venerdì 27 maggio 2022

Il castello di venerdì 27 maggio

 

                                                

LUMEZZANE (BS) - Torre Avogadro

Già nota in epoca romana, di cui si possono ammirare gli acquedotti del primo secolo, il centro di Lumezzane fu poi sconvolto dai barbari e sottoposto al dominio longobardo e Franco. Nel secolo il IX passò sotto il dominio del Vescovo di Brescia e nel 1388 diventò feudo della famiglia De Vento, sotto investitura del vescovo Tommaso Visconti. Nel 1427 passò nelle mani della nobile famiglia Avogadro, in cambio del loro precedente feudo di Polaveno, su investitura della Repubblica di Venezia, particolarmente riconoscente per l'aiuto ricevuto dal nobile Pietro Avogadro nella lotta contro i Visconti. Il 23 gennaio 1528 il feudatario conte Francesco Avogadro emanò un proclama con il quale intimava gli abitanti di non osare più portare armi nelle assemblee comunali né di ricorrere ad offese o atti vietati nelle medesime. Rimase feudo Avogadro per oltre 300 anni, finché nel 1776 non passò per eredità, grazie al matrimonio tra Bartolomeo Fenaroli e Paola Avogadro, alla famiglia Fenaroli Avogadro. A inizio Ottocento il feudo cessò di esistere con la caduta della Serenissima per l'invasione francese. L'isolamento lumezzanese venne progressivamente meno, anche se le deficitarie vie di comunicazione rendevano in ogni caso difficili i collegamenti. La Torre Avogadro è il manufatto architettonico più antico del paese, che testimonia la signoria della famiglia Avogadro sul feudo di Lumezzane donato, come detto, dal doge di Venezia nel 1427. La costruzione di origine medioevale, che dalla sua posizione domina l'unico accesso alla valle, disponeva anche di un deposito chiamato "Fenaroli" in onore al matrimonio che aveva portato il feudo, nel 1740, ai Fenaroli Avogadro. Nel 1706 la torre fu sottoposta a radicali lavori di restauro e risistemazione con la realizzazione delle lesene in pietra locale (4 per parte) sulle facciate, del cornicione e del lanternino sul tetto (distrutto poi nel XIX secolo). A metà del Novecento divenne sede di una scuola elementare, successivamente trasformata in cornice per iniziative culturali. Giovanni Da Lezze la visitò nel 1609 e la descrisse come comoda dimora della famiglia: "Alloggiano quando vanno fuori in una torre in forma di Palazzo con buone commodità". Il fabbricato era circondato da un fossato che riceveva acqua dal torrente Regnone. Era quindi munita di un ponte levatoio, di una colombaia, e di un cornicione che risulta fosse presente ancora nel XIX secolo. Il fabbricato ha tre piani rialzati di cui quello nobile di doppia altezza. L'immobile aveva nel piano interrato la presenza di locali adibiti a carcere. Molte furono le famiglie proprietarie che si susseguirono nei secoli: i Lechi, i Facchinetti, gli Zani, fino a quando diventò nel 1865 di proprietà comunale. Attualmente la torre è la "Galleria Civica" del Comune, sede di mostre artistiche e di importanti manifestazioni culturali. Dopo il restauro la costruzione ha riacquistato tutto il suo splendore della sua origine medioevale. Scrisse Mons. Luigi Falsina su " Il Cittadino di Brescia" del 17 marzo 1926:"Benché decapitata dell'antica colombaia e raffazzonata nell'insulto coloristico delle sue vesti odierne, essa riesce ancora originale, solitaria e sdegnosa quale è affacciata al suo balcon di poggio, tra Piatucco, Pieve e Fontana.".

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Lumezzane, https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_Avogadro, https://www.lumezzane.info/lumezzane_avogadro.htm, http://www.invaltrompia.it/rubriche/fortificazioni/lumezzanetorre.htm, https://www.comune.lumezzane.bs.it/cittadino/biblioteca/torre-avogadro

Foto: la prima è di Mik2001 su https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_Avogadro#/media/File:Torre_Avogadro_Lumezzane_BS.jpg, la seconda è presa da https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/BS290-00245/

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