Nel periodo dell'occupazione gotica ed al tempo dei Longobardi, Lacconia subì successivamente, sotto il dominio dei Bizantini, frequenti incursioni saracene. In questi secoli, nel quadro di un fenomeno che interessa tutta la Calabria, a causa dell'impaludamento delle pianure, del diffondersi della malaria, dell'insicurezza delle coste, nuclei consistenti di abitanti si spostano sulla collina formando i primi borghi rurali (corìa) dai quali trae origine il centro abitato di Curinga. Lacconia rifiorì sotto i Normanni e sotto gli Svevi e addirittura, secondo lo storico Parisi, in questo periodo costituiva feudo a sé staccato dalla diachoria di Maida, sotto Giacomo, figlio di Ruggero Sanseverino.Sotto i re Normanni e l'imperatore svevo, nel territorio di Lacconia venne importata la coltivazione della canna da zucchero e in questo periodo, inoltre, cominciano ad espandersi le coltivazioni di agrumi e di gelsi. Si deve al re Carlo d'Angiò la conferma, in un primo momento, dell'autonomia di Lacconia che viene affidata a Giordano Sanfelice e in seguito aggregata al feudo di Maida con i casali di Curinga e Cortale sotto Egidio di Santoliceto. Nel 1331 il feudo di Maida passa a Goffredo Marzano e nel 1409 lo stesso feudo viene acquistato da Giovanni Caracciolo. Le lotte sanguinose tra Angioini e Aragonesi toccarono anche Curinga e Lacconia, anche se quest'ultima appariva, in quel periodo, in netta ripresa. Situata ad Acconia di Curinga, è una torre a base quadrata, risalente al XVI secolo, la cui base è tronco piramidale, avente lato di 10 metri. E' stata completamente svuotata all'interno, quindi priva di solai, presumibilmente per il recupero delle grossi travi in legno che sorreggevano i solai. La torre è posta all’interno, a 4 chilometri rispetto alla costa, ed è collocato all'interno di un giardino che a sua volta è cinto da lunghe stanze adibite alla lavorazione dell'olio. Il frantoio si compone di un ingegnoso meccanismo che muoveva, per ognuna delle quattro vasche, due coppie di ruote in granito (per un totale di 8 ruote), la spremitura, tramite una serie di incanalamenti, andava a riempire dei contenitori del volume di circa un metro cubo, rivestiti da pietre scistose. I contenitori sono disposti, lungo i quattro lati che circondano la torre. All'interno di queste stanze ormai la natura trionfa, con arbusti, alberi ed erbacce. Il sito mantiene ancora intatto una cultura contadina preindustriale. Il sito dovrebbe essere adibito ad area museale. La torre svolgeva il compito di preservare dalle incursioni una vasta area di grossa produzione agricola. L'area in cui è ubicata la torre è un luogo in cui vi sono diverse testimonianze storiche, dalle terme romane di Acconia (Castore e Polluce) al monastero di Sant’Elia vecchio a Curinga.
Fonti: https://www.comune.curinga.cz.it/web/cenni-storici, testo su https://www.facebook.com/media/set/?set=a.172971059544546&type=3,
Foto: la prima è presa da https://www.facebook.com/torricostierecalabria/photos/a.172971059544546/172971179544534/?type=3&theater, la seconda è di Curinghese su https://it.wikipedia.org/wiki/File:Curinga,_torre_normanna_di_Lacconia.jpg
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