martedì 21 maggio 2019

Il castello di martedì 21 maggio



LONGONE SABINO (RI) - Rocca di Capoterra

Il primo accampamento militare (chiamato Fara) occupato dai Longobardi, fu Vallufara (Valle di fara), che iniziando dalle pendici del promontorio di Longone, si dispiega fino al Turano. La Cronaca Farfense si è interessata più volte di quel complesso abitativo, che, nel 989, quando l’abate Ugo di Farfa promise di cedere a Landuino di S. Salvatore il castrum Longoni era già una fortezza strutturata e definita, munita di torri e mura, e di una milizia addestrata per la sicurezza degli abati. Longone fu dunque eretto insieme all’Imperiale Abbazia di S. Salvatore dallo stesso popolo longobardo, il quale già da tempo aveva abbandonata la disagevole Vallufara per la tranquilla e confortevole Rocca. Longone era abitato da gente operosa e geniale: muratori, carpentieri, falegnami, fabbriferrai, Mastri Comacini, Mastri Liguri (artisti venuti dal nord), che lavoravano per la costruzione di S. Salvatore, inaugurato nel 735. Le mura del castello di Longone delimitano una circonferenza ellittica di tre chilometri che racchiude una superficie, a fuso di acropoli, di circa tre ettari. Quella Rocca fu rifugio di monaci e abati durante le invasioni saracene e pi tardi, nel XIV e XV secolo, residenza degli Abati-Conti Mareri. Con l' introduzione dei Commendatari venne sconvolto l’assetto amministrativo, per cui le maggiori entrate dei castelli passarono dalla mensa abbaziale cui erano destinate, alla mensa del nepotismo pontificio. Nel palazzo che era residenza degli abati, chiamato Palazzo Apostolico, venne inserito il Governatore con la sua corte, la milizia, le carceri, il Monte frumentario, la Curia, l’archivista, il tribunale amministrativo e criminale. Nel rione La Contrada erano presenti macellai, osti, un forno comunitario del pan venale, sarti e barbitonsori. I preti ed i notai abitavano in Rione Borgo, la zona più protetta e sicura del castello. Si accede alla cittadella oltrepassando due porte separate da un ampio spazio; la seconda porta andava serrata ogni notte, stando in luogo di confine col Regno. Nel 1863 il consiglio comunale ottenne, per Regio Decreto, il titolo di Longone di S. Salvatore Maggiore. Quando nel 1927 venne costituita la Provincia Reatina, al termine Longone si aggiunse il generico Sabino, per distinguerlo da quel Longone al Segrino (Como), appartenente anch'esso alla gloriosa stirpe longobarda. Dunque il castello di Longone, il monastero di S. Salvatore Maggiore e la chiesa di S. Michele Arcangelo di Colle Pasciano sono state edificate dai longobardi venuti da Spoleto i quali dotarono la loro città di una basilica per il Salvatore e una chiesa per S. Michele Arcangelo. Sono contesti che ritroviamo nel territorio di Longone con l’edificazione del Castrum Longonis, del monastero di S. Salvatore Maggiore e della chiesa di S. Michele a Colle Pasciano. I castelli sulla valle del Salto, Roccaranieri, Cenciara e Concerviano sorsero molto più tardi, intorno al 1160 quando l’imperatore Federico Barbarossa, d’accordo con gli abati di Farfa fece erigere le fortezze dai Buzzi di Romagna per proteggere l’altipiano dalle invasioni dei Normanni di Sicilia. Il papa Giulio II, grande mecenate dello stato Pontificio, nel 1506 pose Longone a Capo dei Castelli dell’Abbazia, dando i poteri di controllo a un Camerarius o Governatore. A ricordo dell’evento il papa Giulio II volle che si realizzasse un nuovo portone in legno per la basilica del Monastero composto da formelle tante quante erano i castelli sottomessi all’abate del Monastero. Sulla prima di esse fu ritratto il castello e inciso il nome Castrum Longoni. C’è una enigmatica frase latina che compare sul nuovo portale d’ingresso, definita dallo storico Paolo Desantis “una iscrizione di barbaro latino!”. Dalla fondazione longobarda, fino al declino dello Stato Pontificio, Longone è stato sempre considerato Centro Amministrativo, Giudiziario e finanziario di tutto il territorio. Ancora oggi è possibile riconoscere la Piazza del Governo, il Palazzo Governativo con lo stemma episcopale sul portone d’ingresso, gli appartamenti, compresa la Sala per il Ballo, la Curia per il Notaio e l’Archivio. Nel Rione Mandria appare massiccio e turrito il palazzo Giudiziario e vicino la sede del Bargello (il Maresciallo di oggi), e degli Sbirri, le carceri maschili e femminili e nei pressi il forno del pan venale. Nel Rione Piazzetta sono visibili gli antichi magazzini del Monte Frumentario, hostaria entro le mura, macello, vendita di pan venale (pane prezzato). Il castello popolare ha una doppia porta d’ingresso, con in mezzo la Dogana. La seconda porta è in pietra squadrata con la data 1668, l’effige dei Santi Protettori e la scritta Comunità di Longone. Nella richiesta di rifacimento della porta si diceva che doveva essere “di pietra con porte di bone ferrate e serrature perché occorre serrar la notte stando in luogo di confine col Regno e dove risiede la Corte…” Le due ante vennero tolte nel 1840, per essere rifatte, ma non abbiamo prove che ne attestino il ripristino; restano ora solo i cardini di bbona fattura, forgiati dai fabbri ferrai di Vallecupola.

Fonti: http://www.prolocolongone.it/storia/, https://it.wikipedia.org/wiki/Longone_Sabino

Foto: è di Giovanni Rampazzi su https://it.wikipedia.org/wiki/Longone_Sabino#/media/File:RoccaCapoterra.jpg

Nessun commento: