Il toponimo "Camporeggiano" sembra nascere dal termine regghia, che indica un'insenatura o un crepaccio; una seconda ipotesi, meno probabile, lo fa discendere dal latino Campus Regis, con riferimento ai possedimenti dei signori locali, i Gabrielli. Le prime costruzioni risalgono al VI secolo, e consistevano in alcune torri difensive (monte Cavallo, Sant'Angelo, Castello di Aria, Goregge, Castiglione) poste lungo il corridoio Bizantino, una via che portava da Roma a Ravenna al tempo dei longobardi. Attorno a quella di monte Cavallo sorse la pieve di Agnano, un castello fortificato che era feudo dei Gabrielli già agli inizi del X secolo. Nel 1057 giunse in visita al castello san Pier Damiani, che a Fonte Avellana aveva come discepolo il piccolo Rodolfo Gabrielli: egli ottenne in dono da Rozia Gabrielli, madre di Rodolfo, il maniero e le terre circostanti, con la promessa di costruire un monastero dedicato all'apostolo san Bartolomeo. Già nel 1058 un gruppo di monaci (anche abili muratori) si trasferì nel nascente nuovo monastero, con un seguito di maestranze. Essi si prodigarono per migliorare il borgo: costruirono un ponte sull'Assino, ingrandirono un molino ed una fornace, fondarono una vetreria, aprirono un ospedale per i pellegrini. Giovanni Gabrielli, fratello di Rodolfo e antico proprietario dei luoghi, fattosi monaco a Fonte Avellana, vi tornò come abate: i suoi possedimenti si estesero alle vicine Montone, Umbertide e Città di Castello. Su richiesta di Rodolfo Gabrielli, nel frattempo nominato vescovo di Gubbio, il papa Alessandro II sottrasse nel 1063 l'abbazia alla giurisdizione episcopale eugubina, e la pose sotto la diretta protezione della Santa Sede. Papa Innocenzo II, il 24 maggio1139, a istanza di Benedetto priore e dei suoi monaci, confermò all’eremo di S. Croce di Fonte Avellana i suoi diritti e possessi, tra cui: “Monasterium Sancti Bartolomei de Camporegiano cum castris atque ecclesiis, villulis omnibusque pertinentiis suis.”. In un atto emesso dal Consiglio Comunale datato 23 luglio 1326 concernente un’ordinanza “per gli uomini dei castelli di Monte Episcopi e Campiregii “ troviamo il castello alle dipendenze del Comune di Gubbio, che lo dotò di un capitano e notaio. Nel 1350, il castello di Camporeggiano e altri, tra i quali quelli di Cantiano, Pergola, Montesecco, Serra Partucci, Agnana, Carbonana si ribellarono a Gubbio il cui comune era finito nelle mani di Cantuccio Gabrielli divenuto nello stesso anno tiranno della città. Cantuccio lottò contro Giovanni della Serra, che, assediato nel castello di Agnana, venne catturato e decapitato. Il castello di Camporeggiano per ritorsione alla sua ribellione venne raso al suolo. Ad oggi dell'edificio, situato sulla piccola altura chiamata Monte Cavallo, non restano che ruderi e brandelli di mura che si notano in mezzo al bosco sulla collina che sovrasta l’abbazia di Camporeggiano.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Camporeggiano, http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-camporeggiano-camporeggiano-di-gubbio-pg/
Foto: entrambe prese da http://www.iluoghidelsilenzio.it/castello-di-camporeggiano-camporeggiano-di-gubbio-pg/
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