FARA NOVARESE (NO) - Castellone (o Castrum Vetus)
Il castello è menzionato per la prima volta nel 1156, tra i castelli confermati da Federico Barbarossa al conte di Biandrate, insieme ad altri castelli che precedentemente erano stati occupati dai Milanesi capeggiati dal Cazzaguerra. Nel 1251 è nuovamente nominato in documenti di Biandrate, come ceduto dalla popolazione di Fara al conte Umberto. Il castello rimase coinvolto nelle lotte tra le fazioni guelfa e ghibellina di Novara, quest'ultima detta anche "dei Rotondi" o "dei Tornielli". I guelfi, che si erano asserragliati nella campagna circostante Novara, occupando anche il castello, chiamati malefactores negli statuti novaresi, vennero cacciati dai Rotondi nel 1275. Nel 1328 il castello venne ristrutturato da Calcino Tornielli di Novara, che vi aggiunse anche una torre. Nel 1356, assieme ad altri castelli della zona, fu saccheggiato ed incendiato dal comandante di Galeazzo II Visconti, Bertolotto Confalonieri, durante le vicende belliche contro il marchese di Monferrato Giovanni II. Un documento del 1366 attesta che l'edificio era ancora in possesso dei conti di Biandrate. Nel 1450, dopo l'insediamento di Francesco Sforza come duca di Milano, in una relazione sul territorio di Fara per la prima volta vengono nominati due castelli: il Castrum Vetus e il Castrum Novum. Nel XVII secolo il castello era caduto in rovina. Oggi è di proprietà privata ed è attualmente in fase di restauro. Analizzando una foto relativa ai primi del Novecento, in possesso degli attuali proprietari, vediamo un torrione centrale e i tetti ricoperti a coppi prima che fossero ridotti a civettuole terrazze dalle balconate di cemento. Analizzando poi la conformazione muraria degli edifici, che a nord si estendono quasi a ellisse, è verificabile che il “castrum vetus” era formato da un’austera torre quadrata munita di fortificazione, circuite all’interno da robusto muraglione protettivo. I muri dell’alto e quadrato torrione mostrano ancora oggi l’impasto a spina pesce, visibile solo parzialmente anche nel muraglione di cinta. Agli occhi del visitatore, l’antica dimora dimostra un fascino discreto, tranquillo, romantico, come una bella villa di campagna sa emanare grazie anche al grazioso e panoramico giardino, ricco di rose inglesi. Il fascino aumenta ancor di più se si raggiunge il Castellone a piedi (parcheggiare il proprio mezzo nelle piazze centrali del paese): si percorre la storica strada acciottolata Sottoronchi, che si snoda tra antichi vigneti, e in un batter d’occhio ci si ritrova davanti al portone d’ingresso, con uno stemma sovrastante, ancor oggi protetto dall’austera casa della guardia. All'interno della torre è presente un affresco raffigurante una Madonna con Bambino in trono, databile al primo Rinascimento. Il portale d'ingresso, orientato verso nord, era sormontato da una torretta di guardia, demolita nel Novecento perché pericolante. I lavori di ristrutturazione hanno distrutto anche parte del muro di cinta che proteggeva ad anello l'intero complesso. Altri link suggeriti: https://www.icastelli.it/it/piemonte/novara/fara-novarese/castello-di-fara-novarese-o-castellone, https://www.facebook.com/people/Castello-di-Fara-Novarese-Castrum-Vetus/100066721235668/
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Castrum_Vetus_(Fara_Novarese), https://www.turismonovara.it/it/ArteStoriaScheda?Id=70
Foto: la prima è di Vincenzo Desiderio su https://it.wikipedia.org/wiki/Castrum_Vetus_%28Fara_Novarese%29#/media/File:Castrum_Vetus_Castellone_Fara_Novarese_ingresso.jpg, la seconda è presa da https://www.comune.faranovarese.no.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/castrum-vetus-o-castellone-sec-xi-23119-1-034a786541b95a17a025ea90b84e3fce
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