venerdì 3 giugno 2022

il castello di venerdì 3 giugno

 



VILLAFRANCA PIEMONTE (TO) - Castello di Marchierù

L'origine dell'edificio va fatta risalire almeno al 1220, allorché se ne fa menzione in un documento riguardante una donazione di beni all'abbazia di Santa Maria di Cavour. L'etimologia del nome non è ad oggi accertata, ma secondo l'ipotesi più accreditata essa sarebbe da far risalire al termine "marcio", o altamente irriguo, a causa della presenza in zona di un elevato numero di sorgenti a temperatura costante, le quali hanno sempre reso la zona continuativamente irrigabile. Meno probabili sono le ipotesi che fanno risalire il nome alla parola "marchesato" ed alla sua natura di posizione di confine con il marchesato di Saluzzo; o alla parola francese macheron, che alluderebbe alle macerie ivi lasciate dal passaggio di Federico Barbarossa. I primi signori di Marchierù furono i Signori di Barge ma, con atto dell’ 11 marzo 1251, tutti i loro beni in Soave furono ceduti a Tommaso II di Savoia. Gli Acaja, con castello residenziale a Villafranca, conservarono Marchierù per i loro discendenti: così Filippo, fondatore del ramo Savoia-Acaia, lo costituì in dote alla figlia naturale Francesca, sposatasi con Antonio Bocchiardi. Da questi il feudo passò ai cugini Petitti , figli di Beatricina d’Acaja, che lo mantennero fino al 1482. L'anno successivo, l'edificio tornò nella disponibilità di Casa Savoia, essendo assegnato per metà a Filiberto, del ramo illegittimo degli Acaja-Racconigi, e per metà a sua sorella Claudia, sposa di Besso Ferrero marchese di Masserano. Nel 1640 il castello passò ai Conti Solaro di Macello, attraverso Ottavia Solari di Moretta, moglie di Filiberto d'Acaia - Racconigi; divenuta Solari - Savoia. Nel 1750, l'intera proprietà fu costituita in Commenda dal Sovrano militare ordine di Malta e dai Solaro pervenne in parti eguali ai Cacherano di Osasco ed ai Filippi di Baldissero. L'intera proprietà fu quindi riscattata nel 1827 da Vittorio Ignazio Filippi di Baldissero, cugino di Policarpo Cacherano di Osasco. Quella dei Filippi era un antica famiglia, risalente ad Alineo, visconte d’Auriate nell’ 878, una delle più illustri di Cavallermaggiore; dai più antichi tempi rivestirono innumerevoli magistrature civiche e furono nel 1583 Decurioni di Torino. A tale famiglia appartenne Vittorio Antonio, nel 1736 aiutante di Campo del Principe Eugenio di Savoia nell’assedio di Vienna , Feldmaresciallo d’Austria, Comandante Generale della Cavalleria Imperiale e comandante dell’Armata d’Ungheria. Passato nelle mani di Carlo Alberto Filippi di Baldissero, figlioccio e paggio di Carlo Alberto di Savoia e porta stendardo di Genova Cavalleria durante la Prima guerra di indipendenza, il feudo conobbe un periodo di grande splendore. Membro della Regia accademia di agricoltura di Torino, cugino ed amico di Camillo Benso conte di Cavour, Carlo Alberto Filippi aveva un'ottima conoscenza delle tecniche di coltivazione ed irrigazione più avanzate, e le applicò al feudo con il supporto del figlio Enrico, che li portò a compimento. Sua madre era Maria Canera di Salasco, Dama di Corte della regina Maria Teresa, sorella del conte Carlo Canera di Salasco, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Piemontese che firmò l’armistizio che da lui prese nome, con cui fu decretata la fine della prima Guerra di Indipendenza. Enrico sposò Maria Arnaud di San Salvatore, la quale discendeva da due fra le più importanti famiglie francesi, i Richelieu ed i Gallifet. Pervenuto all'ultima erede della famiglia Filippi, Camilla, andata in sposa al conte Vittorio Prunas Tola, il castello fu ereditato dal figlio Severino, anch'egli Accademico dell'Agricoltura, e quindi dall'attuale proprietaria, la