ROCCASTORNINA (AV) - Castello
L’originario nucleo abitato di Pietrastornina ha una datazione alto medioevale, il "castellum" di "Petra Sturmina" è citato quale limite territoriale della grande corte di "Monte Virgine", donata al monastero femminile di S. Sofia di Benevento dal principe longobardo Arechi II nel novembre del 774. L’abitato del paese si è formato in un lungo arco temporale, e deve il suo nome proprio al nominato “plesco” del diploma arechiano, ovvero a quella guglia rocciosa fortificata intorno alla quale si costituì l’abitato primigenio. Il termine medioevale "sturminare", sta per: proicere, allontanare o respingere da cui "Petrasturminea", in pratica “la pietra che difende” volgarizzatosi poi nell'attuale Pietrastornina. L’abitato del paese, quello storico di Via Castello si raggruppava, tutto intorno alla grossa roccia emergente. E il nome del paese un tempo era composto: Petra Sturmina (Pietra che difende). La roccia incastellata ebbe importanza strategica territoriale almeno fino al 1239, quando per l’ultima volta si trova una menzione documentaria del Castello di Petra Sturmine. Questo, ricompreso infatti nella lista dei cosiddetti “Castelli Salvati”, voluti da Federico II al suo insediarsi nel Regno del Sud. Si trattava di presidi di difesa, detti appunto Castra Exempta, e che dovevano garantire l’ordine e la presenza statale nei territori che ne avrebbero curato anche la loro manutenzione. Il Castello di Pietrastornina sorse sulla grossa guglia rocciosa che corona l'abitato del borgo medioevale e oggi se ne intravedono tenui tracce, ruderi senza una forma precisa. Si componeva di almeno due corpi di fabbrica, di diverse dimensioni, posti a quote differenti sulla rupe. Un sistema di camminamenti fatto di ripide scalinate adattate e ricavate nella roccia, e vari bastioni murari estendevano all'intera rupe il sistema difensivo. In questo modo ogni anfratto e sperone roccioso erano sfruttati e conformati allo scopo strategico, esulando pertanto da una qualsiasi tipizzazione precostituita e facendo della stessa guglia rocciosa, che si erge per più di 60 metri con le sue pareti a strapiombo, la fortificazione vera e propria. Dopo il periodo longobardo, il fortilizio ricompare nelle fonti documentarie nell'autunno del 1239, quando sotto l'amministrazione statale di Federico II di Svevia, venne inclusa la fortificazione rupestre nella lista dei cosiddetti "Castra exempta". Nella prima metà del XIII secolo ne entrò in possesso Riccardo Filangieri. Nel 1270 Carlo I d'Angiò si impossessò del castello e ne fece dono alla famiglia Stendardo. Nel 1450 passò per via matrimoniale ai della Leonessa. Con l'avvento della dominazione spagnola venne poi concesso nel 1635 ad Andrea Lottiero ai cui discendenti rimase in possesso fino all'eversione della feudalità nel 1806. L'undici febbraio del 1837, l'amministrazione decurionale di Pietrastornina decise l'abbattimento del castello perché i suoi ruderi costituivano un costante pericolo per le abitazioni dell'abitato sottostante; dello stato avanzato di rudere del castello ne è conferma la decisione di non redigere, prima della demolizione, "alcun registro dei materiali perché non v'erano legnami né sassi, ma solo muraglie infarcite e collabenti". Dal dicembre del 2003, sull'immobile è stato avviato il procedimento di dichiarazione d'interesse particolarmente importante ai sensi degli artt. 2, 6, 7 del D.Lgs. 490/1999 e dell'art. 822 del C.C. Altro link suggerito: https://www.youtube.com/watch?v=j6nwkqMJNBQ (video di videnis74 con riprese aeree della guglia)
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Pietrastornina, testo su https://pietrastornina.asmenet.it/index.php?action=index&p=251 (tratto dalla catalogazione dei Beni Storico Architettonici redatta dall'Arch. Giuseppe De Pascale. (L.R. 26/2002)), http://www.castellidirpinia.com/pietrastornina_it.html, http://www.irpinia.info/sito/towns/pietrastornina/castello.htm, http://terredicampania.it/castello-pietrastornina-un-viaggio-castelli-irpini/
Foto: la prima è presa da https://www.visititaly.it/info/959191-castello-di-pietrastornina-pietrastornina.aspx, la seconda è presa da https://tabilia.com/attrazioni/castello-di-pietrastornina/
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