martedì 12 marzo 2019

Il castello di martedì 12 marzo




ZERI (MS) - Castello

La storia di Zeri si lega alle vicende che interessarono la vicina città di Pontremoli e il resto della Lunigiana. Alcune fonti attestano che un Diploma di Federico I del 1164 concesse ai Malaspina i privilegi su Zeri. In seguito il territorio passò a Pontremoli e ad esso legò i propri destini e vide succedersi il dominio di Castruccio Castracani, degli Scaligeri, dei Fieschi, degli Sforza e dei Visconti. Zeri ebbe sempre una forte identità, con confini ben definiti che la portarono spesso a controversie territoriali. Nel 1502 iniziò una disputa con gli abitanti di Torpiana di Zignago, che si protrasse per molti anni e scaturì nel 1574 in un conflitto armato. Un'altra contesa, che durò secoli e vide il susseguirsi di scontri armati e momentanei accordi, fu quella sorta a partire dal 1526 tra Rossano (oggi frazione del Comune di Zeri) e Suvero (oggi frazione del comune di Rocchetta di Vara), che si risolse solo nel 1783 quando si stabilirono i confini definitivi. Zeri impugnò nuovamente le armi, questa volta contro Pontremoli, dopo la Battaglia di Pavia, perché rifiutava di concorrere alle spese di mantenimento delle truppe spagnole venute in Lunigiana. Dopo un periodo di dominazione Spagnola, nel 1647 Pontremoli assieme a Zeri fu ceduta alla Repubblica di Genova, che tre anni dopo la rivendette al Granduca di Toscana. Il dominio fiorentino durò sino alla fine del Settecento e costituì un periodo di grande sviluppo economico e mercantile grazie alle agevolazioni fiscali concesse dal Granduca ad alcune famiglie pontremolesi. Nel 1777 fu sciolto il consiglio generale del comune di Pontremoli e furono istituiti i comuni di Caprio e di Zeri. Il 25 maggio 1799 la popolazione insorse contro un reparto Napoleonico di circa 300 soldati, affrontò il nemico e lo respinse fino a Borgotaro. Poco sopra Patigno, in frazione Castello sull’altura a nord dell’abitato, fino alla fine dell’Ottocento esistevano mura e tracce dell’antico castello. In età medievale il castello, in posizione centrale rispetto alla vallata, esercitava un controllo diretto sui percorsi che collegavano la Toscana alla Liguria ed ai territori piacentini. Infatti le valli zerasche potevano costituire una valida alternativa, per il transito transappenninico, alle valli pontremolesi sulle quali sia Pontremoli, sia Parma e Piacenza praticavano, in concorrenza, un serratissimo controllo viario di carattere fiscale e militare. Per questo motivo il castello fu oggetto di tentativi di demolizione da parte dei Piacentini che, alleati dei Malaspina, nel 1229 (secondo altri autori 1228) sotto il comando di Guglielmo Saporiti assediarono la fortificazione. Secondo alcune fonti le valli di Zeri furono attraversate dall’esercito di Corrado di Svevia nel 1267, sotto il comando di Federico Duca d’Austria. La collocazione geografica di Zeri spinse la comunità ad intrattenere, nel tempo, spontanei rapporti con le popolazioni di Val di Vara, con le quali giurò fedeltà, nel 1299, ad Azzo VIII d’Este. Il rapido declino del dominio estense in Val di Vara favorì il ritorno di Zeri tra i territori pontremolesi con i quali condivise la dipendenza, agli inizi del XIV xecolo, dai Fieschi e successivamente dai Visconti. Franceschino Malaspina di Mulazzo, che vantava probabilmente antichi diritti sul castello, occupò nel 1313 Zeri, Rossano e Teglia, grazie all’aiuto fornitogli da i da Correggio di Parma. L’occupazione malaspiniana fu breve e nel 1319 Franceschino dovette riconsegnare Zeri ai Pontremolesi e quindi ai Fieschi. Alla fine del secolo XIV Zeri, come altri feudi imperiali della Lunigiana, venne assegnata ai Visconti, sotto i quali rimase nel secolo XV. Per ordine di Filippo Maria Visconti, Duca di Milano, fu ucciso nel 1433, nell’Appennino zerasco, il capitano dell’esercito fiorentino in Lunigiana, Niccolò da Tolentino. La documentazione scritta testimonia una certa attività nel castello di Zeri fino agli inizi del secolo XV, quando al suo interno è documentata l’esistenza del beneficio di San Marco. E’ incerto se il toponimo Zeri possa ricollegarsi al toponimo Cerri, ricordato nel 1164 tra i possedimenti assegnati dall’imperatore Federico I ad Obizzo Malaspina. Dell’antica fortificazione, indicata come rudere dai viaggiatori del Settecento, sopravvivono oggi i resti del basamento di una torre quadrangolare ed alcuni tratti di murature perimetrali, oltre ai massi di colore verdastro che sono rotolati ai piedi del colle nella cosiddetta "Aravecchia". Insolita doveva apparire l’immagine del castello che, unico tra i castelli lunigianesi, si presentava con un particolare colore verde scuro dovuto alla muratura ottenuta dalla sovrapposizione di filari di pietre di serpentinite, durissima roccia locale. Una leggenda racconta che il maniero era abitato dai Malaspina e che l’ultimo di loro fu ucciso con una fucilata dal padre di una ragazza della famiglia degli Osti, in rivolta allo "ius primae noctis", del quale il Malaspina voleva godere. Il padre aspettò che arrivassero le undici di mattina, ora in cui il signorotto si affacciava ad una delle finestre del castello per prendere un po’ di sole, e lo uccise sparando.

Fonti: testo di Nicola Gallo su https://blogzeri.wordpress.com/tag/castello-di-zeri/, https://www.terredilunigiana.com/castelli/castellozeri.php, https://it.wikipedia.org/wiki/Zeri

Foto: la prima è di Ivo Coduri su https://blogzeri.files.wordpress.com/2010/09/5019366361_7fcf04ed92_o.jpg, la seconda è presa da https://www.terredilunigiana.com/castelli/castellozeri.php

1 commento:

Terre di Lunigiana ha detto...

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