mercoledì 14 novembre 2012

Il castello di mercoledì 14 novembre




SAN GIUSTINO (PG) – Castello Bufalini

Nacque come fortezza militare alla fine del XV per difendere l'abitato di San Giustino ed il territorio circostante. La sua edificazione risale al 1480 quando Citta' di Castello, per arginare gli attacchi dei nemici, decise di costruire un castello fortificato su progetto dell'architetto romano Mariano Savelli sul luogo di un fortilizio preesistente di proprietà della famiglia Dotti, ormai in rovina a seguito degli eventi bellici del tempo. Poichè la costruzione richiedeva un ingente capitale, nel 1487 il Castello fu donato a Niccolò di Manno Bufalini, cittadino tifernate e ricco possidente terriero in San Giustino, con l'obbligo di completare i lavori sotto la direzione di Giovanni e di Camillo Vitelli e di difendere il maniero in caso di guerre. La fortezza fu costruita a forma di quadrato irregolare con torri angolari raccordate da camminamenti merlati, su cui domina la mole della torre maestra; il tutto ulteriormente difeso da un ampio e profondo fossato a pianta stellare con ponte levatoio. Nel 1500, con il consolidarsi della potenza economica e politica della famiglia Bufalini divenuta di fatto la feudataria del luogo, il castello venne trasformato in una villa fortificata secondo nuove esigenze sociali, artistiche e culturali. Promotori di tale iniziativa furono l'Abate Ventura Bufalini ed il fratello Giulio. Per la decorazione del palazzo di San Giustino i fratelli Bufalini si affidarono al pittore Cristofano Gherardi, (San Sepolcro 1508-1556) estroso e raffinato artista di formazione manierista che vi dipinse favole mitologiche e decorazioni a grottesca. L'originaria struttura chiusa in se stessa fu trasformata (su probabile disegno del Vasari) in una struttura aperta e protesa verso il nobile giardino ed il paesaggio circostante. I lavori più consistenti interessarono la facciata, dove la torre di sinistra fu sopraelevata, trasformata in una loggia coperta e raccordata al maschio mediante la realizzazione di un ampio loggiato con colonne e balaustra in pietra arenaria. Inoltre vennero demoliti i beccatelli e realizzato un nuovo ingresso al centro della facciata. Trasformazioni significative interessarono anche il lato sud, dove la merlatura fu trasformata in un camminamento loggiato. Nei prospetti furono aperte ampie finestre architravate e sul lato nord fu realizzato un ampliamento a ridosso del maschio, per contenere lo scalone monumentale. Altre modifiche più o meno importanti furono apportate nei secoli successivi. La cinta muraria si deve ad un parziale rifacimento settecentesco; più tarda è la chiusura del loggiato sul lato sinistro del cortile interno e la sopraelevazione di una torre campanaria. In tutti gli ambienti sono conservati oltre gli affreschi, un gran numero di quadri, di mobili, di lampadari e di suppellettili che fanno del castello un raro esempio di nobile dimora giunta fino a noi stupendamente conservata ed arredata. Tra i quadri da ricordare due splendide Madonne, una del Pinturicchio e l'altra attribuita ad artista della bottega del Signorelli. In alcune nicchie del chiostro interno e nella sala del trono sono distribuiti dei busti di marmo di età romana provenienti in parte dalla vicina villa "in Tuscis" di Plinio il Giovane. Tra la cinta muraria ed il fossato del Castello, entro uno spazio irregolare, si estende il giardino che nel 1500 era "all'italiana" e nel quale erano presenti le maggiori varietà di frutta, agrumi con limonaia, la ragnaia, fiori rari, erbe officinali, ortaggi ed un labirinto impiantato nel 1692, tuttora esistente. Vi erano anche alberi da frutto nani, fiori e verdure disposti secondo un disegno ben stabilito, con aiuole, fontane percorsi obbligati, delimitati da varie essenze. Nel 1700 il giardino, che è uno dei più significativi della regione, fu riprogettato, come testimoniano l’impianto sugli spalti e il fossato di difesa a forma di stella del castello. E’ caratterizzato dalla suddivisione in sette spazi principali collegati tra loro da viali perimetrali posti nel margine del fossato che permettono di passare dal giardino triangolare al labirinto di alte siepi di bosso, dalle dodici aiuole cinte da rose con quattro vasche all’incrocio dei camminamenti al versante nord occidentale, con le fontane e alcuni dei lecci che costituivano i viali della Ragnaia (antico sistema di uccellagione con reti). Nel 1989 il complesso del castello Bufalini è stato acquistato dallo Stato con la finalità di destinazione museale e di centro di cultura. Oggi esso offre al visitatore la possibilità di percorrere un viaggio nel passato: in tutti gli ambienti sono conservati oltre gli affreschi, un gran numero di quadri, di mobili, di lampadari e di suppellettili (tra cui anche busti di epoca romana) che fanno del palazzo un raro esempio di nobile dimora giunta fino a noi stupendamente conservata ed arredata. Le opere d’arte sono distribuite lungo il percorso museale non in senso cronologico, ma secondo il gusto e gli interessi dei vecchi proprietari. La storia stessa dei Bufalini, ricostruita tramite i documenti dell’archivio e caratterizzata dall’immagine di alcuni di loro, costituisce il filo conduttore della visita. Per approfondire si possono visitare i seguenti due link:
http://lamiaumbria.it/scheda_comuni.asp?pag=5562
http://www.castellobufalini.beniculturali.it

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