giovedì 20 aprile 2023

Il castello di giovedì 20 aprile



SETTIMO VITTONE (TO) - Castello di Cesnola

Del castello di Cesnola, risalente verosimilmente all'XI secolo, si hanno poche notizie storiche. I primi riferimenti a “Cisnolis” (probabile diminutivo di Cesinola da Cesina che significa “bosco tagliato”) si trovano in un documento datato 1042, la dote dell’abbazia di Santo Stefano di Ivrea, in cui si fa menzione di un “massaritium unum cum sedimine, casis, cascinis, campis, vineis, pratis, boschis, buscaleis, cum omne onore et integritate in Cisnolis”. Questo territorio fu sottoposto ai signori di Settimo Vittone. Nel 1180 Vercelli infeudò Roberto di San Martino del cosiddetto Castelletto, con l’obiettivo di evitare la tassa sulle macine da mulino che imponeva Ivrea, facendo passare quelle destinate al suo territorio attraverso questo castello e poi direttamente a Bollengo, dove si trovava un altro castello di proprietà dei vercellesi. Ma l’espediente non ebbe fortuna per molto tempo e la questione delle “molarie” ritornò a pesare negativamente sui rapporti dei due comuni. La parte più antica della struttura è il grande torrione di pietra (dongione), risalente all’XI secolo circa. Attorno a questa torre si formò il primo nucleo del castello, che poi venne ampliato e fortificato durante i tre secoli successivi, sino a raggiungere un perimetro di 175 metri. A quell'epoca ne erano feudatari i signori di Castelletto. Di essi si ricorda tale Pantalone di Castelletto, canonico di Ivrea nel 1439. Nel XIV secolo, la discendenza dei Castelletto si confuse, per il tramite di Battistina di Castelletto andata in sposa, con quella dei signori di Settimo Vittone gli (H)Enrico divenuti conti di Cesnola. I feudatari del castello avevano diritto di esigere il pedaggio da chi transitava per le loro terre, diritto che venne revocato da un editto imperiale nel XIII secolo. Questo fatto potrebbe aver costretto i signori del luogo ad estorcere denaro in modo meno legale; la rapina divenne poi nuovamente diritto, quando nel 1313 una commissione inviata dai Savoia – che avevano allargato il loro dominio fino alla Marca d’Ivrea – appurò lo stato di bisogno del feudo e la conseguente necessità di esigere pedaggio. Il castello andò parzialmente distrutto all'inizio del XVI secolo, quando il duca Carlo III di Savoia ne ordinò la demolizione. Rimaneggiato più volte, a partire dal 1789 appartenne alla illustre famiglia dei Palma di Cesnola, la quale venne infeudata da Vittorio Amedeo III di Savoia del feudo di Cesnola. Tra i Palma spicca il conte Luigi (1832-1904) che fu console statunitense a Cipro, archeologo e direttore del Metropolitan Museum of Art di New York. Infine le rovine passarono di proprietà del beneficio parrocchiale della pievania di Settimo Vittone. Nel XXI secolo il fortilizio risultava in stato di abbandono. A novembre 2012, come già i castelli di Mazzè e di Parella, anche il castello di Cesnola è stato proposto in vendita, con una base d'asta per il castello e i terreni circostanti di 130.000 euro. Il comune si è dichiarato non interessato all'acquisto del rudere. Il Castello consiste in una torre, in due cinte murarie «merlate a coda di rondine a filo muro», una cappella e alcuni resti di edifici di servizio. «Tutte le costruzioni del castello sono fatte di scapoli di pietra, con gli angoli e gli stipiti delle aperture meglio lavorati». La torre (o dongione) presenta muri spessi oltre 1 metro e una pianta quadrata dai lati di 5 metri. L'accesso, coronato da un arco a tutto sesto, si trova in una posizione elevata di alcuni metri rispetto al suolo, come è tipico in questo tipo di costruzioni, ed era accessibile tramite una scala rimovibile all'occorrenza, ad esempio in caso di attacco dei nemici. La cinta muraria interna, della stessa epoca della torre secondo il Nigra, si addossa alla torre ed è di forma quadrilatera. La cinta muraria esterna, più estesa, corre lungo il ciglio dello sperone roccioso per 175 metri: potrebbe esser stata aggiunta al castello insieme alla cappella e agli altri fabbricati, come rivelerebbero gli affreschi della cappella. Si nota ancora la trasformazione dei merli da ghibellini a guelfi, mediante il riempimento della "coda di rondine" con sassi che appaiono disposti in modo meno preciso, almeno a paragone del resto dell’opera. Per arrivare al castello si percorre un sentiero che si imbocca dalla piazzetta con la fontana e che, in circa 20 minuti di cammino, conduce alle rovine. Altri link suggeriti per approfondimento: https://www.youtube.com/watch?v=ko71zMmrTD0 (video di DronAld), https://www.youtube.com/watch?v=yoJ9Ww2TSDA (video di m15alien), https://www.preboggion.it/CastelloIT_di_TO_Settimo_Vittone-Castello_Cesnola.htm, https://atlas.landscapefor.eu/category/1200-1300/poi/17633-castello-di-cesnola/

Fonti: http://archeocarta.org/settimo-vittone-to-ruderi-castello-cesnola/, https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Cesnola,

Foto: la prima è di silvana su http://rete.comuni-italiani.it/foto/2009/60101/view, la seconda è presa da https://www.gulliver.it/itinerari/guarda-monteda-settimo-vittone-anello-per-cesnola-chiaverina-valcauda/

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