giovedì 1 agosto 2019

Il castello di giovedì 1 agosto




MANTOVA - Rocca di Sparafucile

E' un edificio militare, eretto probabilmente alla fine del Trecento a difesa del Ponte di San Giorgio, accesso della città da est. Sono tuttora in larga misura misteriose la sua genesi, le sue trasformazioni e persino parte delle vicende moderne; quello che oggi pare un pittoresco fortilizio, in parte ammantato d’edera e segnato dal tempo, è il frutto di una lunga stratificazione d’interventi. Chi lo osserva volgendo le spalle alla città distingue tre corpi di fabbrica, di altezza crescente da sinistra a destra, l’un l’altro uniti. Quello più vetusto è la massiccia torre a destra, di pianta rettangolare, con rade finestre e feritoie nelle facciate; i due edifici merlati sorti a ridosso sono aggiunte posteriori. Per taluni storici la rocchetta sarebbe sorta nel 1370-72, assieme alla cinta muraria del borgo di San Giorgio che concordemente si data agli anni di Ludovico I Gonzaga (1370 circa); per lo più si ritiene invece che il corpo più antico della rocchetta, la torre, sia posteriore al 1417. In quell’anno difatti, stando al cronista settecentesco Federico Amadei, ne sarebbe stata posta la prima pietra, ma l’edificio sarebbe giunto a termine nel 1443. In realtà, già un documento del 1414 attesta l’esistenza tanto di una “turris porte Sancti Georgii”, quanto di una “porta rochete Sancti Georgii”, evidentemente in essere. A quella data, chi avesse voluto accedere al ponte superando lo sbarramento, avrebbe dovuto esibire come contrassegno “due partes unius cogali nigri, longi et riangolati, incalcinati ab uno latere” (“due parti d’un ciottolo nero, lungo e triangolare, scialbato da un lato”), come attestano i documenti dell’epoca, in un latino non proprio “ciceroniano”. La rocchetta subì lavori di ristrutturazione nella metà del XV secolo (1458-59). La torre venne inserita da Andrea Mantegna, nel 1462 circa, nel dipinto Morte della Vergine, conservato a Madrid al Museo del Prado, facente parte delle Collezioni Gonzaga. L’eminente grado di realismo del Mantegna sarebbe la massima testimonianza dell’aspetto della torre al 1465: robusta e tozza, alta poco più d’una volta e mezzo la sua larghezza. Di fianco vi passava la strada che da Est conduceva in città; su un tratto di questa strada sorge il corpo centrale della rocchetta, il cui prospetto verso la città, con due finestre bifore e merlature sopra l’arco d’accesso, ha oggi fattezze proto-rinascimentali alquanto sospette. La cinta muraria di cui la rocchetta era parte venne abbattuta nel 1808-10, durante un effimero governo napoleonico. All’interno del corpo centrale, un’epigrafe ricorda un restauro del 1863, quando le sorti del Mantovano oramai pendevano contro gli Asburgo, cacciati tre anni dopo. Gli Austriaci vollero rafforzare la struttura difensiva, che perse la sua funzione militare allorché Mantova entrò, nel 1866 appunto, nel Regno d’Italia. Dopo una lunga fase di abbandono, i restauri della struttura iniziarono nel 1970 e nel 1975 essa fu trasformata in Ostello della Gioventù. Negli anni Settanta durante i lavori emerse il tracciato della strada originale – con l’acciottolato e il trottatoio di granito – e furono realizzati importanti interventi sulle architetture. La torre fu sopraelevata con quattro corpi angolari posti sopra una fila di mattoni a coltello che segna la quota originale: si ottennero così quattro vaste aperture, coperte da un tetto moderno. Furono rimossi gli intonaci, che nascondevano la sofferta stratificazione architettonica: sono così oggi visibili l’originale forometria e persino, nel corpo a nord, tracce di una scarpata, forse pertinente a una precedente fortificazione poi demolita. Nuovamente abbandonata negli anni Novanta, fu nuovamente restaurata nel 2010. All'interno dell'edificio, sempre in quell'anno, venne girato il film televisivo "Rigoletto a Mantova". La rocca è stata censita nel 2016 tra I Luoghi del Cuore del FAI - Fondo Ambiente Italiano. Nell'autunno del 2017 l'intera area su sui sorge la rocca è stata oggetto di riqualificazione con l'intento di collocare nell'edificio un ufficio di accoglienza turistica. Pare inoltre che una moderna tradizione popolare gli abbia assegnato anche il dimenticato nome di “Castello degli Zingari”. Altri link suggeriti: http://www.parcodelmincio.it/pun_dettaglio.php?id_pun=1501, http://www.mantovafortezza.it/it/scheda_fortificazione/lunetta_san_giorgio, https://www.youtube.com/watch?v=e3RgoHme1yE (video di Mantova.TV)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Rocca_di_Sparafucile, testo di Stefano L'Occaso su http://www.comune.mantova.gov.it/index.php/rigoletto-a-mantova/la-parola-ai-protagonisti/130-location/428-location-rocca-di-sparafucile

Foto: la prima è presa da http://www.mantovafortezza.it/it/scheda_fortificazione/lunetta_san_giorgio, la seconda è presa da http://www.parcodelmincio.it/pun_dettaglio.php?id_pun=1501

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