venerdì 15 novembre 2019

Il castello di venerdì 15 novembre




ROATTO D'ASTI (AT) - Castello

La storia antica di Roatto, a differenza di tanti altri comuni dell' Astigiano, sembra non sia mai stata interessata da episodi bellici: non si ha alcuna documentazione, infatti, delle vicende del suo castello che, senza scosse, si è trasformato in residenza signorile, seguendo un modello di sviluppo che ha interessato numerosi fortilizi astigiani. L'assenza di atte stazioni documentarie significative ha impedito di risalire con certezza all' origine del suo toponimo,che l' Oliveri (1965) farebbe derivare da rubus, rovo, o da "ruà", cioè borgata. Il Castello si erge sulla sommità del colle, al centro dell’abitato, circondato da un piccolo parco . Sul portale è dipinto lo stemma dei Marchesi Raggi di Genova, attuali proprietari. L'edificio appare oggi profondamente trasformato: dall' aspetto massiccio e robusto, si caratterizza per la torre semicilindrica pensile, che sporge parzialmente da un edificio minore, ricavato forse da una parte del complesso originario. Attualmente la costruzione a pianta rettangolare con avancorpo e terrazza anteriore, ha muratura in laterizio ornata da un fregio con stemma e fasce a dente di sega. Circondato da un piccolo parco con alberi ad alto fusto, non manca tuttavia di un suo fascino, favorito senza dubbio dalla suggestiva posizione collinare. Venne costruito in epoca imprecisata dai Montafia, discendenti del conte di Vercelli, Manfredo, signori di Roatto, Maretto, Tigliole, Montafia ed altri luoghi ancora. Prima di entrare a far parte dei possedimenti dei Montafia, che si estinsero nel 1577 con la morte del conte Lodovico, assassinato ad Aix in Francia, Roatto era appartenuto a signori locali di cui si è persa assai presto memoria; è noto solamente che dal nome del luogo essi presero la propria denominazione. Alla morte del conte Lodovico il paese passò ai Savoia. Nel XVII secolo, per via della moglie Matilde, venne infeudato col titolo di Marchese a Carlo di Simiana, maresciallo di Francia e signore di Albigny. Il marchese cadde in disgrazia e venne giustiziato, essendo nobile, mediante decapitazione nelle segrete del castello di Moncalieri. L’eredità passò al figlio, che, essendo minorenne, ebbe inizialmente la madre come tutrice. Successivamente ne fu investita la figlia Irene, moglie di Michele Andrea Imperiali, principe di Francavilla. Estintasi senza eredi la dinastia de Simiana, Roatto passò nel 1725 ai conti Gamba della Pensa, poi ai conti Pullini di Sant’Antonino e verso la fine dell’ottocento ai marchesi Raggi di Genova, attuali proprietari del Castello

Fonti: http://www.mepiemont.net/paesi/prov_at/roatto.html, http://www.astiturismo.it/it/content/roatto, http://corradinoarchitetto.com/portfolio/p01-04restauro-castello-roatto/, testo su pubblicazione "Castelli in Piemonte" di Rosella Seren Rosso (1999)

Foto: la prima è una cartolina entrata a far parte della mia collezione proprio oggi, mentre la seconda è presa da http://corradinoarchitetto.com/portfolio/p01-04restauro-castello-roatto/

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