AIDONE (EN) - Castello di Pietratagliata (o di Gresti)
Si trova in territorio di Aidone, appunto in contrada Gresti, quasi al centro del triangolo che unisce Aidone, Valguarnera e Raddusa. La sua condizione attuale è quella di rudere se pur ben leggibile nelle forme, che sono costituite principalmente di una poderosa torre piena e di una serie di stanze ingrottate. Allo stato attuale il complesso, integro almeno sino all’inizio del secondo conflitto mondiale, non è agevolmente visitabile in quanto versa in condizioni di degrado tale da rendere pericoloso l'accesso. La sua origine non è ben definita, le prime notizie storiche documentabili risalgono al XIV secolo. I ruderi del castello sono tuttora di proprietà privata e da molti decenni lasciati all'incuria e all'abbandono. Il nome di Pietratagliata proviene dalla enorme rupe quarzarenitica che taglia la valle in modo perpendicolare all'asta del fiume Gresti, dando l'impressione di una sola, gigantesca pietra tagliata da una mano sovrannaturale. La struttura esistente è certamente di epoca arabo-normanna, ma nei documenti appare per la prima volta nel 1374, quando il feudo ed il fortilizio di Pietratagliata venne assegnato da Federico III di Sicilia, con un privilegio, a Perronus de Iuenio (Gioeni). Fino al 1512 Giovanni Luca Barberi, nei suoi Capibrevi ne confermò l'appartenenza alla famiglia Gioeni, già concessionaria della terra di Aidone e dei feudi circostanti. In seguito passò a vari proprietari tra cui il barone Caprini che nel 1668 fece incidere sull'architrave di una finestra ogivale, su una lastra di marmo, un'epigrafe in latino, di cui oggi non vi è traccia ma di cui è conosciuto il testo: una dedica del Caprini ad un suo giovane successore, forse il figlio, a cui lasciava questi terreni fertili e ricchi, ma arsi dal sole e privi delle delizie del giardino delle Esperidi. Tale epigrafe era posta molto in alto e la posizione solitaria del castello ne ha fatto l'oggetto di una leggendaria "truvatura": il cavaliere che, mentre lo superava al galoppo, fosse riuscito a leggere e ad interpretare l'epigrafe, avrebbe trovato un ingente tesoro. La lapide, la cui iscrizione è riportata in vari testi di storia locale, oggi non esiste più, probabilmente fu trascinata nel crollo del prospetto settentrionale. Ma secondo alcuni studiosi sulla collina sovrastante alla fine dell'Ottocento furono ritrovate parecchie monete d'argento e di elettro coniate da una zecca al seguito di un esercito punico (Ippocrate?) ed alcune d'argento di Morgantina serie SIKELIOTAN che raffiguravano un cavaliere al galoppo nel R/ mentre nel D/ Zeus e forse per questi reperti è nata la leggenda. Nell'intero complesso del Castello di Gresti sono individuabili 3 tipi di strutture architettoniche:
- I) un insieme di ambienti ipogei localizzati alla base della parete orientale della costa rocciosa ed in alto sul versante occidentale della rupe;
- II) gli spazi del fortilizio medievale che, con la torre ed altri ambienti in muratura, inglobava inoltre anche le strutture ipogee;
- III) un complesso di magazzini e altri vani destinati all'utilizzo della fabbrica quale masseria risalenti al XVII secolo.
