TUGLIE (LE) - Palazzo Ducale
Un primo nucleo abitativo propriamente detto sorse nel XIII secolo con il nome di Casale Tulli e, intorno al 1270, apparteneva ad Almerico di Montedragone, un ufficiale dell'esercito di Carlo d'Angiò. Nel 1280 Almerico si allontanò dal casale per sedare una rivolta popolare scoppiata a Taranto; della sua assenza approfittò Gervaso da Matino che occupò il casale e gli attribuì il nuovo nome di Castri Tulli. Dopo la devastazione di Otranto del 1480 da parte dei Turchi ottomani, i paesi dell'entroterra subirono la stessa sorte e il casale di Tuglie fu completamente distrutto. Per un lungo periodo di tempo, il feudo rimase totalmente disabitato e passò in proprietà di diversi feudatari. Nel 1681 venne acquistato dal nobile gallipolino Francesco Antonio Cariddi, al quale gli successe il figlio Pietro. Nel 1696 divenne di proprietà della marchesa di Arnesano Antonia Prato, la quale, insieme con il marito Ferrante Guarino, signore di Poggiardo, si trasferì nella residenza baronale di Tuglie. I Guarino operarono la prima riforma fondiaria e con loro si ebbe una significativa crescita demografica ed economica. Nel 1715, alla morte della baronessa Prato, il feudo fu assegnato al primogenito Fabrizio, che morì il 22 settembre 1717, lasciando il feudo al fratello Filippo. Nel 1737 Carlo III di Borbone, con proprio decreto, istituì l'Università di Tuglie che immediatamente elesse il suo primo sindaco, un certo Quadrucci. Alla morte di Filippo 1740, senza eredi legittimi, il feudo fu lasciato al nipote Giuseppe Ferdinando Venturi, duca di Minervino. I discendenti dei Venturi furono gli ultimi feudatari prima dell'abolizione dei privilegi feudali (1806). Il Castello di Tuglie o Palazzo Ducale, dimora dei duchi Venturi edificata nei primi del ‘600, è oggi diviso in due proprietà. Una parte, di proprietà del sig. Antonio Venturi, è destinata a residenza ed una parte è sede del Museo della Civiltà Contadina e delle tradizioni popolari del Salento. L'edificio presenta una semplice facciata, arricchita da balconi con balaustre barocche e dal portale. Alla residenza si accede attraverso una scalinata interamente in pietra locale (carparo e pietra leccese), recentemente restituita all’antico splendore. L’ingresso permette di accedere a tre diverse zone del palazzo: una centrale destinata a salone, salotto e cucina, e due laterali destinate a zona notte. Il palazzo dispone di due diversi giardini: il primo, su un’ala, destinato a frutteto tipico salentino, accoglie al relax ed al riposo, con un lungo viale centrale e dei viali trasversali. Degno di nota l'antico pozzo seicentesco. La pavimentazione dei viali è interamente in pietra leccese, e nel centro del giardino sono presenti dei sedili posti al di sotto di una cupola realizzata con piante rampicanti fiorite. Fondato da Giuseppe Bernardi nel 1982, il Museo della Civiltà Contadina occupa l'intera ala dei servizi, dove si è voluto ricostruire, con oggetti ed attrezzi agricoli, il tipico ambiente di lavoro dei contadini locali. Nella cucina sono esposti oggetti molto particolari come un setaccio (farnaru) del '700 in pelle di cane bucherellata con un ago arroventato in modo da riprodurre una figura d'animale. Nella vecchia madia sono riposte le fische per confezionare la ricotta e sul tavolo il prototipo di una macchina per fare la pasta. Nella lavanderia sono conservati gli antichi oggetti usati per fare il bucato (cofanu, limbu, cenneraturu, stricaturi). Nella "stanza del contadino" si possono ammirare gli arnesi utilizzati dai nostri furesi per il lavoro dei campi: aratri a chiodo, roncule, crocci, stangati, stompaturi per pigiare l'uva e una statera del '700 usata per misurare i tini al momento della vendemmia. Nel palmento è conservata l'attrezzatura originale dell'epoca, compresa la vasca in pietra per la fermentazione dell'uva ed un torchio in legno del '700. Inoltre vi sono gli attrezzi per costruire e riparare botti, carri e ruote. La camera da letto è arredata in modo particolare: un telaio del '700 è affiancato da una macinula, fusu e fusifierru per tessere e filare. Si può ammirare la "dote femminile" contenuta nel cascione che, in mancanza d'altro, serviva anche da bara. Altri link suggeriti: http://www.otranto.biz/salento/it/struttura/tuglie/palazzo-venturi.html, https://culturasalentina.wordpress.com/2011/11/24/la-famiglia-venturi-a-tuglie/, https://www.salentoacolory.it/museodellaciviltacontadina/, https://www.youtube.com/watch?v=OC0LA9T3Kh4 (video di Antenna Sud Live TeleOnda)
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Tuglie, https://www.forzasalento.it/castelli/castello-di-tuglie/, http://www.comunedituglie.gov.it/territorio/da-visitare/item/il-palazzo-ducale
Foto: la prima è presa da http://www.tuglie.com/museo.asp, la seconda è presa da https://archividituglie.wordpress.com/home/palazzo-ducale-scalinata/
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