BORGO SAN GIACOMO (BS) - Castello di Padernello
La struttura si erge isolata nella pianura bresciana. Il castello, che domina il piccolo paese, è composto da 130 stanze su una superficie di 4000 m². La sua costruzione avvenne per opera dei Martinengo, famiglia di provenienza bergamasca, fedeli alla Repubblica di Venezia, in origine chiamata dei “Giselbertini”, che dal X e l'XI secolo si cominciò a nominare con l'appellativo “da Martinengo” poiché residente nel castello di Martinengo, nella pianura bergamasca. La presenza della nobile casata a Gabiano (antico nome dell'attuale Borgo San Giacomo) è attestata a partire dall'XI secolo. La nobile casata dei Martinengo rimase a Padernello fino al 1834; dal 1861 i possedimenti passarono alla famiglia Salvadego Molin Ugoni. Il castello, edificato alla fine del XIV secolo da Bernardino Martinengo, planimetricamente ha forma quadrangolare ed è circondato da un fossato colmo di acqua, l' accesso è a nord, dal ponte levatoio. Si presenta basso e largo, con una torre a nord (sull'ingresso), due a sud sporgenti dal perimetro ed una grossa torre di vedetta sopra l'incrocio dei lati nord ed ovest. Le murature, che si innalzano dal fossato, sono in laterizio, parzialmente intonacate, al culmine delle quali sono presenti beccatelli e regolari aperture. Dall'ingresso si accede, tramite un androne, ad una corte quadrata, porticata su due lati; ad est dell'androne è posizionato lo scalone per l'accesso al piano superiore. La prima testimonianza sulla presenza di una fortificazione a Padernello risale al 1391: una casa-torre circondata da un doppio fossato, che sovrasta un territorio di vitigni, boschi e pascoli. La costruzione del castello vero e proprio iniziò nella prima metà del XV secolo ad opera di due rami della famiglia Martinengo: i Martinengo di Padernello o “della Fabbrica” e i Martinengo “delle Palle”. Verso il 1470 il maniero era già provvisto di mastio dotato di mensoloni e caditoie con funzioni di controllo e avvistamento del territorio limitrofo, munito di feritoie e merlature guelfe. Dello stesso periodo risale l'elegante porticato sul lato Nord, caratterizzato da colonne in pietra con capitelli recanti scudi con l'aquila imperiale, simbolo araldico della casata. Nel cortile interno sorge un loggiato sul lato Ovest a pilastri tipicamente cinquecentesco sui quali campeggiano gli stemmi delle famiglie Martinengo e Colleoni, famiglia quest'ultima imparentata coi Martinengo. Del Cinquecento sono il grande salone del lato Est e il porticato del lato Sud e, dell'interno, i soffitti a vela o a botte e i soffitti lignei a cassettoni riccamente decorati. La struttura ha subito notevoli rimaneggiamenti nel tempo, i primi dei quali intercorsi già nella prima metà del XVI secolo. Nel Settecento l'edificio subì un importante rinnovamento architettonico e di funzione. L'allora conte Gerolamo Silvio lo convertì in un'elegante villa signorile secondo lo stile dell'epoca. A questo periodo si deve la realizzazione dello scalone settecentesco, opera del celebre architetto Giovanni Battista Marchetti (1686-1758), dal 1758 direttore della costruzione del duomo nuovo di Brescia. Si realizzarono inoltre una splendida sala da ballo, la cappella dedicata a San Faustino e Giovita. Il prospetto esterno sui lati Nord e Est venne ingentilito con balconcini in pietra e ringhiere in ferro battuto, mentre sul lato Sud venne aperto un ampio portale centrale da cui si accede l'accesso al giardino sul fossato. Nel 1834, dopo più di quattro secoli la casata dei Martinengo di Padernello, con la morte di Girolamo Silvio II Martinengo, si estinse per l'assenza di eredi maschi. Alla morte dell'ultimo Martinengo le proprietà venete vennero affidate alla moglie contessa Elisabetta Michiel, mentre quelle della provincia di Brescia passarono al cugino Alessandro Molin. Alla morte di quest’ultimo le proprietà vennero ereditate dalle sorelle Maria e Alba, sposate rispettivamente al conte Panciera di Zoppola e al nobile Pietro Salvadego. Padernello, il castello e altre proprietà vennero assegnate, in seguito alla suddivisione delle proprietà del 1861, ai nobili Salvadego. Ultimo conte a risiedere al castello fu Filippo Molin