mercoledì 12 agosto 2020

Il castello di giovedì 13 agosto




CAVRIGLIA (AR) - Castello di Montedomenichi

Da documenti del '200 e del '300 veniamo a sapere che nel territorio del comune di Cavriglia le più antiche famiglie feudatarie erano quelle dei conti Guidi e dei Ricasoli con i loro "consorti" Firidolfi; poi, così come in altre zone del Valdarno, salirono alla ribalta le potenti famiglie degli Ubertini e dei Pazzi e infine i Franzesi. Fino alla seconda metà del '200 il Castello di Montaio fu possedimento dei Guidi e roccaforte ghibellina contro la Repubblica Fiorentina, che infine lo conquistò. Stessa sorte toccò al Castello di Montegonzi, località già menzionata nei "Decimari" del XIII e XIV secolo, col nome di San Pietro di Formica, che fu prima possesso dei Guidi, poi dei Ricasoli e poi, dopo il 1314, della Repubblica Fiorentina, che ne acquistò la Rocca. Anche Castelnuovo d'Avane (oggi dei Sabbioni), dopo la battaglia di Montaperti, dovette subire la furia dei ghibellini. Nel territorio del Comune di Cavriglia si trovavano anche altri fortilizi medievali quali il Castello di Montedomenichi, già dei Ricasoli che fu comprato nel 1314 dalla Repubblica Fiorentina per farne un caposaldo difensivo, come testimoniano gli imponenti ruderi; e il Castello di Pianfranzese, che fu luogo d'origine della nobile famiglia dei Franzesi, piccoli nobili, forse vassalli degli Ubertini. Nel medioevo il centro del potere civile della zona aveva sede nel castello di Montaio che fino alla metà del XIII secolo costituì uno dei principali possedimenti dei Conti Guidi. A partire dal Duecento Firenze riorganizzò i territori che ricadevano sotto la propria influenza raggruppando i piccoli borghi del contado in confederazioni denominate “Leghe”. Nel territorio cavrigliese fu fondata la Lega d'Avane che rimase in vita fino al 1774. In quest'anno, a seguito delle riforme leopoldine, il territorio della Lega d'Avane fu annesso a San Giovanni per esserne successivamente distaccato agli inizi dell'Ottocento, per formare il Comune di Cavriglia. Il Castello di Montedomenichi, sorto su un preesistente insediamento di epoca romana, sembra avere preso il nome dalla famiglia Domenichi, fondatrice del fortilizio e ricordata nelle pergamene di Badia a Coltibuono. All’inizio del 1300 entrò in possesso dei “Della Foresta”, la famiglia figlinese che riuscì ad ottenere un discreto potere in questo angolo del Valdarno. I Della Foresta, sia nel ramo che rimase in Toscana , sia in quello che fece fortuna in Francia, investirono molti capitali nei castelli di questa zona. Costruirono, nel momento di massimo splendore, un sistema che si imperniava nel Castello della famiglia di Figline ma che vedeva collegati anche Pian Franzese, Tartigliese, Monte Domenichi e la Badia di Montemuro. Fu proprio nei Castelli di Montedominici e Pianfranzese che questi feudatari ospitarono, nel 1308, i ghibellini fuoriusciti da Firenze. Il castello fu in varie epoche al centro di combattimenti tra Firenze e Siena, essendo al limite del contato fiorentino e in posizione di contrappunto con la rocca di Volpaia dall’altra parte del crinale e, dopo che Firenze lo acquisì nel XIV secolo dai Della Foresta, nel 1483 fu costretta a demolirlo perché, pur possente, era difficilmente difendibile essendo troppo esposto in territorio nemico e per evitare che cadesse nelle mani dei Senesi. Pur ridotto nello stato di rudere, il fortilizio ci rivela una certa imponenza: il nucleo centrale è di forma rettangolare, in adiacenza a questo doveva trovarsi il corpo di guardia. Una delle due torri, probabilmente di epoca più tarda rispetto al resto dell’edificio, è di forma circolare, soluzione piuttosto insolita nell’architettura militare di questa parte della Toscana. Tale torre doveva essere molto alta per permettere una vista agevole in lontananza. Annessa al Castello sorgeva una piccola chiesa dove, secondo la tradizione popolare, nella prima metà dell’Ottocento, ogni anno, il giorno dell’Ascensione, si concentravano grandi sciami di piccole farfalline, volgarmente chiamate “paoline”, che morivano al loro arrivo sul posto. Negli anni scorsi il Comune di Cavriglia ha proceduto ad un primo restauro ma ancora si possono notare un gran muraglione e le torri abbattute e il luogo, pur suggestivo, può essere anche pericoloso e quindi si invita alla cautela nella visita. Altri link per approfondire: https://www.lamiabellatoscana.it/2020/07/escursione-al-castello-di-montedomenichi.html, https://www.youtube.com/watch?v=nF6vKKB-xnc (video di etruscanwarrior), https://www.youtube.com/watch?v=PwLh8YU7Cuw (video di Francesco Ruscelli)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Cavriglia, http://www.comune.cavriglia.ar.it/itinerario-2-borghi-e-castelli, http://caivaldarnosuperiore.it/il-castello-di-montedomenichi/

Foto: tutte del mio amico (e inviato speciale del blog) Claudio Vagaggini che le ha scattate sul posto lo scorso 6 agosto.

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