CASTELDELFINO (CN) - Castello
Casteldelfino fu abitato fin dall’antichità ed è noto a partire dal X secolo con il nome di “Villa Sancti Eusebii”. Appartenne al Marchesato di Saluzzo, poi fece parte degli “Escartons” del Delfinato e, dopo il 1349 con tutto lo stato delfinale, passò al regno di Francia. Casteldelfino era la capitale della Castellata (o “Ciastelado”) che comprendeva anche i territori di Pontechianale e Bellino. L’alta Valle Varaita fu da sempre terra di confine, di grande importanza militare e commerciale per il controllo delle storiche vie di collegamento con le terre d’oltralpe, in particolare, quella denominata “chemin royal” con riferimento al lungo periodo di dipendenza dal Delfinato, con cui però poteva comunicare solo nella stagione estiva a causa dell’invalicabilità del colle durante l’inverno. Il Delfino Umberto II nel 1336 fece erigere un castello sul colle che dominava il borgo. Nel 1391 una frana distrusse l’abitato risparmiando solo la Chiesa di Sant’Eusebio, tuttora esistente. Gli abitanti cercarono rifugio nella parte più elevata e così si formò l’attuale paese che prese il nome dal “Castrum Delphini”e fu coinvolto nelle aspre guerre di religione della seconda metà del Cinquecento, venne occupato dai Savoia per passare poi di nuovo alla Francia. La dominazione sabauda divenne definitiva nel 1713 in seguito al trattato di Utrecht. Si hanno precise notizie sulle caratteristiche del castello grazie al resoconto contabile redatto da Raimondo Chabert, presentato alla Camera Delfinale nel settembre del 1336 e oggi conservato presso gli Archivi dell’Isère a Grenoble. Del complesso rimane traccia dell’edificio preminente, definito “palacium”, che in origine era alto 23 metri e venne descritto così: “Al primo piano vi è una cucina con corpo di guardia ed armeria. Il secondo piano è formato da un’ unica vastissima sala-dormitorio illuminata da ben 16 finestre, quattro per lato. Al terzo piano, il solaio. Tutto attorno al castellaccio, di forma quadrata, c’è un cortile recintato da mura che poggiano su paurosi strapiombi. Un ponte levatoio pone in comunicazione il palazzo con un’altra costruzione che sorge su un piccolo sperone roccioso, è un torrione che sovrasta il castello, posto di osservazione ed estrema difesa della guarnigione.” Nella relazione è detto che il “Castrum super villam Sancti Eusebii” verra’ chiamato “ Castrum Dalphini”. Il castello venne distrutto nel 1690 dalle truppe del duca di Savoia Vittorio Amedeo II. Di esso rimangono solo ruderi: sul lato meridionale permane una finestra intagliata nella pietra, con un motivo trilobo di coronamento. Rimangono tracce anche del recinto a fianco del palazzo dove in origine si trovavano appartamenti di servizio (forno, latrina, cisterna). Attigua al castello sorgeva una torre. E' dunque una struttura complessa, munita di tutte le funzioni difensive, residenziali e di rappresentanza. Solo approfondite analisi archeologiche potranno dare ulteriori informazioni relative a questo importante monumento. Altri link suggeriti:http://www.ghironda.com/vvaraita/rubriche/castello.htm, http://www.ghironda.com/vvaraita/rubriche/rucastel.htm, https://it.wikipedia.org/wiki/Casteldelfino, https://www.youtube.com/watch?v=wQpC1_wDTXU (video di Enrico20087)
Fonti: https://archeocarta.org/casteldelfino-cn-ruderi-del-castello-e-chiesa-di-santeusebio/, https://fondoambiente.it/luoghi/castello-di-casteldelfino?ldc
Foto: la prima è di Riccardo (Ricchi60) su https://www.flickr.com/photos/ricchi60/10715688773, la seconda è presa da https://archeocarta.org/casteldelfino-cn-ruderi-del-castello-e-chiesa-di-santeusebio/
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