Dopo la caduta dell’Impero Romano il territorio subì nel corso dei secoli le tristi invasioni barbariche con la dominazione dei Longobardi. Verso il 1100 anche Lusia ebbe il suo castello probabilmente ad opera degli Estensi. Nel 1305 Lusia fu riconquistata da Francesco D’Este ritornando, verso il 1354, agli Estensi di Ferrara che la tennero fino al 1395. Successivamente a seguito di un prestito quinquennale, Lusia, con la contea di Rovigo, fu ceduta alla Repubblica di Venezia. Alla scadenza del quinquennio per mancato rimborso del prestito Venezia si instaurò in questa regione che, dominando gli sbocchi fluviali dell’Adige e del Po, comandava direttamente tutto il commercio fluviale del Veneto. Verso il 1400 giunse a Lusia da Costantinopoli, una colonna annodata a quattro fusti, con capitelli figurati, che ancora oggi si può ammirare sulla piazza antistante la nuova Chiesa Parrocchiale. I Veneziani l’avevano riportata da un viaggio assieme ad un'altra colonna. Ma la barca che le trasportava si era arenata alle foci dell’Adige facendo sprofondare una delle due colonne. Giunta a Lusia, la colonna che si era salvata, era stata sormontata da una statuetta che la tradizione popolare identifica con San Vito e posta davanti al castello. La colonna che è alta circa 3,50 metri, in origine era sormontata da due leoncini in granito, accosciati, che nel 1882 furono asportati dagli eredi della contessa E. Morosini Gattembur. Durante il periodo della Repubblica di Venezia nel Polesine sorsero numerosi castelli e molti paesi assunsero il nome dei nobiluomini veneti che vi si insediarono come Boara Pisani, Pettorazza Grimani, Cà Morosini ecc. Lusia, a testimonianza dell’antichità del suo nome, mantenne la sua originaria denominazione romana. A Lusia, nei primi anni del 1600, si instaurarono i Morosini che trasformarono il castello in una lussuosa villa protetta da solide mura lungo le quali si ergevano i colombai uno dei quali, restaurato ed adibito ad abitazione privata, si può ammirare ancora oggi. Già nel 1616 risultava essere una casa rurale a tutti gli effetti composta da palazzo padronale, colombaia, stalla con i campi, corte, giardino e orto. Ma a metà del ‘600 fu il Doge Francesco Morosini ad ordinarne l’ampliamento come documentato da una lapide del 1650, conservata nel parco delle rimembranze di Lusia. Aumentò il numero delle corti a due e il numero degli edifici salì a tre: quello padronale, circondato da due torri, una costruzione centrale e un casamento porticato con ben due colombaie, una si trovava a sud-est e l’altra a sud-ovest. I Morosini, patrizi veneti, appartenevano al gruppo delle sedici famiglie Tribunizie e diedero alla Repubblica di Venezia ben quattro dogi. I nobili Zeno, illustre famiglia veneziana, invece si stabilirono nell’odierna frazione di Cà Zen. In concomitanza alla ristrutturazione del Castello Morosini iniziò la costruzione, lungo l’argine, della chiesa arcipretale di Lusia legata alla venerazione dei Santi Vito e Modesto, vittime della persecuzione che morirono in Lucania. Nel 1663 fu eretto un campanile alto 62 metri. Nel 1889 la Villa divenne di proprietà degli Oliva. Fino ad allora restò dei Morosini. Il Comune la comprò nel 1935 e ne fece la sede del Comune e delle scuole elementari. Il primo tentativo di creare un mercato ortofrutticolo a Lusia fu fatto nel 1942, proprio all’interno di una delle stanze di questa villa. Appariva così Lusia, con il suo piccolo centro urbano a ridosso del fiume Adige, con la sua chiesa arcipretale e la villa Morosini, quando il giorno 20 aprile 1945 alle ore 11, 30 si abbattè sul paese uno dei più terribili bombardamenti d’Italia. Dove caddero le bombe nulla rimase. Il municipio, gli uffici pubblici, la chiesa arcipretale, la villa Morosini, tutto fu travolto dalle macerie. L’ingente opera di ricostruzione vide risorgere Lusia a circa 300 metri dall’Adige con la sua nuova chiesa inaugurata nel 1958. Del castello-villa oggi rimane solamente una delle antiche torri, quella del lato sinistro, recentemente restaurata dall’Amministrazione Comunale. La Torre, pendente e merlata, è alta ben 22 metri ed è il reperto storico più antico del paese. Completamente in muratura, presenta una base piramidale. Una scala interna a chiocciola di marmo composta da ben 128 scalini, permette di percorrere ben tre piani, prima di giungere alla sua sommità. Ciò che si può ammirare da quell’altezza deve essere decisamente meraviglioso! Basti pensare alla possibilità di vedere il corso del fiume, la flora e la fauna del luogo, le campagne che circondano il paese con le famose serre ma anche il Parco della Rimembranza di Lusia creato in memoria delle vittime del bombardamento subito durante la Seconda Guerra Mondiale. Altri link consigliati: http://www.spaziopadova.com/salvaveneto/ctgintern/forti/la_torre_di_lusia.htm (con foto storiche del castello),
Fonti: http://www.comune.lusia.ro.it/c029031/zf/index.php/storia-comune, https://it.wikipedia.org/wiki/Lusia, http://www.polesineterratraduefiumi.it/pagine/scheda_comuni.php?id=1&comune_code=adige_adigetto0, https://rovigo.italiani.it/torre-di-lusia/
Foto: la prima è di Threecharlie su https://it.wikipedia.org/wiki/Lusia#/media/File:Torre_di_Villa_Morosini_(Lusia).jpg, la seconda è di progigi su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/73697/view
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