domenica 28 febbraio 2021

Il castello di domenica 28 febbraio


ROMETTA (ME) - Palatium Federiciano

Durante la conquista araba della Sicilia, a Rometta si concentrò l'ultima difesa bizantina contro l'invasione araba. In particolare, dal 963 al 965, Rometta sostenne un durissimo assedio e i suoi abitanti si contraddistinsero per un atto estremo di eroismo. Tra il 24 e il 25 ottobre 964, fra la spiaggia e la roccaforte assediata, avvenne una sanguinosa battaglia. L'armata bizantina, forte di 30.000 uomini, inviata nell'isola da Costantinopoli per spezzare l'assedio arabo su Rometta e riconquistare all'impero la Sicilia, impegnò l'esercito assediante con impeto e con cariche di cavalleria. Ma gli Arabi, sebbene inferiori di numero, riuscirono a fermare l'avanzata degli avversari e, incitati dal proprio condottiero, Ibn ʿAmmār, costrinsero i bizantini alla fuga. Al termine della battaglia, oltre diecimila soldati di Bisanzio giacevano morti sul campo mentre il resto fu tratto prigioniero. Si narra che sul campo fu trovata una spada appartenuta al profeta dell'Islam, Maometto, che era stata catturata dai Bizantini in una precedente battaglia. L'assedio a Rometta continuò sino al maggio successivo, quando, ormai, i difensori, senza alcuna speranza di ulteriori aiuti da Costantinopoli, stremati dalla fame e dai continui assalti portati dagli assedianti, inviarono fuori dalle mura le donne, i bambini e gli anziani superstiti che furono accolti nel campo nemico. All'alba del 5 maggio 965, gli Arabi, dopo aver offerto ripetutamente la resa ai guerrieri romettesi e ricevutone da questi il rifiuto, sferrarono l'attacco decisivo alle mura di Rometta con tutte le loro forze. I pochi difensori li accolsero con le armi in pugno: caddero tutti, ad uno ad uno, combattendo. Rometta fu saccheggiata e data alle fiamme. Rometta fu riconquistata dai bizantini nel 1038, grazie alla spedizione imperiale di Giorgio Maniace, principe e Vicario dell'Imperatore di Costantinopoli, discendente dalla famiglia Imperiale di Bisanzio, che riconquistò parte della Sicilia, ma il dominio fu breve, tanto che la Sicilia, Rometta compresa, caddero di nuovo nelle mani degli Arabi nel 1043. Sempre nell'XI secolo Rometta con tutta la Sicilia fu conquistata dai Normanni, per l'esattezza nel 1061, sotto la guida dei fratelli d’Altavilla, Ruggero e Roberto il Guiscardo. L'importanza storica di Rometta deriva soprattutto dal sito su cui sorge, simile ad un baluardo naturale isolato circondato da precipizi e impervie vallate. In tal modo la natura, con opere d'integrazione suggerite dall'accorgimento umano, contribuì a rendere Rometta uno dei centri più formidabili di resistenza dell'intera Sicilia. Per tutto il medioevo, Rometta esercitò la funzione di nodo fortificato con un preciso ruolo strategico poiché dall'alto delle sue mura e delle sue torri controllava un buon tratto dell'antica strada montana che da Messina conduceva a Palermo. Un sistema di controllo e di vigilanza che si poggiava sulle numerose torri o torrette fortificate sparse su tutto il suo antico distretto e che trovavano la loro base nella stessa città-castello: chi possedeva il controllo militare di questa potente città-roccaforte, possedeva la chiave per prendere Messina. Rometta era l’ultima fortezza che poteva fermare o rendere più difficile l’avanzata di un esercito invasore verso Messina. Ancora oggi sono visibili le antiche fortificazioni o torrette (loc. Scalone e Torretta) dislocate lungo i nodi delle regie trazzere. Sotto Federico II di Svevia, Rometta fu ulteriormente potenziata nelle strutture difensive con la ristrutturazione delle mura di cinta e del Palatium e fu inclusa, nel 1239, nei "Castra Exempta", la rete di castelli demaniali per la difesa del Regno. All'indomani dei Vespri Siciliani, Rometta appoggiò la candidatura alla corona di Sicilia di Pietro d’Aragona contro Carlo d'Angiò. Per questo, Federico III, il 13 ottobre 1323, concesse alla città gli stessi diritti e privilegi che già godevano i Messinesi. La concessione, la cui Pergamena originale è conservata nell'Archivio di Stato di Messina, riguardava alcune agevolazioni in campo fiscale e giudiziario, nonché ribadiva l'ascrizione della città nel Demanio Regio e l'esercizio per i cittadini romettesi degli Usi Civici nei terreni di proprietà della corte regia. Rametta, così come venne chiamata a partire dal XI secolo, nominava un proprio rappresentante al Parlamento del Regno di Sicilia, sezione demaniale, con diritto di voto. Nel 1532, Papa Clemente VII con bolla papale elevò la Grancia di S. Leone ad Abbazia concedendo al Priore ed Abate l'uso della mitra e dei pontificali. Il priore ricopriva anche la carica di Arciprete della vasta Arcipretura di Rametta che abbracciava (lo farà sino ai primi del 1900) le parrocchie dei centri abitati di Bauso, Calvaruso, Saponara, San Martino, Venetico, Valdina, Rocca e Torregrotta. A partire dal XVI sec., la città mutò il nome in quello attuale di Rometta. Nel 1648 le venne riconosciuto da Filippo IV di Spagna il titolo di Città e nel 1816 divenne capoluogo di Circondario (Mandamento dall’Unità d’Italia) con sede di Pretura e Ufficio del Registro e Bollo con giurisdizione sui Comuni limitrofi. Infine, un Monte di Prestanza, fondato nel 1846, e un Ospedale Civico completavano la lista delle istituzioni civiche presenti, un tempo, a Rometta. Sul Poggio Torre, il punto più alto (m. 563 s.l.m.) del centro storico, si può ammirare quel che rimane del castello svevo. Attualmente il complesso monumentale, che occupa una balza montana lunga 200 metri e larga 20, consta di pochi ruderi, sebbene i resti continuino a presentarsi imponenti nella loro mole. Esso fu costruito in diverse epoche, a partire da quella bizantina per poi assumere, in età sveva-aragonese la compattezza di un organismo costruttivo unico. Non si conosce con certezza la data della costruzione del Palatium, ma molti studiosi concordano nel porre la sua edificazione non oltre il tredicesimo secolo. L'imponente struttura, pensata sia come residenza che come luogo fortificato, per tutto il medioevo rappresentò il cuore della città-castello di Rometta. I ruderi più cospicui sono ad oriente; qui trova posto presumibilmente il mastio, nominato tradizionalmente "Palatium". Il "palatium" si compone di due corpi quadrangolari adiacenti e dei due, il maggiore si presenta suddiviso in due ambienti da un muro di spina, ancora oggi esistente. La torre occidentale si presenta manifestamente più piccola (metri 7,50 per 6,50) nelle proporzioni e dimensioni, sebbene anch'essa presenti una tecnica edilizia pressoché identica, composta da pietrame di calcare leggermente o non sbozzato, inzeppato da laterizi, nonché cantonali, per quel che rimane, rinforzati e composti di bei conci squadrati. In ultima analisi tra i due grandi corpi di fabbrica si possono ancora osservare gli ultimi resti della cinta muraria del castello, nella forma di un basso muro di cinta, che collega le due grandi torri sia a nord, che a sud. La torre costituiva la parte estrema del gruppo fortificato con funzioni di vedetta ed è anche chiamata "Carceraria" in quanto in seguito fu destinata a luogo detentivo per i condannati a morte. Il palazzo abbandonato nel corso degli anni a se stesso cadde sempre più in rovina, l'ultima grande arcata crollò nel 1935. Si possono ancora apprezzare sia le mure merlate nonché la cisterna ancora quasi del tutto intatta. Altri link consigliati per approfondire: https://www.mondimedievali.net/Castelli/Sicilia/messina/rometta.htm, https://www.typicalsicily.it/sicilia/Elenco/area-archeologica-a-rometta-palatium-federiciano/, https://www.youtube.com/watch?v=AwEHpnxz5hc (video di GR PROD_EDIT by G. Repici), https://www.youtube.com/watch?v=fwEFsDpAxG8 (video di Angy venuto)

Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Rometta, file:///C:/Users/micheletti/Downloads/Itinerario-Turistico-Rometta-IT.pdf, https://www.icastelli.it/it/sicilia/messina/rometta/castello-di-rometta, http://prolocorometta.it/index.php/k2/il-palatium-federiciano, http://www.rometta.net/archeoclub/palatium.htm

Foto: la prima è presa da file:///C:/Users/micheletti/Downloads/Itinerario-Turistico-Rometta-IT.pdf, la seconda è presa da https://www.icastelli.it/it/sicilia/messina/rometta/castello-di-rometta

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