Una chiara descrizione degli ambienti di cui si compone il castello è stata fornita dall'Ing. Tomarchio, che ha inoltre elaborato una planimetria del complesso. Al castello si accede attraverso uno stretto sentiero tagliato nella roccia, delimitato a destra dal massiccio roccioso e a sinistra da un muretto. Al terreno di questo percorso si giunge dinanzi a due accessi: un portale ed una scala di cui oggi resta solo un cenno di traccia nella muratura. Superato il portale si attraversa un piccolo corridoio che conduce ad una loggia aperta, scavata nella rupe che guarda verso il burrone sottostante in direzione est. Da qui si passa a un grande ipogeo artificiale a pianta rettangolare con soffitto piano che presenta tracce evidenti di scalpellatura; sulla parete occidentale di questo ambiente si apre una finestra ricavata nella roccia da cui si domina il sottostante vallone. Ritornando al portale, accanto ad esso si vedono le tracce di una ripida scala che conduceva ad un livello superiore della rupe su cui si poggiano le strutture in muratura del complesso. Queste ultime constano di un grande ed elevato torrione a pianta quadrata e di un corpo edilizio a due piani con due ambienti per piano. La torre, alta circa 36 metri, poggia direttamente sulla roccia che sul versante sud ha subito una imponente opera di taglio, formando così una sorta di scarpatura naturale grazie alla quale la torre scarica il suo peso sul basamento roccioso. La torre ha struttura piena, priva di spazi interni; una scala elicoidale esterna, alloggiata in un vano cilindrico nell'angolo sud orientale, permetteva l'accesso al terrazzo sommitale. Gli ambienti costruiti alla base della torre sul lato settentrionale erano verosimilmente gli spazi residenziali del piccolo fortilizio e costituiscono elemento di raccordo tra la struttura difensiva e gli ambienti ipogei. La parte del complesso scavata nella roccia è quasi certamente antecedente alla prima documentazione storica del castello, risalente al XIV secolo. Oggi dell’insediamento classico ed alto medievale non rimane alcunché se non la testimonianza diffusa dei ritrovamenti di diverse monete e resti ceramici sino alla denominazione dialettale di "A Munita" data al colle dirimpettaio la lunga cresta rocciosa che fa da base alla fortificazione. La torre a pianta quadrata, risalente probabilmente all’epoca normanna e costruita per funzioni di avvistamento e segnalazione, ha perso oramai da tempo la bellissima scalinata elicoidale che portava sin sulla cima a 36 metri di altezza dal fondovalle. Le fabbriche medievali e barocche, ricostruite in seguito al sisma che colpì la Sicilia orientale l’11 gennaio 1693, comprendenti l’entrata con un arco a sesto acuto, la scala per il vano di ingresso e tutta la complessa area a più piani dedicata alla abitazione feudale ed agli ampi magazzini ricavati nel pieno della roccia quarzarenitica, hanno subito diversi crolli, l’ultimo dei quali risale al sisma del 13 dicembre 1990. Oggi, le condizioni della parte medievale e barocca sono tali che è del tutto impossibile entrare nelle parti padronali. Anche la cappella familiare, posta sulle rocce antistanti l’entrata del castello, in una stupenda posizione panoramica, ha subito crolli e spoliazioni sino a mantenere intatti solo i muri perimetrali ed il semplice ma affascinante portalino in pietra locale. Alle fabbriche più antiche, tra le cui mura spicca un bel portale in pietra che dava accesso ad una camera padronale oggi priva di solai e soffitto, si affiancano poi una serie di costruzioni moderne che venivano adibite a scopi agricoli produttivi. Queste costruzioni, in pietra locale, probabilmente sottratta alle strutture castellate, hanno subito un gravissimo crollo nel 1998. Tutta la contrada è poi interessata da resti di diverse età che testimoniano la lunga e complessa frequentazione di questa parte dell'ennese. Sulla collina della moneta, dirimpettaia al castello, sono attestati (ed il toponimo è chiaro segnale) resti di un insediamento ellenistico romano continuato sino all'età tardo romana. Attorno le case Gresti, poste sul fianco di nord ovest della collina dei Gresti, sono stati ritrovati resti che vanno dall'età greca arcaica, a testimonianza della precoce influenza calcidese verso Morgantina, e resti di età tardo romana e bizantina. Altri link di approfondimento:https://www.mondimedievali.net/Castelli/Sicilia/enna/gresti.htm, https://www.etnanatura.it/paginasentiero.php?nome=Castello_Pietratagliata (foto varie), https://www.siciliafotografica.it/gallery/index.php?/category/456 (foto varie), https://www.youtube.com/watch?v=whzcHWn4Gqs (video di Gasman0049), http://www.ilcampanileenna.it/il-castello-di-pietratagliata.html, https://www.youtube.com/watch?v=Xb5yr69dwyU (video di guanters), https://www.youtube.com/watch?v=QHIx2unaGQ4&t=59s (video di Enrico Cartia), https://www.youtube.com/watch?v=pgwR0LbGyOM (video di Miss Vilya: life adventures)
Fonti: https://www.icastelli.it/it/sicilia/enna/aidone/castello-di-gresti-o-pietratagliata, https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Pietratagliata
Foto: la prima è presa da https://fondoambiente.it/luoghi/castello-dei-gresti-o-di-pietratagliata?ldc, la seconda è di Morgantia07 su https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Pietratagliata#/media/File:PIETRATAGLIATA_2_PF.JPG
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