contessa Paola Prunas Tola Mariconda. Nel castello, nella stessa sala ove fu firmato il "trattato di Cavour", nel 1991 si riunì il consiglio nazionale dell'Ass.ne Ex allievi della scuola militare Nunziatella, per la prima volta fuori sede, ospitatovi del presidente della sezione Piemonte-Valle d'Aosta, presieduta dall'attuale proprietario. Il complesso di edifici del XII secolo è composto dal Castello, dalla Cappella gentilizia, dalla dependence del custode, dalle scuderie e dalla antica cascina di Soave, originariamente dei Savoia Acaja con caratteristiche difensive e come tale fortificato; dal XVIII secolo si trasformò in dimora residenziale, caratterizzata nel cortile interno dall’uso di bande orizzontali colorate in stile neogotico. All’interno di una cinta muraria che lo circonda integralmente, si staglia il parco ottocentesco con interessante trama di “broderie” in bosso topiato e suggestivi angoli dedicati ad ortensie, peonie e rose che ornano sentieri che si immergono all’ombra di piante secolari fino alla moderna piscina. L’edificio, in ottimo stato di conservazione, è in mattoni; la parte più bassa sulla facciata anteriore è un'aggiunta successiva al nucleo antico, il cui coronamento con merli a coda di rondine e archetti si nota sulle parete dell’ultimo piano, una soprelevazione più tarda. Alcune finestre, in parte tamponate, con apertura a tutto sesto e decorazione a fasce bicolori ornano le facciate. Sono noti gli ultimi interventi che hanno portato l’aspetto del castello da una probabile architettura trecentesca all’odierna villa di campagna. Le opere di consolidamento (i contrafforti sulle pareti est e ovest) e i numerosi tiranti ben visibili sulle facciate risalirebbero al 1808 quando, in seguito ad un forte terremoto che interessò il territorio villafranchese; s’intervenne, probabilmente, anche abbattendo un ulteriore piano delle torri poste sul lato Nord. Le arcate, presenti sulla parete est del sottotetto, risalgono al 1933 quando, il cambiamento delle destinazioni d’uso delle camere adiacenti, richiese la trasformazione della parete priva di finestre poiché il locale limitrofo era utilizzato come deposito. Un altro intervento eseguito nel 1972 fu l’installazione di un ascensore inserito in un ampliamento mimetico della torre situata sul lato Ovest. In questo modo, l’accesso all’ascensore, è stato garantito tramite il garage presente nel cascinale ovviando ai problemi di livello con un innesto che salvaguarda le facciate. Per quanto riguarda il cascinale, non vi sono tracce sui documenti; le tipologie presenti assicurano una certa continuità del complesso architettonico del quale, nel 1958, venne prolungata la manica Ovest. Un’aggiunta più recente è il garage situato sul lato destro del fronte Nord. Ecco il sito web del castello: http://www.castellodimarchieru.it/index.html. Inoltre la costruzione è osservabile in questi due video, il primo di Matrimonio.com (https://www.youtube.com/watch?v=dXXIgmUzEmg) e il secondo di Associazione Dimore Storiche Italiane (https://www.youtube.com/watch?v=m3yov1MS1PA)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Marchier%C3%B9, https://www.dimorestoricheitaliane.it/dimora/castello-di-marchieru/?lan=it, http://archeocarta.org/villafranca-piemonte-to-castello-marcheriu-marceru/

Foto: la prima è di Ferdinando Scala e Camillo Mariconda su https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Marchier%C3%B9#/media/File:Villafranca_Piemonte_-_Castello_di_Marchier%C3%B9_visto_dal_parco_interno.jpg, la seconda è presa da https://www.comune.villafrancapiemonte.to.it/archivio/news/Itinerario-delle-Dimore-Storiche-del-Pinerolese--Casaforte-di-Marchieru_736.asp

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