lunedì 17 aprile 2023

Il castello di lunedì 17 aprile



SAN VINCENZO VALLE ROVETO (AQ) - Torre in frazione Roccavivi

Il nucleo primordiale di Roccavivi si formò gradualmente con l'unione degli abitanti che vivevano nei casali situati presso le chiese di Santo Stefano e di San Paolo. Una chiesa che alcuni storici locali hanno ricondotto al borgo rovetano è quella di Santo Stefano in Valle Sorana donata nel 745 dal duca longobardo di Benevento, Gisulfo II, al monastero benedettino di San Vincenzo al Volturno. Di sicuro il borgo originario fortificato di Roccavivi, l'incastellamento detto di Roccavecchia, fu fondato intorno alla torre medievale tra l'XI e il XII secolo. Incluso originariamente nella contea dei Marsi, dall'anno 1208, per circa un secolo, fece parte della contea di Sora, concessa al fratello Riccardo, dei conti di Segni, da Papa Innocenzo III. Nel 1218 Papa Onorio III ordinò ad Adenolfo di Alvito e a Ruggero di Aquino di restituire a Riccardo la terra di Rocca, che essi avevano violentemente saccheggiato. Appare da questo ordine pontificio che i due potenti signori la usurparono e la devastarono. Ma già prima di questo anno, l'11 ottobre del 1215, l'imperatore Federico II riconfermò a Riccardo tutti i diritti di cui egli godeva a Rocca de' Vivo dal tempo della nomina fatta in suo favore da Innocenzo III. Il borgo subì diverse modifiche del toponimo; infatti lo storico ed archivista Erasmo Gattola riportò la donazione che Gentile, figlio del conte dei Marsi Balduino, fece nel 1089 al monastero benedettino di Santa Maria in Luco delle chiese di San Nicola in Valle Sorana (Balsorano), di Santo Stefano in "Rivo Vivo", di Santa Restituta, di Santa Maria in Morrei (Morrea) e di Santa Maria in Collelongo. La donazione è contenuta nel Registrum pergamenaceo del benedettino Pietro Diacono. Il documento riporta che Gentile, con i due nipoti Trasmondo e Berardo e con la matrigna Altruda, abitanti di Valle Sorana (la contemporanea Balsorano), concedeva nel maggio del 1089 al monastero di Santa Maria di Luco, soggetto all'abbazia di Montecassino, tra le altre chiese anche la chiesa di Santo Stefano, posta nel territorio denominato in questo caso "Castro Rio Vivo". Che i nomi "Castro Rio Vivo" o "Rivo Vivo" siano riferiti a Roccavivi è dimostrato dal fatto che col passare del tempo, quando nacquero contestazioni tra il monastero di Luco e le chiese della donazione del 1089, non si parlava più di "Santo Stefano Rivo Vivi" o di "Castro Rio Vivo", ma di Santo Stefano in "Rocca de' Vivo". Il Castro Rio Vivo o la località Rivo Vivo non sono altro che "Rocca Rivi Vivi", nome modificato successivamente prima in "Rocca de' Vivo" e in seguito in "Rocca Vivorum", toponimo che si trasformò linguisticamente in Roccavivi. La denominazione "Santi Stephani in Rivo Vivo" si trova anche nel diploma del 22 settembre 1137 di Lotario III, imperatore del Sacro Romano Impero. Quando si trattò di restaurare Rocca de' Vivo saccheggiata e distrutta nel 1218, gli abitanti del paese, assieme a quelli di San Paolo e di San Giovanni de Collibus, furono obbligati a ricostruire il borgo per disposizione imperiale. Questo ha fatto dedurre che attorno alla chiesa di San Paolo si trovava anche un piccolo villaggio. Nel 1272, era di stanza nella dogana del passo di "Vado di Rocca de' Vivo", istituita come in altre località da Carlo I d'Angiò, un regio custode per l'esazione delle gabelle fuori del regno. Roccavivi, come Capistrello e qualche volta anche Civitella Roveto, Pescocanale e Canistro, fu scelto come un posto di controllo per coloro che dal Regno di Napoli passavano allo Stato Pontificio. La località era nota per questo motivo come "Vado di Rocca de' Vivi" o semplicemente "Vado di Rocca". La torre venne edificata con ogni probabilità nel 998 da Rainaldo, conte dei Marsi o da suo figlio Oderisio, a 895 metri s.l.m. in comunicazione visiva con le primordiali strutture militari del castello-recinto di Morrea e del castello di Balsorano. Intorno ad essa e leggermente più in basso tra l'XI e il XII secolo fu fondato il borgo originario fortificato di Roccavivi, l'incastellamento detto di Roccavecchia, che era dotato di mura difensive. Nei primi anni del XIII secolo, in seguito al saccheggio di Adenolfo di Alvito e di Ruggero di Aquino, la torre venne gravemente danneggiata. Poco dopo fu prontamente restaurata insieme al borgo antico dagli abitanti del casale di San Paolo e di San Giovanni in Collibus acquisì importanza strategica con l'istituzione a Roccavivi della dogana, organismo che ebbe il compito di controllare merci e persone in transito dal Regno di Sicilia allo Stato Pontificio. La torre subì gravissimi danni in seguito alla frana causata da agenti atmosferici che nel 1616 distrusse completamente il vecchio borgo. Abbandonata perse gradualmente la sua funzione strategica di controllo del "Vado di Rocca". La torre subì ulteriori danni a causa del terremoto del 1654. Per approfondimento suggerisco i seguenti link: https://www.webmarsica.it/torre-di-roccavivi/, https://www.youtube.com/watch?v=_OhQreIzF0o&t=3s (video di Eliseo Romano).

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Roccavivi

Foto: la prima è presa da http://www.civitellaroveto.org/history-valley.html, la seconda è un fermoimmagine del video di Eliseo Romano citato in precedenza

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