Alle pendici del monte Legnone, lungo la sponda destra del torrente Inganna, su un poggio a circa 500 metri d’altitudine, sorgono i resti di un complesso fortificato noto come Torre di Fontanedo.
Si tratta di un piccolo borgo che segue l’orografia rocciosa del luogo ed è disposto su due livelli, una parte alta su cui si trova la torre e una parte più bassa, verso Colico, con una serie di edifici in linea. E’ ragionevole ipotizzare che, a partire dalle costruzioni fortificate originarie, si siano poi succeduti diversi interventi. L’analisi tipologica individua infatti una serie di murature che definiscono il perimetro di un recinto di fronte all’ingresso della torre, sul lato sud-ovest, a cui si sono poi susseguiti nei secoli aggiunte e potenziamenti. Sulla base della scarsa documentazione finora disponibile, sappiamo che questa imponente fortificazione fu edificata per volere di Bernabò Visconti nel 1357, sulla linea difensiva dell’Alto Lario che comprendeva anche le due torrette del Montecchio Nord. Tuttavia, l’impianto planimetrico, alcuni particolari architettonici e il posizionamento geografico ne collocherebbero l’origine in epoca precedente, attorno al secolo XII. Si legge in un documento: “(I Milanesi) furono sforzati fortificare in Colico il Monteggio (Montecchio Nord, dove esistono ancora le due torrette medievali) ed il passo di Fontanedo con torri ed altre fortezze”. La fortificazione svolgeva il compito di controllo dell’antica strada a mezza costa del monte Legnone, che collegava la Valvarrone alla Valtellina (l’antica Scalottola ora nota come “Sentiero del Viandante”, che passa alla base dello sperone, in località Robustello), e mantenne la sua importanza strategica nei secoli successivi, quando venne ampliata e inglobata nel sistema difensivo del Forte di Fuentes (https://castelliere.blogspot.com/2018/11/il-castello-di-martedi-27-novembre.html), divenendone l’opera accessoria più elevata. Ragguardevole doveva essere la guarnigione che presidiava la fortificazione in epoca spagnola, a giudicare dalle dimensioni dei fabbricati per l'alloggiamento delle truppe, dai magazzini e dalle stalle. La tipologia di alcune murature conferma la datazione secentesca della costruzione. Il torrione è circondato e da edifici di supporto, ora abbandonati e diruti. Il borgo comprendeva anche una cappella da cui è stato staccato un affresco raffgurante la Madonna col Bambino, probabilmente risalente al XV secolo, attualmente conservato nella chiesa dei Santi Angeli Custodi a Curcio. La torre ha una pianta pressoché quadrata di circa 7,50 metri per lato e presenta, per motivi difensivi, un ingresso solo al primo piano (accessibile solo grazie ad una scala di legno che poteva essere ritirata all'occorrenza) con numerose feritoie disposte lungo le possenti mura. Ha la tipica struttura degli edifici difensivi medievali (es. Torri di Mello, Chiuro, Teglio). Nonostante sia stata leggermente abbassata durante un intervento di messa in sicurezza e consolidamento effettuato all’inizio degli anni ’80, con i suoi 15 metri d’altezza, la torre domina ancora oggi tutto l’alto lago e il vicino Pian di Spagna. La struttura interna dell'edificio era pure in legno: rimane visibile lungo il perimetro interno dei muri la mensola su cui si appoggiava l'impiantito. Il pianoro antistante offre infatti un vasto panorama, purtroppo in parte rovinato dalla presenza di una linea di alta tensione, che ripaga lo sforzo della breve salita. Il borgo fortificato era collegato all’abitato di Fontanedo, che si trova poco più a monte in prossimità della sponda, e a Colico, da diverse mulattiere. Oggi la fortificazione è inserita in una rete di sentieri ben segnalati e facilmente accessibili tra cui il noto Anello di Fontanedo del CAI di Colico che tra l’altro collega la torre con la vicina chiesa di Sant’Elena situata a quota 600 metri.Ai piedi dello sperone roccioso su cui sorge il borgo, in località Robustello, passa inoltre il tracciato dell’antica via oggi conosciuta come Sentiero del Viandante, un percorso molto frequentato che richiama ogni anno migliaia di escursionisti. Il toponimo Fontanedo deriva dalle abbondanti sorgenti di acqua fresca, ormai in gran parte perdute, che scendendo a valle originavano la roggia molinara che per quasi un millennio ha alimentato i mulini idraulici di Villatico. Altri link suggeriti: http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/RL560-00142/, http://www.montagnavissuta.it/viandante-fontanedo.htm, https://www.youtube.com/watch?v=38SWP3JTl9Q (video di Guder Productions Team), https://www.youtube.com/watch?v=RIeAL_sYzSs (video di Cinzia Bettiga), https://www.youtube.com/watch?v=Ye-MuntL0qc (video di Terra Acqua).
Fonti: testo di E. Fatterelli su http://prolocolario.it/index.php/2013/04/colico-torre-di-fontanedo/, http://www.turismocolico.it/jhome/mnu-luoghi-e-monumenti/mnu-torre-di-fontanedo.html
Foto: la prima è presa da http://resegoneonline.it/articoli/da-dervio-a-colico-passeggiando-sul-sentiero-del-viandante-20170612/, la seconda è presa da http://www.leccotoday.it/eventi/viandante-colico-fontanedo.html
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