lunedì 2 maggio 2022

Il castello di lunedì 2 maggio

 



TARANTO - Castello Aragonese (o Castel Sant'Angelo)

Con la sua pianta quadrangolare e il vasto cortile centrale, occupa l'estremo angolo dell'isola su cui sorge il borgo antico della città tarantina. Il primo nucleo del castello risale al 780, quando i Bizantini avviarono la costruzione della "Rocca" a protezione dagli attacchi dei Saraceni e della Repubblica di Venezia. Questa prima fortificazione era costituita da torri alte e strette, dalle quali si combatteva con lance, frecce, pietre, e olio bollente. Nel 1481 fu realizzato un primo canale navigabile, più stretto dell'attuale e con sponde irregolari, per consentire il passaggio di piccole imbarcazioni e migliorare la difendibilità del castello. Nel 1486, Ferdinando I di Napoli incaricò l'architetto e ingegnere militare Francesco di Giorgio Martini di ampliare il castello e di conferirgli l'attuale struttura, onde rimpiazzare la tipologia medievale delle torri concepita per la difesa piombante. L'utilizzo infatti dei cannoni in seguito alla scoperta della polvere da sparo, necessitava di torri larghe e basse, di forma circolare per attutire l'urto delle palle di cannone, fornite di rampe o scivoli che permettessero lo spostamento dei pezzi da una torre all'altra, nonché dotate di un ampio e robusto parapetto con specifiche aperture per le bocche da fuoco. La nuova fortificazione doveva comprendere sette torri, di cui quattro unite tra loro a formare un quadrilatero, e le rimanenti tre allineate lungo il fossato fino al Mar Piccolo. Le quattro torri furono intitolate rispettivamente a san Cristoforo, a san Lorenzo, alla Bandiera ed alla Vergine Annunziata. Il primo castellano, poiché i fondi per ultimare la parte aragonese del castello (il quadrilatero) non erano sufficienti, impose in un primo momento il dazio sulla pesca, successivamente ingrandì il castello unendolo alla torre Sant'Angelo che fu costruita a spese del Comune. Le torri tonde e massicce del castello risultarono alla fine alte e larghe 20 metri, unite tra loro da cortine lunghe 40 metri e con 4 ordini di fuoco. Il castello era dotato di due uscite corrispondenti a due ponti levatoi. Sul fossato passava il ponte del Soccorso, che univa il castello alla zona che allora era campagna e che oggi viene denominata Borgo. Sul lato opposto invece, il ponte dell'Avanzata univa il castello con il borgo antico, sorpassando il fossato scavato per isolare la struttura dalla città. Verso il Mar Grande, in accordo con il probabile progetto di Francesco di Giorgio, fu aggiunto nel 1491, un puntone triangolare, (vero prototipo del bastione del XVI sec, erroneamente chiamato rivellino ), per rinforzare la cortina meridionale e migliorare la capacità di difesa di fiancheggiamento dell'accesso al fossato che fu ampliato sino a collegare il Mar Grande con il Mar Piccolo. Fu posto tra la torre della Bandiera e la torre San Cristoforo. Il castello fu ultimato nel 1492, come risulta dall'incisione di una lapide murata sulla "Porta Paterna" insieme allo stemma degli Aragonesi inquartato con l'arma dei d'Angiò tripartita: "Re Ferdinando aragonese, figlio del divino Alfonso e nipote del divino Ferdinando, rifece in forma più ampia e più solida questo castello cadente per vecchiaia, perché potesse sostenere l'impeto dei proiettili che è sopportato col massimo vigore - 1492.". Il nuovo castello aveva una forma vagamente reminescente quella di uno scorpione con cinque torri rotonde ubicate agli spigoli della costruzione. Torri e mura erano della stessa altezza, 21 metri, e quasi dello stesso spessore, circa 8 metri; tutte le torri avevano un diametro di 18 metri eccetto quella di San Cristoforo che era 10 metri più larga. Gli spagnoli, che succedettero agli Aragonesi nel 1502, ampliarono le piattaforme sommitali per facilitare il movimento e uso dell'artiglieria. Essi riempirono anche di terra molte delle gallerie intramurali e le casematte superiori delle torri per rinforzarle e per ottenere postazioni per l'artiglieria sulla sommità delle torri. Nonostante gli interventi spagnoli, con l'arrivo degli Asburgo nel 1707, il castello perse la sua importanza come opera militare (dopo aver avuto un ruolo fondamentale, in numerose battaglie, respingendo in particolare l' assalto turco nel 1594) divenendo una dura prigione, ma con Napoleone Bonaparte ritornò alla sua funzione originaria. Questa diversa utilizzazione ha portato alla frammentazione dei locali interni con la chiusura di passaggi e corridoi. In aggiunta a ciò, le aumentate esigenze residenziali unite al basso costo di intonaco e cemento, hanno portato all'uso massiccio di questi materiali per ricoprire muri e pavimenti allo scopo di migliorare le condizioni igieniche. Il castello, comunque, è rimasto sostanzialmente intatto eccetto che per la torre di S. Angelo, demolita nel 1883 insieme alle torri Mater Dei, Monacella e Vasto del muro civico, per fare posto all'attuale canale navigabile e al ponte girevole. A partire dal 2003, la Marina Militare, custode del castello dal 1883, ha iniziato il restauro sistematico dell'interno della fortezza con l'intento di riportarla alla configurazione Aragonese e di identificare le precedenti strutture greche, bizantine, normanne, svevo-angioine. Il restauro interno, effettuato dal personale della Marina Militare, sotto la supervisione della locale Sovrintendenza ai beni Architettonici, consiste essenzialmente nella rimozione dell'intonaco e cemento per riportare alla luce le superfici originarie di mura e pavimenti nella riapertura di corridoi, locali e passaggi, per ristabilire, inoltre, la permeabilità del castello e ristabilire la funzionalità dei vari elementi difensivi. Durante queste attività sono state scavate grandi quantità di terra in collaborazione con l'Università di Bari, sotto la supervisione della Sovrintendenza ai beni Archeologici, portando alla scoperta di numerosi reperti dei diversi periodi che abbracciano quasi tremila anni di storia. Ad esempio, in mezzo ad un silos di terra si sono rinvenuti pezzi di ceramica datati XIII-XV secolo ed una moneta dell’epoca di Federico II. Inoltre nel 2003 è stata esplorata la cripta. Oggi il castello è visitabile; appena entrati nella fortificazione si può vedere un filmato che parla della storia della struttura stessa, dell’importanza che aveva un tempo e delle varie stanze che si potranno andare a visitare. All'interno del castello si può ammirare la cappella di San Leonardo, riconsacrata nel 1933 dopo essere stata adibita nel corso degli anni a corpo di guardia e stalla. Al suo interno si trovano due lastre in carparo addossate alle pareti, che rappresentano rispettivamente un santo vescovo ed un guerriero medievale armato. Si può notare inoltre lo stemma di Filippo II di Spagna. Particolare è anche quella che fungeva da sala delle torture, la cui volta presenta un foro centrale attraverso il quale venivano amplificate e propagate le urla dei malcapitati, intimorendo psicologicamente gli altri prigionieri. Il Castello Aragonese di Taranto fu d’ispirazione per lo scrittore francese Alexandre Dumas: in effetti, il padre Thomas Alexandre Dumas, già generale sotto Napoleone, venne proprio imprigionato in questo maniero e lo scrittore, nell’elaborare il romanzo il Conte di Montecristo, si ispirò a questa vicenda storica. Altri link suggeriti: https://youtu.be/ju3LVlv_M9g e https://www.youtube.com/watch?v=q5RcJwodVb8 (entrambi i video della Marina Militare), https://www.icastelli.it/it/puglia/taranto/taranto/castello-aragonese-di-taranto, https://www.provinciataranto.com/VirtualTour/Taranto-Castello-Aragonese/Taranto-Castello-Aragonese.asp (visita virtuale), https://www.mondimedievali.net/Castelli/Puglia/taranto/taranto.htm, http://www.castelloaragonesetaranto.com/area-media (video), https://www.youtube.com/watch?v=3Glu5KqL_Zs (video di Italia.it)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_Aragonese_(Taranto), http://www.castelloaragonesetaranto.com/La%20Storia,https://www.hotelfree.it/itinerari_Puglia/castello-aragonese.asp, https://www.laterradipuglia.it/benvenuti-in-puglia/i-luoghi-della-puglia/taranto/il-castello-aragonese-di-taranto

Foto: la prima è una cartolina della mia collezione, la seconda è presa da https://www.silfnazionale.it/2019/09/15/costituzione-comitato-silf-taranto/

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