Ugoni Salvedego, il quale, per motivi di salute, preferì trasferirsi nel 1961 nel suo palazzo di Brescia, dove morì nel 1965. Da allora il castello di Padernello venne abbandonato, lasciandolo esposto alle intemperie, all'incuria e allo sciacallaggio, nonostante nel 1912 fosse stato definito di alto pregio architettonico e di interesse nazionale da parte del Ministero della Pubblica Istruzione. Negli anni Ottanta l'unica realtà impegnata nella difesa del castello e del suo borgo era l'"Associazione Amici del Castello", la quale restaurò l'antica posteria l'Aquila Rossa, simbolo imperiale dei Martinengo, con l'intento di salvare il maniero e valorizzare il borgo di Padernello. Grande ispiratore dell'associazione fu Monsignore Don Antonio Fappani, autore dell'Enciclopedia Bresciana. Nel 2016 venne conferita la targa di segnalazione dell'Istituto Italiano dei Castelli per l'ottimo restauro strutturale, architettonico, ambientale e l'ottima manutenzione e la consentita l'accessibilità. Nel 2002 crollò gran parte della cinta muraria alla destra del rivellino, del tetto sul salone da ballo, della soletta della cucina storica. Nel 2005 il maniero venne acquistato dal Comune di Borgo San Giacomo e da un gruppo di imprenditori che iniziarono i lavori di restauro. Entrambe le proprietà – pubblica e privata – concessero in comodato d’uso gratuito ventennale l’immobile alla Fondazione di Partecipazione denominata Fondazione Castello di Padernello (https://www.castellodipadernello.it/) costituitasi nello stesso anno, impegnata nel recupero, nella gestione e nella promozione del maniero. Una misteriosa leggenda è legata a Padernello: un fantasma aleggia per le stanze del Castello. È la storia della Dama Bianca, una figura eterea che ogni dieci anni, il 20 luglio, torna nel suo maniero con in mano un segreto scritto su un libro d’oro, alla ricerca di chi la possa ascoltare. Nel XV secolo visse Biancamaria, figlia di Caterina Colleoni e del conte e condottiero Gaspare Martinengo, uno degli eredi di Antonio I Martinengo infeudato nel 1443 delle terre di Gabiano (antico nome di Borgo San Giacomo) dalla Repubblica Veneta. La piccola nacque a Brescia in un Castello, ormai scomparso, sito in via Palazzo Vecchio. Biancamaria era una ragazzina malinconica, pallida e cagionevole di salute sia nel corpo che nello spirito. Era innamorata della natura, del silenzio e mal sopportava un mondo fatto di violenze, soprusi e angherie, un mondo di uomini d’arme come suo padre. Fu così che si trasferì nell’autunno del 1479 dalla città alla residenza di campagna della famiglia, nel borgo di Padernello. Qui trovò vigne, rogge, campagna e boschi. Il 20 luglio del 1480 Biancamaria era a cavalcioni sui merli del maniero. Era sera e vide una piccola magia luminosa, poi un’altra e un’altra ancora; la ragazzina, piena di gioia, credette di potersi librare in aria e unirsi a quelle magiche luci. Così, all’apice della gioia, Biancamaria immolò la sua vita per le piccole lucciole. Aveva tredici anni. Biancamaria Martinengo, secondo la leggenda, si è trasfigurata nella Dama Bianca e ancora ritorna, la notte della sua morte, ogni dieci anni, sullo scalone d’onore del suo Castello, vestita di bianco e con in mano un libro dorato aperto contenente il suo segreto. Un segreto che la fa vagare di continuo. Altri link proposti per approfondimento: https://www.youtube.com/watch?v=gBr_ja3wcc8 (video di Drone Production), https://www.youtube.com/watch?v=o64HuJfaLQo (video di Duepassinelmistero), https://www.youtube.com/watch?v=BpJ2qMmPkF4 (video di Fondazione Cattolica Assicurazioni), https://www.youtube.com/watch?v=2DCYBe-vgZM (video di AbeFranci71), https://www.preboggion.it/CastelloIT_di_BorgoSanGiacomo-Padernello.htm
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Padernello, https://www.castellodipadernello.it/visita-il-castello/conosci-il-castello/, https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1A060-00204/
Foto: la prima è presa da https://www.castellodipadernello.it/eventi/bresciacult/, la seconda è presa da https://www.giornaledibrescia.it/rubriche/cartoline-bresciane/un-viaggio-nel-tempo-al-castello-di-padernello-1.3738982
Nessun commento:
Posta un commento