dalla città del Giglio nel 1314 dai Firidolfi Ricasoli che ne erano i proprietari. Nel 1375 la Signoria restituì il Castello alla famiglia Ricasoli ma questo non costituì un impedimento alla libera amministrazione della popolazione sul proprio comune. Una conferma di ciò si ha dallo “Statuto del Comune di Montegonzi” che si conserva nell’Archivio di Stato di Firenze. Nel 1478, durante le guerre tra Siena, alleata col Re di Napoli e col papa Sisto IV e Firenze, Montegonzi rappresentò uno dei baluardi più muniti della Repubblica Fiorentina. Proprietario della rocca era Pier Giovanni Ricasoli, nominato più volte commissario della Repubblica nelle guerre contro Siena e Pisa. Dopo la battaglia di Pavia, nel 1525, riprese con vigore la guerra tra Firenze e Siena. Molti scontri avvennero anche in queste zone coinvolgendo la rocca di Montegonzi che, dopo una strenua difesa, cadde nella mani del principe D’Orange. Nella metà del Cinquecento entrò a far parte della Lega d'Avane, una delle tante associazioni di comuni che Firenze aveva costituito nel suo contado per meglio amministrarlo, e ne divenne il capoluogo e la sede dell’Ufficiale del governo. La Lega d’Avane comprendeva un territorio simile a quello dell’attuale Comune di Cavriglia. La vecchia sede è ancora oggi ben visibile e reca sopra la porta d’ingresso lo stemma in pietra del comune di Montegonzi: le due chiavi di San Pietro incrociate che reggono sei cime. Il Podestà nominato da Firenze risiedeva in un palazzo tuttora esistente. Dal 1774, con la riforma amministrativa voluta dal Granduca Leopoldo I, il territorio della Lega d'Avane venne aggregata alla comunità di San Giovanni Valdarno. Il cassero fu edificato prima del 1000, come risulta da una pergamena conservata nell'Archivio di Stato di Firenze. Fra le carte della Badia di Coltibuono c'è un atto di vendita di un appezzamento di terreno situato presso Monterotondo, (località che si trova lungo la statale 408 di Montevarchi, poco dopo il confine fra le province di Siena e Arezzo), tra la pieve di S. Pietro a Venano presso Gaiole in Chianti e la Badia di Coltibuono. L'atto fu stipulato da un notaio, in Montegonzi, nell'anno 1063 così che è da ritenere che la rocca (o almeno parte di essa), sia stata edificata, come luogo di vedetta, qualche secolo prima dai longobardi che occuparono la zona. In origine Montegonzi doveva avere una struttura molto simile a quella di Monteriggioni, con mura di cinta e cassero, che dovevano servire da ultimo baluardo. Nelle mura di cinta, di cui restano oggi soltanto deboli tracce, si aprivano, in corrispondenza delle principali vie d'accesso al paese, le porte, in numero e dimensioni proporzionate all'estensione della superficie e della consistenza della popolazione. Le porte di accesso (almeno tre: Porta San Pietro, La Porta, La Porticciola), di modeste dimensioni, dovevano verosimilmente aprirsi su ponti difesi da torrioni scavalcanti il fossato che correva intorno alla cinta. L'aspetto dei dintorni del "castello" non ha nel tempo subito forti mutamenti perché nel paesaggio agrario si è perpetuata l'impronta rurale che le è stata propria fin dalle origini, mai cancellata del tutto dalle nuove realtà che si sono su di esso stratificate. La rocca di Montegonzi è posta fra il torrente Rimaggio, che gli passa a levante, e il borro di Montegonzi, che scende al suo ponente sulla cima di un colle a 432 metri di altitudine, nelle pendici dei Monti del Chianti. Si erge ancora, dopo oltre dieci secoli della costruzione, la potente struttura del cassero. La fortificazione si presenta nella sua forma antica, salvo il tetto, le finestre e le porte ricavate nella muraglia esterna. Alla fine del secolo scorso, il castello passò dai Ricasoli-Quaratesi ai Viligiardi, che abitavano allora nel "mercatale" e precisamente nell'edificio sul cui portale d'ingresso è ben visibile il loro stemma di famiglia. I nuovi proprietari trasformarono il "cassero" in civile abitazione. Nel corso dei lavori i muri aggiunti ridussero l'ampia corte, che era all'interno della muraglia e che aveva visto per secoli l'andirivieni di servi, soldati e "signori", all'attuale piccola piazzetta. Tutta la costruzione fu coperta con un tetto in cotto dalla larga gronda retta da mensoloni in legno. Nelle mura di cinta e nelle torri vennero aperte porte e finestre di diversa forma e dimensione. Le due torri furono sbassate perché pericolanti sulla cima. La zona delle carbonaie sotto al "cassero", verso nord, venne sistemata a terrazzamenti. Nell'archivio della prioria di Montegonzi esiste un biglietto manoscritto che dice così: "L'antico Cassero in Montegonzi edificato dai Conti Guidi posseduto dai Ricasoli, Quaratesi e Viligiardi fu a cura dei fratelli Cav. Eugenio e Dott. Oreste fu Francesco totalmente restaurato e ridotto ad uso di villa, nel triennio 1896-97-98". Sotto la parete nord della rocca, le antiche carbonaie furono trasformate in due balze dove furono piantati i cipressi ancor oggi esistenti, sebbene diminuiti di numero, per la malattia. Negli anni venti di questo secolo, nell'ala sinistra della costruzione vennero aggiunte alcune stanze; la grande antica cisterna esistente all'interno delle mura è stata trasformata in cantina, da qualche decennio, nel Cassero non funziona più il frantoio per la molitura delle olive e la cantina con la pressa per l'uva. Il castello sebbene sia stato trasformato in residenza privata e abbia perso l'architettura originaria come le classiche merlature, mantiene un aspetto imponente ed austero. Prima del restauro la rocca non era abitabile, essendo priva di finestre e di tetto; le uniche aperture erano le feritoie, tipiche delle fortezze. Sempre in linea con il gusto del tempo, furono dipinti i soffitti del cassero. L'antico cassero affiancato da un centenario e bellissimo esemplare di Cedro del Libano di oltre cento anni e si può considerare l'immagine cartolina di Montegonzi. Altri link suggeriti: https://www.youtube.com/watch?v=PhJcTV_hnpM (video di etruscanwarrior), http://www.tuscan.cc/montegonzi.htm

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Montegonzi, https://caivaldarnosuperiore.it/il-castello-di-montegonzi/, https://montegonzi.it/la-storia/

Foto: la prima è di LigaDue su https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:MontegonziCavrigliaCassero1.jpg, la seconda è presa da https://www.comune.cavriglia.ar.it/montegonzi

Nessun commento: